ESCLUSIVO: Liguria Nautica incontra Pietro D'Alì
Il 2, 3, 4 Marzo si svolgerà presso la “Scuola di Mare Beppe Croce” il primo corso sul Figarò con un istruttore d’eccezione: Pietro D’Alì
Il 2, 3, 4 Marzo si svolgerà presso la “Scuola di Mare Beppe Croce” il primo corso sul Figarò con un istruttore d’eccezione: Pietro D’Alì
Per chi ama il mondo delle regate, dalle derive, alla Coppa America, fino ai moderni Figarò, il nome Pietro D’Alì suona molto familiare. Milanese di nascita ma ligure d’adozione, Pietro comincia ad andare in barca da piccolo, sugli optimist, e a 13 anni si trova già a bordo del Guia IV di Falck. Da allora ha macinato molte miglia e solcato tutti gli oceani, competendo con i più forti velisti del mondo e facendo risultati molto importanti in diverse classi (420, 470, Coppa America, Figarò, …), tanto da diventare a tutti gli effetti uno dei più forti velisti italiani.
Il 2 Marzo a Genova parte, in collaborazione fra Pietro e la sezione altura della“Scuola di Mare Beppe Croce”, il primo corso di vela sul Figarò, con Pietro come istruttore d’eccezione.
Liguria Nautica l’ha incontrato proprio nei locali della “Scuola di mare”, per una chiacchierata davanti al suo bel Figarò imbiancato di neve.
LN: Pietro, qual è stata la tua esperienza sui Figarò e che qualità hanno queste barche secondo te?
PDA: Posso dire di aver accumulato una grande esperienza con questo tipo di barche: tutto è iniziato nel 2004 a Genova, con Nanni Diesel sponsor, poi mi sono spostato ad allenarmi in Francia, aLa Grande Motte.Nel 2005 ho iniziato la stagione delle regate della classe, vincendola SNIM, arrivando terzo alla Roma X 2, e ottavo alla Solitaire, vincendo quell’anno la seconda tappa. Il 2005 e 2006 sono stati anni molto intensi, culminati con la seconda posizione quell’anno nella Generali Solo e con la vittoria, in coppia con Kito De Pavant, della Transat AG2RL( regata che si corre da Concarnau, passando da Madeira e arrivando a San Barth n.d.r). Il Figarò è una barca che richiede un enorme impegno e una ferrea preparazione per lo skipper. Nelle regate dei Figarò si corre tutti con barche uguali, monotipi stretti che mettono in risalto le qualità dello skipper. Il Figarò, piano Lombard ispirata ai60 piedi,è una barca studiata per regatare in solo o in coppia, pur essendo molto tecnica ( il fiocco è senza garrocci, lo spi ha il tangone, etc): la coperta è molto funzionale, perché dal timone hai quasi tutto a portata di mano e se hai una buona tecnica fai pochi movimenti e un solo viaggio a prua. L’abilità che viene da un buon allenamento è evitare di andare avanti indietro da prua, che è una grande perdita di energie. La barca ha 2 timoni, una grande stabilità e la carena abbastanza tonda e non spigolosa permette alla barca, quando sbanda, di non cambiare assetto sul timone, che ha una manovrabilità eccezionale. Il Figarò tiene molto vento, ha la giusta proporzione fra peso e superficie velica, quindi permette di mantenere tutta la superficie velica anche con vento forte (fino a 21 nodi bolina), anche perché il numero delle vele è limitato: una randa – con 2 mani di terzaroli -, un genoa, un fiocco – con 1 mano di terzaroli- e una tormentina. È una barca che dà sicurezza, anche se molto spartana: c’è solo 1 fornellino, il tavolo da carteggio e 2 cuccette. Ha anche un buon motore (20 cavalli),molto utile per le manovre in porto, poche prese a mare, tutte visibili e 2 ballast da260 litri.
LN: Come nasce l’idea di un corso sul Figarò?
PDA: Se ne parlava da un po’ di tempo conla Scuola: io in questo periodo non uso la barca a pieno e voglio dare l’opportunità a chi vuole provare a navigare su questa barca incredibile, e chissà, attirare qualcun altro a cimentarsi in questa classe. In Italia ci sono solo io a regatare sui Figarò, ma credo che se si vuole ambire ai60 piedi, bisogna passare da questa classe. Questo sarà un corso pratico con poca teoria: il mio obiettivo è di trasmettere la mia esperienza, e di insegnare trucchi che non si leggono sui manuali di vela.
LN: Quali sono gli obiettivi del corso? Cosa ti piacerebbe che ritenessero i tuoi allievi dopo questi tre giorni?
PDA: questo corso è un esperimento, mi auguro il primo di molti altri in futuro. Vorrei trasmettere ai velisti che passeranno questi tre giorni con me, come si manovra questa barca, dargli delle nozioni sulla sicurezza, insegnargli come affrontare la navigazione anche con un rientro notturno, meteo permettendo. Voglio che imparino ad abituarsi a manovrare al buio, tra le navi: quando studi sui libri, sembra facile riconoscere le luci delle navi di notte e manovrare di conseguenza, ma quando sei su una barca da regata che va a certe velocità, e tu non puoi staccarti dal timone, devi cavartela senza gli ausili tecnologici di adesso. E poi vorrei che chi navigherà con me si divertirà: sperando di avere buone condizioni meteo, voglio far provare a planare e a navigare sotto spi. Ci saranno 4 persone a bordo oltre a me, che navigheranno in coppia sotto la mia supervisione. Questo corso, infine, vorrebbe essere propedeutico a regatare in doppio, magari nelle due belle regate che si svolgono nel nostro mare,la RomaX2 ela CorsicaX2: il Figarò è un ottimo allenamento.
LN: I tuoi progetti velici futuri?
Sto riflettendo se fare a settembre la regata che va da Nizza a Izmir, passando per Siracusa, Atene e Bodrum: dipende se troverò o no uno sponsor. In futuro invece, c’è la costruzione di un class 40 per la prossima stagione: questa classe, più approcciabile dei Figarò, ha una stagione densa e interessante.
LN:Hai avuto esperienza su moltissimi tipi di barche in competizioni molto diverse fra di loro: qual è una barca con cui hai un ricordo particolarmente bello?
Sicuramente il Figarò da emozioni forti: un momento per me particolarmente emozionante è stato l’arrivo di notte aLa Rochelle, quando ha vinto la tappa della Solitaire. Sono entrato in porto poco prima della chiusura delle “passes”, e anche se era mezzanotte c’è stata un’accoglienza incredibile, una cosa che da noi in Italia, purtroppo, è impensabile.
LN: L’idea che la gente ha di te è legata al mondo delle grandi regate d’altura più prestigiose : ti concedi qualche volta veleggiate “libere”?
Si ogni tanto faccio qualche crociera tranquilla, per esempio il trasferimento del Figarò da Istambul a Genova. In realtà questa barca, anche se è fantastica per navigare, è talmente spartana che, una volta ormeggiati, vai in albergo!
LN: Quali navigatori italiani giovani ti piacciono?
Il giovane Giacomo Sabbatini, che corre su un Mini 650. Lui è il più giovane fra i “ministi”, viene dalla deriva, e durantela MiniTransatha fatto camminare la sua barca, abbastanza vecchiotta. Il Figarò richiede un ragazzo così, con un’esperienza in deriva di un certo livello e con la capacità di stare in mezzo al mare.
Questo corso sarà un’espierenza indimenticabile per tutti i fortunati velisti che vi parteciperanno, non solo perché il Figarò è una barca molto tecnica e veloce, ma perché Pietro D’Alì ha un’esperienza incredibile, che metterà a disposizione di chi è assetato di mare, vento e regate.
Francesca Pradelli
(foto di Liguria Nautica riproducibile previa citazione della fonte con link attivo)
Argomenti: Daily Nautica, mare