24 febbraio 2013

Porto di Imperia, anche i ricchi piangono (e fanno causa)

24 febbraio 2013

Tra chi ha denunciato la Acquamare Srl, la società di Francesco Bellavista Caltagirone, in seguito allo scandalo relativo alla Porto di Imperia Spa ci sono anche nomi illustri: come quello di Reinhold Würth, il “re dei bulloni” tedesco

Tra chi ha denunciato la Acquamare Srl, la società di Francesco Bellavista Caltagirone, in seguito allo scandalo relativo alla Porto di Imperia Spa ci sono anche nomi illustri: come quello di Reinhold Würth, il “re dei bulloni” tedesco

2 minuti di lettura

Si staccano le bitte, l’autorimessa non è agibile le fogne non esistono (con tutte le conseguenze del caso), di ristoranti, bar e negozi di lusso neanche l’ombra. Questo è il Porto di Imperia, quello che avrebbe dovuto essere un resort da invidia e invece si è rivelato un perfetto scandalo all’italiana, con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato per 14 milioni di euro a Francesco Bellavista Caltagirone e combriccola (tra cui Delia Merlonghi, ex amministratore unico di Acquamare e segretaria storica del costruttore romano e il marito Enzo Foci).

 

Oltre al danno la beffa: per chi aveva acquistato un posto barca (investendo soldi poi utilizzati per la costruzione del porticciolo) si profila il rischio di dover abbandonare le già malandate banchine. Ma i proprietari degli ormeggi non ci stanno (giustamente), soprattutto i “ricconi”: tra i nomi di chi ha denunciato Acquamare figura anche quello del “re dei bulloni” Reinhold Würth (proprietario dello yacht “Vibrant Curiosity”, 85 metri di bolide, il trentunesimo al mondo per lunghezza) rappresentato dall’avvocato Renate Holzeisen che, in un’intervista al Secolo XIX, fa sapere di aver portato avanti «questa denuncia perché i nostri clienti hanno acquistato un diritto versando ingenti capitali nelle casse di Acquamare che non si sa dove siano andati a finire e in più, ora, gli viene richiesto dalla Porto di Imperia un canone in base a quello che dovrebbe offrire un porto finito con tutti i servizi, ma così non è mai stato e chi, come il Comune, doveva controllare e non lo ha fatto».

 

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2 commenti

  1. enzo says:

    Bene!!!!!!, di meglio in meglio, nella truffa almeno siamo ai primi posti !!!!!, certo una bella spinta al gia’ disastrato mondo della nautica, non stupiamoci se appena si puo’ si scappa oltralpe, anche a costo di essere derisi come spesso succede……….

    MAGARI PER QUEST’ANNO FUNESTO LA REGIONE LIGURIA POTREBBE IMPORRE UNA GABELLA
    EXTRA PER SFRUTTAMENTO DEL DISSERVIZIO NAUTICO OFFERTO !!!!!! che ne dite mica male !!!!!

  2. Francodettosamurai says:

    In Liguria, mare di tre Regioni, il posto barca è sempre stato un bene di lusso! Innanzi tutto vuoi per i costi d’acquisto concessione, da parte dell’utente, vuoi per quelli d’affitto!
    Sono stato, con la mia imbarcazione a vela molti anni sulla costa Francese con costi dimezzati rispetto alla Liguria e con servizi reali.
    La domanda superiore all’offerta ha provocato in questo caso più danni che benefici e la situazione più sopra ne è un esempio.
    Ora sto in un porto sull’Adriatico, con costi ad un terzo rispetto la Liguria, navigo in Dalmazia e Grecia che fanno invidia alle ns coste; la Liguria dovrà per forza di cose RIVEDERE tutta la sua offerta turistica con i tempi che corrono e lestofanti a piede libero: di buono x il momento la Liguria esporta di sicuro Beppe Grillo!