06 marzo 2020

Pressing di Confindustria Nautica per risolvere l’infrazione sul noleggio. Già disdette il 23% delle prenotazioni per il Coronavirus

06 marzo 2020

I vertici di Confindustria Nautica ha incontrato la Commissione Finanze della Camera dei Deputati, per discutere dell’infrazione sul noleggio di unità da diporto, impatto del Coronavirus, del rilancio del charter e della portualità turistica

Pressing di Confindustria Nautica per risolvere l’infrazione sul noleggio. Già disdette il 23% delle prenotazioni per il Coronavirus

I vertici di Confindustria Nautica ha incontrato la Commissione Finanze della Camera dei Deputati, per discutere dell’infrazione sul noleggio di unità da diporto, impatto del Coronavirus, del rilancio del charter e della portualità turistica

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Serve risolvere al più presto la vicenda dell’infrazione sul noleggio delle unità da diporto, perchè l’Italia resti leader nel settore e gli altri Paesi europei nuovamente competitivi rispetto agli operatori extra comunitari.

Attualmente, infatti, i Paesi extra europei hanno condizioni fiscali migliori, che favoriscono l’aumento di contratti, imbarchi (e quindi del gettito Iva), mentre l’Italia sta già affrontando la disdetta del 23% delle prenotazioni dei noleggi, a causa del Covid-19. Si è parlato soprattutto di questo durante l’incontro tra i vertici di Confindustria Nautica e il presidente della Commissione Finanze della Camera dei deputati, Raffaele Trano, avvenuto nei giorni scorsi a Roma.

L’onorevole Trano ha ricevuto la delegazione di Confindustria Nautica il giorno dopo la sua elezione alla guida della Commissione. Uno dei primi fascicoli che si è trovato ad affrontare, quindi, è stato quello relativo allo stato dell’industria nautica e della sua filiera, nell’ambito di una presa di contatto con le principali associazioni di categoria.

Al centro del colloquio, la necessità di un incontro con il Commissario europeo Paolo Gentiloni, per definire la procedura di infrazione sul noleggio, questione sulla quale il presidente Trano ha preso l’impegno di sollecitare l’intervento del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. L’aumento dell’imponibile Iva non solo mette fuori mercato tutti gli operatori dell’Unione Europea, a favore di quelli extra comunitari, ma rischia di spazzare via le aziende italiane del charter che, a causa del Coronavirus, hanno già registrato la disdetta del 23% delle prenotazioni della stagione.

LA PROCEDURA DI INFRAZIONE SUL NOLEGGIO

Durante la scorsa legislatura, la Commissione Europea (Moscovici) ha aperto una procedura di infrazione nei confronti di Italia, Francia, Regno Unito, Grecia, Malta e Cipro sulla locazione e il noleggio di imbarcazioni da diporto. L’Italia si è adeguata con la Legge di Bilancio, rimandando ad un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, che deve essere emanato entro pochissimi giorni, per individuare nuove modalità di calcolo dell’imponibile.

Modificando una prassi consolidata da oltre 20 anni, la precedente Commissione ha però indicato soluzioni attuative che risultano fortemente penalizzanti per gli Stati membri della stessa UE, poiché favoriranno l’imbarco e la partenza dell’attività di charter dai Paesi extra-europei limitrofi, spostando, insieme al luogo di messa a disposizione dell’unità, anche quello dove deve essere versata l’Iva. Senza contare l’aggravio burocratico e di costi per l’amministrazione finanziaria.

Il tema è estremamente delicato e su di esso si gioca la competitività dell’Italia, che è leader mondiale nell’industria nautica, con 180 mila addetti, e nel noleggio/locazione, e quello degli altri player UE nella costruzione, come Francia, Germania, Olanda, Polonia, e nel turismo nautico, come Francia, Grecia, Croazia, Spagna e Malta.

IL CONTENZIOSO DEI PORTI TURISTICI

Non meno grave la situazione per i 23 porti turistici in contenzioso con lo Stato da 13 anni per l’applicazione retroattiva degli aumenti dei canoni demaniali, che, nonostante la vittoria di tutte le cause di ogni ordine e grado, inclusa la pronuncia della Corte Costituzionale, continuano a vedere emesse da parte dell’Agenzia delle Entrate le cartelle esattoriali e i provvedimenti di blocco dei conti correnti.

Sempre in tema di filiera della nautica, Confindustria Nautica ha espresso la necessità di recuperare gli emendamenti ammessi ma non discussi durante la conversione in legge del Decreto Milleproroghe. In particolare la norma che affrontava e chiariva il regime dei marina resort e quella sulle forniture di beni e servizi a unità commerciali da diporto, che sono penalizzate rispetto alla Francia. Con due norme prive di costi per l’erario, sarebbe possibile rimuovere alcune storture che incentivano la delocalizzazione delle unità nei Paesi confinanti.

LA NAUTICA IN ITALIA

La nautica nel nostro Paese genera un valore aggiunto di quasi 12 miliardi di euro e negli ultimi due anni l’occupazione del comparto è cresciuta di un +20%, raggiungendo 22 mila addetti diretti e 180 mila nella filiera. Le stime dell’Ufficio Studi di Confindustria Nautica mostrano una crescita del fatturato 2020 per il 62% delle aziende, che per due aziende su tre si attesterà intorno al 5%. La stima di crescita prevista per il 2019 è del +9,7% per il fatturato globale dell’industria italiana della nautica.

I dati 2019 dello stipulato di leasing nautico hanno registrato una significativa crescita in termini di volumi, con un valore dei contratti complessivo pari a 512,2 milioni di euro. Se il Centro-Nord primeggia per fatturato, il Sud si distingue per il numero di contratti stipulati, cresciuti del +19% nel 2019. Particolarmente bene sono andate la Sicilia e la Puglia. La cantieristica nautica vede invece primeggiare la Toscana, davanti a Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Campania e Lazio.

 

Giuseppe Orrù

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