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Continuo a congratularmi per la libertà di stampa che, in questo particolare momento politico e culturale, risulta ancor più ammirevole. Non aggiungo altro in merito a quelle che per me sono evidenti carenze processuali per non tediare i lettori in quanto la trattazione corretta del mio punto di vista sarebbe necessariamente troppo prolissa. Con la mia famiglia ho fatto 10 crociere con la Costa, anche dopo il naufragio, tutte impeccabili e convenientissime, possiedo un 411 a vela ed un motorsailer 33 in acciaio inox autocostruito, è facile immaginare il mio amore per il mare, la mia insofferenza per gli organi di controllo e lo sgomento per il naufragio di cui parliamo. La Costa Crociere per me è sempre stata un fenomeno economico, organizzativo e sociale irraggiungibile, per questo vorrei scoprire come e perchè tanto splendore nascondeva, e continua a nascondere, qualcosa di emblematicamente italiano che tutti noi dobbiamo conoscere.
Congratulazioni, avete pubblicato il mio precedente commento, sono grato per questa opportunità insperata. Ora mi aspetterei una reazione interlocutoria da parte dei magistrati che potrebbero chiedermi come mi sia spinto ad affermare il vizio delle certificazioni della Concordia e la elusività delle perizie agli atti. Potrebbe anche venirne fuori una epurazione tecnico-burocratica che volga alla reale sicurezza e non a stipendiare tecnocrati inutili e non solo nel campo della navigazione. Che il web possa salvare l’Italia?
Che ipocrisia, il comandate Schettino è colpevole di una assurda negligenza, ma la nave, certificatissima, era insicura e le certificazioni erano fittizie. Chiunque ha un minimo di pratica vede che la falla è emersa nell’affondamento, prova del cedimento improvviso delle paratie stagne. 70 minuti di assenza dell’equipaggio impegnato ad occultare le realtà disdicevoli della Costa. La giustizia vorrebbe l’ergastolo per i periti e per i certificatori; 30 anni ai soli dirigenti Costa collusi, solo una pena umiliante per Schettino ed il congedo senza pensione ai magistrati che vedono solo quello che non urta i poteri forti. Mi auguro che possiate pubblicare questo commento anche se non ci spero. Molte saldature delle lamiere della Concordia, in prossimità della falla, risultavano palesemente viziate. Nessuno può dirlo.
Il comandante non ha fatto nessuna manovra da manuale…la nave, dopo l’urto e priva sia di propulsione che di energia per gli apparati, ha proceduto con la forza dell’inerzia ed il timone a dritta fino a progressivamente fermarsi e girarsi fra Giglio e Argentario, per poi essere spinta da corrente e brezza fino ad arenarsi davanti a Giglio Porto. Solo grazie a questo non stiamo oggi parlando di migliaia di morti, altri che manovra da manuale!
Il comandante con una manovra da manuale ha evitato una sciagura di ben piu’ ampie proporzioni; e’ anche vero che in epoca di telefonini un capitano di nave non comanda piu’ la’ dove imperano invece gli interessi economici della compagnia armatrice.
Per queste grosse navi perlomeno adesso esiste un precedente.