12 febbraio 2015

Processo Concordia: 16 anni a Schettino ma niente custodia cautelare

12 febbraio 2015

Pena quasi dimezzata rispetto ai 26 anni chiesti dall'accusa, ma restano i reati di omicidio colposo, naufragio colposo, abbandono di incapaci e mancate comunicazioni

Pena quasi dimezzata rispetto ai 26 anni chiesti dall'accusa, ma restano i reati di omicidio colposo, naufragio colposo, abbandono di incapaci e mancate comunicazioni

1 minuto di lettura

francesco-schettino-arrestoI siti dei quotidiani internazionali riportano la notizia in prima pagina, ed è tutto vero: rispetto ai 26 anni chiesti dall’accusa, Francesco Schettino in primo grado è stato condannato a 16 anni per il naufragio Costa Concordia, più i risarcimenti che con Costa dovranno alle parti civili, più 5 anni di interdizione dal comando di una nave e interdizione perpetua dai pubblici uffici.

 

Analizzando la pena, 5 anni per naufragio colposo, 10 anni per omicidio colposo, un anno per abbandono di incapaci e un mese per le mancate comunicazioni. Per quanto concerne i risarcimenti, 30 mila per 110 parti civili, 300 mila per la regione Toscana per il danno d’immagine. Non è stata accolta invece la richiesta di custodia cautelare, per i giudici il pericolo di fuga dell’imputato non sussiste.

 

Non siamo  giuristi e tanto meno esperti di procedimenti giudiziari, quindi ci risulta alquanto difficile potere commentare questa sentenza della quale tra l’altro non si conoscono ancora le motivazioni. Una cosa è chiara, l’impianto accusatorio è stato si accolto praticamente in toto, ma rispetto alla richiesta dei Pm, 26 anni, la pena è praticamente dimezzata

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6 commenti

  1. tommaso says:

    Continuo a congratularmi per la libertà di stampa che, in questo particolare momento politico e culturale, risulta ancor più ammirevole. Non aggiungo altro in merito a quelle che per me sono evidenti carenze processuali per non tediare i lettori in quanto la trattazione corretta del mio punto di vista sarebbe necessariamente troppo prolissa. Con la mia famiglia ho fatto 10 crociere con la Costa, anche dopo il naufragio, tutte impeccabili e convenientissime, possiedo un 411 a vela ed un motorsailer 33 in acciaio inox autocostruito, è facile immaginare il mio amore per il mare, la mia insofferenza per gli organi di controllo e lo sgomento per il naufragio di cui parliamo. La Costa Crociere per me è sempre stata un fenomeno economico, organizzativo e sociale irraggiungibile, per questo vorrei scoprire come e perchè tanto splendore nascondeva, e continua a nascondere, qualcosa di emblematicamente italiano che tutti noi dobbiamo conoscere.

  2. tommaso says:

    Congratulazioni, avete pubblicato il mio precedente commento, sono grato per questa opportunità insperata. Ora mi aspetterei una reazione interlocutoria da parte dei magistrati che potrebbero chiedermi come mi sia spinto ad affermare il vizio delle certificazioni della Concordia e la elusività delle perizie agli atti. Potrebbe anche venirne fuori una epurazione tecnico-burocratica che volga alla reale sicurezza e non a stipendiare tecnocrati inutili e non solo nel campo della navigazione. Che il web possa salvare l’Italia?

  3. tommaso says:

    Che ipocrisia, il comandate Schettino è colpevole di una assurda negligenza, ma la nave, certificatissima, era insicura e le certificazioni erano fittizie. Chiunque ha un minimo di pratica vede che la falla è emersa nell’affondamento, prova del cedimento improvviso delle paratie stagne. 70 minuti di assenza dell’equipaggio impegnato ad occultare le realtà disdicevoli della Costa. La giustizia vorrebbe l’ergastolo per i periti e per i certificatori; 30 anni ai soli dirigenti Costa collusi, solo una pena umiliante per Schettino ed il congedo senza pensione ai magistrati che vedono solo quello che non urta i poteri forti. Mi auguro che possiate pubblicare questo commento anche se non ci spero. Molte saldature delle lamiere della Concordia, in prossimità della falla, risultavano palesemente viziate. Nessuno può dirlo.

  4. Charlie One says:

    Il comandante non ha fatto nessuna manovra da manuale…la nave, dopo l’urto e priva sia di propulsione che di energia per gli apparati, ha proceduto con la forza dell’inerzia ed il timone a dritta fino a progressivamente fermarsi e girarsi fra Giglio e Argentario, per poi essere spinta da corrente e brezza fino ad arenarsi davanti a Giglio Porto. Solo grazie a questo non stiamo oggi parlando di migliaia di morti, altri che manovra da manuale!

  5. Riccardo Paba says:

    Il comandante con una manovra da manuale ha evitato una sciagura di ben piu’ ampie proporzioni; e’ anche vero che in epoca di telefonini un capitano di nave non comanda piu’ la’ dove imperano invece gli interessi economici della compagnia armatrice.
    Per queste grosse navi perlomeno adesso esiste un precedente.