11 aprile 2020

Quarantena a bordo di uno yacht di lusso ai Caraibi. Per Floating Life lo yacht management non ha confini

11 aprile 2020

LN ha intervistato Andrea Pezzini, CEO di Floating Life, società svizzera di management e charter di yacht e superyacht, che racconta come è stato possible realizzare questo desiderio e le tante esigenze di ogni giorno di qualsiasi armatore

Quarantena a bordo di uno yacht di lusso ai Caraibi. Per Floating Life lo yacht management non ha confini

LN ha intervistato Andrea Pezzini, CEO di Floating Life, società svizzera di management e charter di yacht e superyacht, che racconta come è stato possible realizzare questo desiderio e le tante esigenze di ogni giorno di qualsiasi armatore

10 minuti di lettura

Fuggire da mascherine, autocertificazioni, controlli e paura di contagi da Coronavirus rifugiandosi a bordo di uno yacht di lusso, nel Mar dei Caraibi. E’ la quarantena dorata di un cliente che si è affidato ad una società specializzata nello yacht management.

A rendere possibile questa “evasione” è stata Floating Life, un’azienda-boutique fondata in Svizzera nel 2002 da Andrea Pezzini e Barbara Tambani, che mette a disposizione servizi di gestione tecnica e amministrativa a 360° in tutto il mondo nel settore nautico. Floating Life offre moltissimi servizi esclusivi e customizzati per l’armatore, soddisfando qualsiasi tipo di esigenza e di desiderio. Come ad esempio godersi un mega yacht in multiproprietà.

Abbiamo intervistato Andrea Pezzini, CEO e cofondatore di Floating Life, per capire come la sua azienda concepisca lo yacht management, al punto da garantire anche una “quarantena di lusso”, in modo sicuro e legale.

Signor Pezzini, la vostra azienda ha evoluto il concetto di multiproprietà applicato agli yacht. Ma perché preferire la condivisione della proprietà di uno yacht anziché un semplice charter?

Il vantaggio economico tra un charter e un Time Sharing, termine da noi usato nel nuovo sistema che determina una condizione diversa dal vecchio concetto di multiproprietà, è enorme. Inoltre il nostro sistema dà una differente flessibilità di utilizzo e di rendita rispetto ad un charter, che alla fine è un costo fine a sé stesso.

Con il nostro concetto di Time Sharing, il cliente per il suo periodo di utilizzo ha la possibilità di usare lo yacht come un proprietario, tanto che allestiamo la cabina “armatore” e la sala principale con gli effetti personali che il cliente ci lascia per la personalizzazione. Inoltre il tempo di non utilizzo viene da noi charterizzato a terzi, facendo divenire redditizio per il cliente questo tempo “perso”.

Andrea Pezzini, Ceo di Floating Life

Andrea Pezzini, Ceo di Floating Life

Com’è formata la flotta che state seguendo in questo momento?

Attualmente abbiamo concluso un primo periodo di 10 anni della prima multiproprietà. Abbiamo venduto due yacht dei tre che avevamo nel sistema, e per uno abbiamo rinnovato i contratti per altri 8 anni.

Abbiamo inoltre avviato la ricerca per una serie di nuove costruzioni che sono state già progettate e che inizieranno appena raggiungiamo la soglia minima di partecipanti per garantire l’investimento. Purtroppo con l’attuale crisi sanitaria, il mercato si è fermato ma siamo ottimisti di poter ripartire a breve con la commercializzazione del prodotto.

I vostri servizi sono estremamente personalizzabili e all’insegna del lusso. Qual è il valore aggiunto che Floating Life è in grado di offrire a uno yacht e al suo armatore?

Innanzitutto ci tengo a sottolineare che la nostra clientela è per l’80% composta da yacht in uso privato, dove il cliente è seguito nel dettaglio in tutti i suoi desiderata. Avendo praticamente tutte le risorse interne, come un ufficio tecnico, una concierge, la logistica, l’amministrazione e la sicurezza, riusciamo a supportare e sollevare il cliente da tutte le necessità di gestione della barca.

Inoltre, tramite il nostro contratto di management, ci assumiamo parte delle responsabilità che sarebbero a lui riferite. Mi riferisco in particolare alla responsabilità legata alla sicurezza marittima e a quella di gestione del personale, che come professionisti ci andiamo ad assumere al 100%. La filosofia del servizio è legata a questo pensiero: il cliente viene preso in cura da noi “dalla porta di casa” e seguito in tutto fino al suo ritorno “in casa” a fine vacanze.

Tramite la concierge interna, organizziamo tutto per il cliente. Anche le “vacanze fuori barca” se lo richiede. Tutto questo ovviamente è basato sul pieno godimento del loro periodo di vacanza che, per chi è preso dal proprio business tutto l’anno, è il periodo più “prezioso” che ha.  Finite le vacanze, ci attiviamo per le manutenzioni e l’utilizzo dell’equipaggio nel periodo invernale, con liste lavori dettagliate dedicate al mantenimento al top dello yacht.

Come state affrontando l’attuale emergenza sanitaria legata al Covid-19?

Come molte aziende ci siamo da subito organizzati con lo “smart working” da casa, garantendo tutti i servizi ai clienti e alle barche. L’unico servizio che non possiamo al momento dare è quello legato alle visite fisiche a bordo che abbiamo temporaneamente sostituito con visite virtuali, fatte con le telecamere dei cellulari di bordo e la collaborazione degli equipaggi.

Abbiamo inoltre preparato e inviato a tutti i nostri equipaggi delle linee guida specifiche per affrontare questa situazione legata al Covid-19, che abbiamo fatto visionare ad un esperto virologo. Questo documento non sostituisce le linee governative in materia di salute sul tema Covid-19, ma sono state scritte da me, sulle specifiche situazioni che si possono venire a creare a bordo.

Voi state seguendo degli ospiti che hanno deciso di trascorrere una “quarantena di lusso”, a bordo di uno yacht in una meta esotica. Ci può dare qualche dettaglio in più?

Lo yacht si trova nei Caraibi, in questo momento all’ancora in una baia protetta di Providencial, Isole Turks & Caicos. Sono in attesa di potersi muovere perché le marine dei Caraibi sono tutte chiuse per quarantena. La vita a bordo scorre serena, godendosi per quanto possibile la barca e i giochi d’acqua presenti a bordo. E’ vietato lo sbarco a terra in base alle normative locali emesse per la situazione sanitaria a terra.

Floating Life si occupa anche della gestione dell'equipaggio

Floating Life si occupa anche della gestione dell’equipaggio

Come avete attrezzato lo yacht? Ci sono accorgimenti particolari a bordo?

Avendo avuto conoscenza della volontà di fare il periodo di quarantena a bordo e di rimanerci per almeno due mesi con un anticipo di circa due settimane, abbiamo forzato i tempi per le manutenzioni importanti di bordo: motori principali, generatori, watermaker. Abbiamo organizzato l’arrivo dei kit di manutenzione dei macchinari e apparati di bordo, in modo da rendere la barca indipendente per almeno due mesi.

Abbiamo fatto scorte di cibo e acqua per lo stesso periodo di utilizzo e abbiamo fatto il pieno di gasolio a bordo. Con il comandante abbiamo verificato i consumi di bordo, stabilito le andature e le ore di moto da tenere, per stare in navigazione per il tempo stabilito. Abbiamo testato gli apparati di comunicazione presenti a bordo, sia quelli radio normali che quelli telefonici, le connessioni da terra e quelle satellitari.

Abbiamo dato delle linee guida sanitarie da tenere a bordo, legate alla gestione della vita di bordo e alle varie casistiche, legate al contatto con le cose e le persone esterne alla barca. Abbiamo chiesto di osservare 15 giorni di quarantena con tutti a bordo, armatore compreso, prima di iniziare il primo viaggio.

Abbiamo chiesto di lasciare una cabina con bagno libera, per un’eventuale necessità di isolamento completo a bordo. Oltre a dedicare uno spazio, sui ponti esterni, facilmente disinfettabile, per il trattamento del materiale in arrivo a bordo. Sono state date delle procedure di contatto con i nostri uffici e con gli agenti marittimi locali, in modo da avere sempre sotto controllo la situazione da terra, per ogni supporto necessario.

Quali sono le disposizioni che avete fornito a equipaggio e ospiti? Avete posto dei “paletti” su itinerari, ormeggi e navigazione?

In realtà, l’unico paletto che abbiamo imposto è stata una quarantena di 15 giorni di tutte le persone presenti a bordo, prima di iniziare la navigazione e quindi l’abbandono del porto sicuro. Poi abbiamo dato le linee guida sanitarie. Per la navigazione e i porti, sapendo l’incertezza della situazione, abbiamo deciso con il cliente di adattarci alle situazioni locali che ormai variano giornalmente.

Avete fornito anche un’assistenza a livello normativo? In Italia è vietato il diporto in questo periodo. Quali sono gli accorgimenti che avete indicato per evitare di infrangere le leggi del Paese ospitante?

Oltre che assumere informazioni e darle a bordo quotidianamente, ci siamo appoggiati agli agenti locali, in modo da non violare le restrizioni territoriali. In questo momento specifico, stando all’ancora, non abbiamo altre limitazioni oltre a quella di non abbandonare l’ancoraggio senza il permesso delle autorità locali e, soprattutto, senza una destinazione specifica con un porto sicuro aperto.

Ricordiamo che, in caso di evidente e provata necessità legata alla sicurezza e sanità, i porti commerciali sono aperti, ovviamente osservando rigorosamente tutte le restrizioni di quarantena imposte dalle autorità competenti.

Quali sono le sue previsioni, legate al settore dei megayacht, una volta che sarà terminata l’emergenza Coronavirus?

Visto la continua richiesta da parte dei clienti di poter usare la propria barca, appena la situazione si sarà risolta, prevedo un bel numero di richieste di charter, concentrate in un medio breve periodo che creerà qualche problema a questo settore specifico.

Per carattere non sono pessimista e spero che, anche in ritardo, la stagione estiva possa partire e così anche il nostro mercato. Molto però sarà legato alla possibilità di viaggiare in aereo, perché il mercato è mondiale e avere limitazioni nei voli potrebbe essere un problema aggiuntivo.

Tornando alla personalizzazione, nulla è lasciato al caso. Addirittura nel vostro continuo interfacciarvi con gli armatori, ad esempio per la progettazione, c’è anche un legame strettissimo con gli equipaggi, addirittura per la progettazione delle divise di bordo, di cui si occupa sua moglie, la signora Barbara Tambani. Perché questa scelta?

Andrea Pezzini e Barbara Tambani

Andrea Pezzini e Barbara Tambani

Fin dall’inizio, con Barbara abbiamo pensato di offrire un servizio di boutique ad un numero limitato di clienti. Questo per differenziarci dalle grandi aziende competitor, che invece si concentravano maggiormente sul numero dei clienti, con servizi base, maggiormente legati alla contabilità di bordo e sul controllo a spot dell’equipaggio.

I servizi poi sono cresciuti in numero e qualità sulla richiesta dei nostri clienti che sono per noi una spinta continua al miglioramento. Le divise sono nate su richiesta di un cliente che desiderava avere qualcosa di unico e dalla passione che ha mia moglie per la moda. Barbara, insieme ad una stilista e ai nostri equipaggi, ha creato e sviluppato una linea di divise che negli anni sono cresciute in qualità e dettagli, sempre sulla filosofia di creare qualità.

Oggi la produzione e il materiale sono totalmente “made in Italy” e il materiale che produciamo è testato in Italia, per garantirne la durata nei colori e nei dimensionamenti nell’utilizzo. Produciamo tutto, dai gradi alle scarpe, ma non solo, portiamo a bordo le divise, le facciamo provare a tutti i membri dell’equipaggio, gli prendiamo le misure e gliele modifichiamo su misura in tempi brevissimi (72 ore). Infine le riconsegniamo complete di ricamo e suddivise già per persona.

Questa scelta di qualità ci ha portato ad avere un discreto successo di mercato servendo, ad oggi, oltre l’80% della produzione a yacht non in nostra gestione.

Floating Life è un’azienda che guarda già alla seconda generazione e ai giovani. Quali sono le professionalità dei vostri collaboratori e qual è l’età media?

Se mi tolgo dal conto, dato che io sono il “diversamente giovane” dell’azienda, la media è intorno ai 34 anni. Per una scelta nostra interna, abbiamo cercato tutto il personale in settori diversi dalla nautica. Questo ci ha permesso di plasmare i nostri collaboratori sulla filosofia di trasparenza e professionalità con cui abbiamo sempre affrontato il nostro lavoro.

Essendo partiti con un numero ridotto di collaboratori, lo sforzo di formazione è stato facilmente assorbibile e, crescendo in numero, i “vecchi” hanno formato i nuovi. Così oggi negli uffici abbiamo 15 persone totalmente formate, dedicate ai nostri yacht, e un indotto di almeno 20 persone per i servizi correlati.

Abbiamo due figli nel nostro staff, Manuel e Alberto, che lavorano, affiancando chi ha già esperienza, per crescere ed essere professionalmente pronti un giorno a prendere le redini di quanto abbiamo fondato ormai 18 anni fa. Abbiamo in cantiere progetti da sviluppare per i prossimi 10 anni e più e ancora mille idee nuove.

Quello che da sempre ci caratterizza sul mercato è che “Noi non stiamo mai fermi!”.

 

Giuseppe Orrù

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1 commento

  1. Erica sala says:

    Bellissimi …. Complimenti….. signorilità esclusiva e professionalitá vincente …..