Quei bravi ragazzi di Lisca Bianca e Gaetano Mura: l’esperimento della stampa 3D in navigazione
Sogni, idee, soliadarietà: questo e molto altro nell'incontro tra i ragazzi di Lisca Bianca e Gaetano Mura, con un esperimento interessantissimo
Sogni, idee, soliadarietà: questo e molto altro nell'incontro tra i ragazzi di Lisca Bianca e Gaetano Mura, con un esperimento interessantissimo
Quei bravi ragazzi di Lisca Bianca e quel sognatore di Gaetano Mura: la storia che vi stiamo per raccontare è una prosecuzione di quello che abbiamo scritto sul progetto sociale Lisca Bianca e su quello del Livrea 26.
A Palermo, intorno al restauro di Lisca Bianca (di cui si stanno occupando giovani rifugiati, ex tossicodipendenti della Comunità Santo Onofrio e persone con disabilità), c’è ormai un vero e prorio laboratorio di idee e iniziative. Gaetano Mura, skipper sardo del Class 40 Bet 1128, è venuto a conoscenza di questa realtà e ha deciso di navigare da Cagliari a Palermo per conoscere questi ragazzi che dal sud Italia portano avanti la loro grande rivoluzione. Da quest’incontro è nato un esperimento di grandissimo interesse.
Il progetto Lisca Bianca e l’incontro con Mura
Animatore del progetto Lisca Bianca è Francesco Belvisi, giovane progettista palermitano che ormai da diversi anni si muove tra la sua passione per la vela, il progetto sociale del restauro di Lisca Bianca (la barca con la quale i coniugi Albegiani girarono il mondo negli anni 80) e un’insaziabile sete di innovazioni e nuove tecnologie che mette in pratica con i ragazzi di Lisca Bianca e con il Fablab Palermo (un officina di idee che spazia dalla grafica alla robotica, dalla programmazione al marketing).
L’incontro con Gaetano Mura offre a Francesco Belvisi, su input dello skipper sardo, l’occasione per un grande esperimento: provare una stampante 3d in navigazione. Quante volte infatti abbiamo sentito, in occasione delle regate in solitaria o in doppio, le difficoltà degli skipper nell’effettuare le riparazioni, trovare materiale per le sostituzioni alle varie avarie. Una stampante 3D in queste situazioni potrebbe cambiare l’esito di una regata.
E’ nata così l’idea di navigare da Palermo a Cagliari sul Class 40 di Gaetano Mura, per testare in navigazione la stampante 3D e provare a realizzare un pezzo utile in barca: per questo test si è deciso di realizzare l’elica di un idrogeneratore, un pezzo molto fragile che spesso ha causato non pochi problemi ai navigatori solitari.
Piazzata la stampante 3D a centro barca, con una connessione internet satellitare che ha permesso all’equipaggio di ricevere dai progettisti a terra i file necessari, la stampante 3D ha fatto il suo lavoro e ha sfornato un’elica pronta a essere impiegata per fornire l’indispensabile enrgia di bordo. Se pensiamo che diversi skipper all’ultimo Vendée Globe, pur possedendo tecnologia avanzata, telefoni econnessioni internet satellitari, non sono riusciti a superare problemi simili: questa può essere una grandissima rivoluzione che apre in futuro a scenari impensabili fino a pochi anni fa.
Argomenti: Daily Nautica