RACCONTI DA BORDO – Millevele, una regata da ricordare FOTO e VIDEO
Abbiamo partecipato all’edizione 2013 della Millevele, l’ormai storica e affollatissima veleggiata lungo le coste genovesi, a bordo di un First 34.7. Ecco il racconto della regata
Abbiamo partecipato all’edizione 2013 della Millevele, l’ormai storica e affollatissima veleggiata lungo le coste genovesi, a bordo di un First 34.7. Ecco il racconto della regata
2 giugno – Nove e trenta del mattino. Mi reco sulle banchine del Circolo Nautico Mandraccio, al Porto Antico di Genova, dove ad attendermi c’è “L’Escargot”, un Beneteau First 34.7 che mio padre possiede assieme ad altri 4 soci. Da tempo non riesco a dedicare alla vela il tempo che vorrei, a furia di scrivere di barche mi rimangono davvero poche occasioni di uscire in mare. Oggi poi, per la Millevele, hanno addirittura deciso di mettermi al timone! Per la cronaca, alla randa il simpatico Luca, con un passato da derivista sui 470, a prua Dino, co-armatore, con i suoi figlioletti Filippo e Virginia, Silvia, che dichiara di “odiare i giornalisti” pur lavorando nell’editoria (“andiamo bene”, penso subito io, ma poi avrò l’occasione di ricredermi: brava e simpaticissima!) come tailer e mio padre alle drizze. Usciamo e ci fermiamo, come tutte le altre imbarcazioni, davanti al luogo dove fino a poco tempo fa sorgeva la torre piloti distrutta nell’impatto con la Jolly Nero, e facciamo suonare la nostra sirena a ricordo della tragedia.
Fuori dalla diga, vengo colpito dall’enorme quantità di imbarcazioni: 249 equipaggi in mare, 400 quelli iscritti. E, tanto per cambiare, niente vento. “Alé – penso – per una volta che avrei voluto divertirmi, mi toccherà ciondolare sotto il sole”. E invece no, un po’ di vento da sud-sud-est arriva, roba da un pugno di nodi, e il Comitato di Regata decide di dare il via alle procedure di partenza, davanti al lido d’Albaro. “Ragazzi, in barca no xe Republica – dico all’equipaggio, con un po’ di arroganza – oggi lasciamo parlare soltanto Luca, che ci farà da tattico”. Decidiamo di partire in barca giuria, nonostante ci sia un casino degno della Salerno Reggio-Calabria. Siamo in quarta fila, con l’equipaggio sdoganato a mo’ di “parabordi umani”, e dopo il consueto fortunale di improperi che accompagna le partenze affollate, riusciamo a liberarci circa 20 secondi dopo lo start e a navigare con il vento libero, sopravvento alla flotta. L’Escargot viaggia discretamente di bolina larga, e decidiamo di tenerci belli alti rispetto al gruppo. C’è un po’ di corrente in direzione del vento che dovrebbe portarci sulla prima boa davanti a Quarto, e in più non si rischia di ritrovarsi nella bonaccia che regna sottocosta. Giriamo la prima boa ventesimi. Il colpo d’occhio del muro di 230 barche dietro è una delle ragioni per cui vale la pena vivere. “Cerchiamo di rimanere concentrati – mi ammonisce Luca – la regata è ancora lunga”. [nggallery id=276] (fotogallery esclusiva di Liguria Nautica riproducibile previa citazione della fonte con link attivo)
Il secondo lato, che ci porta alla boa di Bogliasco, è una bolina leggermente più stretta di quella precedente. Anche qui la tattica non cambia: belli alti, a scendere si fa sempre tempo. C’è anche qualche avventuroso che prova a dare lo spinnaker perché il vento ruota leggermente a sud, ma il gioco non vale la candela, si tende a scadere molto nella zona di bonaccia. Affrontiamo questa parte di regata concentratissimi perché a una lunghezza di distanza, poco sopravvento, l’X-332 “Betelgeuse” ci dà del filo da torcere. “Ammazza Jeppesen che bel lavoro che ha fatto”, penso tra me e me. Isolati dal resto della flotta in virtù di questo match-race, ci rendiamo conto alla boa di avere recuperato qualche barca, incluso il First 34.7 “Corto Maltese”, la nostra gemella che di solito ci fa i giri attorno: a Dino e a mio papà brillano gli occhi. Torniamo verso Genova, nel frattempo il vento gira ancora un po’ ad ovest non rendendo necessaria l’issata dello spinnaker, stiamo in silenzio, concentrati, e i minuti sembrano ore. Recuperiamo ancora, incredibile Escargot! Fino ad arrivare allo stocchetto finale dietro al “Grampus”, il 18 metri barca scuola dello Yacht Club Italiano. Tagliamo il traguardo in sedicesima posizione, mai andati così bene alla Millevele, scoprendoci poi secondi di categoria, dietro al Tripp 33 “Ginger Tripp” di Diego Zamorani, su oltre 90 barche. Applausi, abbracci come se avessimo vinto un match race di Coppa America, focaccia e vino bianco. Come direbbe il giornalista Paolo Bontempelli: “Che bella la vela!!!!”.
Eugenio Ruocco
Guarda il nostro video della partenza di Millevele
ECCO LE CLASSIFICHE CATEGORIA PER CATEGORIA
Itacentodue si aggiudica il Trofeo Millevele riservato alla prima imbarcazione ad aver tagliato la linea di arrivo.
La classifica finale Millevele 2013 – i primi di ciascuna categoria
Categoria Maxi: Itacentodue di Adriano Calvini
Categoria 0: Obsession di Mario Rossello
Categoria 1: Voloira IV dei Fratelli Zucchi
Categoria 2: Ariel di Francesco Giordano
Categoria 3: Just a Joke di Marcello Maresca
Categoria 4: Ginger Tripp di Diego Zamorani
Categoria 5: Robi e 14 di Massimo Schieroni
Categoria 6: Yenky di Nicola Loris
Categoria 7: Jaws di Giacomo e Matteo Mori
Categoria 8: Moitouseul di Andrea Frassinetti
Categoria 9: Il Pontile 1 di ASD Il Pontile
La classifica generale è online sul sito dello Yacht Club Italiano www.yci.it.
Complimenti !!!
Bellissime foto e video!!!
Articolo interessante!!!
Bravi, continuate così!
rinnovo i miei complimenti … siete stati veramente bravi
alla prox