Registro telematico, è finito l’incubo dei controlli “selvaggi”?
Con l’istituzione del sistema telematico centrale della nautica da diporto chi va in mare per passione potrà tirare un sospiro di sollievo. Era dal 1998 che ci si augurava un registro unico delle unità da diporto!
Con l’istituzione del sistema telematico centrale della nautica da diporto chi va in mare per passione potrà tirare un sospiro di sollievo. Era dal 1998 che ci si augurava un registro unico delle unità da diporto!
Grazie alla “legge di stabilità 2013” del 24 dicembre scorso, è stato istituito, nell’ambito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’agognato “Sistema telematico centrale della nautica da diporto”. Una volta operativo, ci auguriamo che comporti un significativo cambiamento, consentendo di superare le criticità dell’attuale sistema di registrazione delle unità da diporto: soprattutto, quelle legate ai controlli effettuati “random” al largo delle nostre coste da parte dei vari organi preposti. Trova così realizzazione un’idea avanzata per la prima volta nel 1998 dall’allora sottosegretario ai Trasporti e, negli anni successivi, portata avanti dalle associazioni di settore (UCINA, UNASCA, etc.).
Il Sistema includerà un archivio telematico centrale contenente informazioni di diversa natura (tecnico, giuridico, amministrativo e di conservatoria) riguardanti le navi e le imbarcazioni da diporto. Con successivo regolamento è prevista, inoltre, la nascita dello Sportello Telematico del Diportista per tutti gli adempimenti amministrativi d’iscrizione, cancellazione e abilitazione alla navigazione di imbarcazioni e navi da diporto. Notevoli sono i vantaggi che derivano dall’istituzione del registro telematico. Esso, infatti, oltre a garantire una maggiore certezza dei dati e permettere una loro migliore interconnessione, rappresenta un notevole passo avanti verso la semplificazione e armonizzazione delle procedure del settore: un settore in crisi che, grazie a questo – doveroso – cambiamento, prende una boccata d’ossigeno.
Argomenti: barche a motore, Daily Nautica, economia-&-finanza, mare, vela
Con la spending rewiew ci hanno preso in giro togliendo sovvenzioni alla sanità e all’istruzione.
Mentre non hanno toccato quelle voragini di spese inutili che sono le capitanerie di porto, dove piccoli e ignoranti marescialli fanno il bello e il cattivo tempo nella gestione delle patenti. Poi il maggiore impiego dei militari è quello di fare le multe per divieto di sosta negli spazi portuali, anche quelli di pertinenza delle amministrazioni comunali.
Ormai è evidente che le capitanerie di porto attuali sono solo uno strumento anacronistico e di spreco del denaro pubblico.
Deve esistere una sola Guardia Costiera che racchiuda le pertinenze di tutti gli altri corpi di polizia che scorazzano sul mare a vessare poveri deficienti velisti che anche se in possesso di bagnarole da pochi euro soco considerati alla stregua di nababbi da vessare in tutti i modi. I veri nababbi non si sognano di toccarli perchè avrebbero conseguenze nefaste sulle loro carriere.
Grazie spending rewiew
Condivido pienamente quanto asserito dal sig. Accardi. Aggiungerei che, come al solito in Italia, chi paga sono solo e sempre le persone oneste insieme ai 290 armatori di navi da diporto. Incomincio a credere, anche alla luce di quanto sta accdendo in Italia , che essere persone per bene ed aver fiducia nelle istituzioni è indice di debolezza e stupidità.
Sarebbe interessante capire se i dati del registro telematico saranno presi da quelli disponibili presso la Capitanerie di Porto o dell’agenzia delle Entrate. Nel primo caso sarebbero disponibili unicamente i dati delle unità battenti bandiera italiana (parliamo di sole 37.000 tra imbarcazioni e navi), nel secondo caso si potrebbero avere i dati anche delle bandiere estere intestate ad italiani.
Per dare una valenza a quanto sopra: le Navi da diporto battenti bandiera italiana sono circa 290 (Duecentonovanta), i posti barca per Navi da Diporto sono oltre 7.200 (Dati Ministero dei Trasporti). Considerando che i posti barca non sono vuoti, anzi carenti, si desuma che il rapporto delle navi battenti bandiera Italiana contro quelle estere è di 1/25 ! Spenderemo soldi per un progetto che obbligherà comunque i mezzi della finanza a scorrazzare per mare?