Salone Nautico di Genova: con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così
Di una cosa siamo certi, si tratta dell'unico salone italiano in grado di potere tornare a essere competitivo a livello internazionale e di mostrare ciò che c'è di meglio nella nostra nautica
Di una cosa siamo certi, si tratta dell'unico salone italiano in grado di potere tornare a essere competitivo a livello internazionale e di mostrare ciò che c'è di meglio nella nostra nautica
Genova si, Genova no, Genova forse. Una famosa canzone diceva: “Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che abbiamo noi prima di andare a Genova”, mai frase fu più adatta all’edizione del Salone Nautico che sta per cominciare. Mancano ormai meno di 48 ore all’apertura dei cancelli e, lo ammettiamo candidamente, noi siamo molto contenti che il Salone Nautico Internazionale, nonostante le nubi degli ultimi anni e le polemiche crescenti, si faccia e si svolga nell’indiscussa capitale della nautica italiana. Ok, in molti mercoledì mattina avranno “quella faccia un po’ così” di chi pensa se sarà vero che questa finalmente sia l’edizione della svolta. Non lo sappiamo, ma di una cosa siamo certi, si tratta dell’unico salone italiano in grado di potere tornare a essere competitivo a livello internazionale e di mostrare ciò che c’è di meglio nella nautica italiana e non solo.
Ok, molti diranno che 15-20 anni fa a Genova si vendevano le barche, e quante se ne vendevano, ed oggi è tutto più difficile. Ci viene da rispondere, cosa è facile oggi in Italia? Niente. Abbiamo un’economia in crisi strutturale, una politica incapace di trovare soluzioni, il mercato interno inesistente, ma troppo spesso in Italia abbiamo anche la sindrome dell’erba del vicino sempre più verde. “Cannes è tutta un’altra cosa”, “vuoi mettere il Salone di Montecarlo”? Si accomodino signori, il cancello è aperto.
E’ arrivato il momento di mettere da parte le polemiche e occuparci del nostro Salone Nautico. E si badi bene, non lo facciamo per essere compiacenti con gli organizzatori e accondiscendenti con le ovvietà sul made in Italy che il ministro di turno verrà a pronunciare mercoledì mattina in occasione dell’apertura. Da anni sentiamo sempre lo stesso discorso, cambiamo solo le facce che lo pronunciano. No. Lo facciamo per noi, perché la nautica è il nostro lavoro e perché vogliamo provare a difendere quello che ci resta. E lo faremo “con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ cosi’ che abbiamo noi, che abbiamo visto Genova”. L’augurio che ci facciamo, e che facciamo a tutti gli operatori del settore, è quello di potervi raccontare un bel Salone.
Rivediamo l’edizione 2013:
Mauro Giuffrè
Argomenti: Saloni Nautici
Sono d’accordo con Francesco.Ho visto il primo salone a genova e tutti gli anni partecipo alla manifestazione.Oggi sono entrato alle 12.00 ed alle 16,30 ero fuori dove gia’ una marea di vigili riusciva a confondere Bus e traffico.Ancora una volta la delusione dell’anno scorso e’ stata confermata.Poco spazio con le barche accatastate le une alle altre.Troppi stand gastronomici,vendita di pesto e prodotti locali,cachemire e cinture (Shopping center ?).Dietro la paratia rossa il degrado piu’ totale,i servizi igienici che nemmeno in India sarebbero accettati e commenti negativi da parecchi standisti storici.In effetti oggi puoi comprare una lancia da 5 mt con motore fuori bordo a meno di 5000 euro ed una vela da 10 mt per 70000.Puoi acquistarle a Genova o in Francia.La differenza e’ che a Genova chiedi un preventivo ed il venditore deve segnalarlo alle autorita’ della Finanza mentre in Francia no.Auguroni a tutto lo Staff
Non è vero che i saloni di CANNES e via dicendo sono migliori più o meno sono tutti uguali,solo che i saloni sono diventati perfettamente inutili,con l’avvento della tecnologia e sopratutto di internet,i saloni sono diventati spesso solo un ulteriore aggravio di spese per le già malconcie casse dei cantieri. Aggiungo che la politica degli organizzatori bieca e improntata solo ed esclusivamente a trarre maggior profitto da tali manifestazioni(genova in primis) fà si che la stessa sia vissuta più come un danno/impiccio e inutili spese che come oppurtunità. Da qui si aggiunga che in passato Genova era la cartina tornasole per i cantieri,nel senso che la partecipazione era sinonimo che quel cantiere era in “vita” e godeva di buona salute. Oggi più della meta dei cantieri italiani sono chiusi o peggio falliti,quindi è venuta meno anche quest’ultima prerogativa di partecipare alla manifestazione di Genova. Molto si potrebbe fare ,per tornare a dare lustro a Genova, ma forse sarebbe meglio che prima si tornasse a dar lustro ai nostri cantieri piccoli e medi sopratutto,con politiche intelligenti e lungimiranti. Ma si sà qui in ITALIA se non sei FIAT, ENI,SNAM,ENEL ecc ecc non sei degno nemmeno della benche minima considerazione sia da parte dello stato,che di tutti i media.