16 aprile 2014

Salone Nautico: più piccolo e meno costoso nel 2014

16 aprile 2014

UCINA è disposta a un Salone più piccolo nel 2014 per riuscire ad abbassare ulteriormente i costi e favorire gli espositori

UCINA è disposta a un Salone più piccolo nel 2014 per riuscire ad abbassare ulteriormente i costi e favorire gli espositori

3 minuti di lettura

Obbiettivo costi bassi: è questa la filosofia che avrà il prossimo Salone Nautico di Genova, i cui organizzatori puntano a un sensibile abbattimento delle spese per potere offrire una fiera più accessibile alle possibilità degli espositori.

Sarà ancora più piccolo ma con una durata di un giorno in più (dal 2 al 7 ottobre), il prossimo salone nautico internazionale di Genova secondo gli obiettivi di Ucina Confindustria Nautica illustrati in una intervista al Sole 24 ore dal presidente designato Massimo Perotti (l’elezione formale avverrà alla prossima convention Satec, che si terrà a Santa Margherita Ligure dal 16 al 18 maggio).

 

Il patron dei cantieri Sanlorenzo, al secondo posto nella classifica mondiale di produttori di superyacht, darà il cambio ad Anton Francesco Albertoni, che è al termine del mandato. «Un obiettivo su cui mi concentrerò – afferma Perotti – sarà coniugare la cultura del turismo con la nautica minore, un po’ come accade in Francia e negli Usa, cercando di far sviluppare quel binomio a partire dal Sud Italia». Per quanto riguarda, invece, il Nautico di Genova , Perotti spiega che dovrà «ripartire dal piccolo, con una manifestazione di dimensioni anche più contenute di quella dell’anno scorso, per poi cominciare a ricrescere. È fondamentale mantenere costi bassi». Con quel target, prosegue, «abbiamo fortemente voluto la creazione di una società privata, controllata con quote paritarie (del 50%) da Fiera di Genova e da Ucina. Questa newco avrà il compito di gestire il Salone genovese ma svolgerà anche attività di promozione della nautica in tutta Italia. Occorre ricordare che nel 2008 il fatturato in entrata del Nautico era stato di 12 milioni, a fronte di un costo della manifestazione di circa 7 milioni.

 

Nel salone del 2013 le entrate sono state di 5,8 milioni, pari al costo della kermesse. Nel boat show del 2014 staremo, quanto a spese per l’evento, sotto i 4 milioni. Questo significa avere costi quasi dimezzati rispetto al 2008 e buone possibilità di far partire il mercato, perché diventa conveniente venire a Genova: gli espositori potranno pagare dal 20 al 30% in meno, rispetto alle scorse edizioni». La newco (la cui guida, secondo rumors riportati dal giornale, potrebbe essere assegnata ad Albertoni), si candiderà anche a gestire gli spazi delle marine della fiera durante tutto l’anno. «Cercheremo – dice Perotti – di sviluppare altre manifestazione fieristiche a Genova: per vela, charter, usato e vintage, portando nel capoluogo ligure esposizioni che già esistono in Italia ma si svolgono altrove». L’obiettivo da raggiungere, continua, «è che Genova torni ad essere il salone più importante del Mediterraneo.

 

Con un quartiere espositivo sarà ridotto ma sviluppato soprattutto sul mare. Ucina, da parte sua, chiederà ai produttori italiani, a partire dai più grandi, di collaborare al massimo per concentrare le proprie attività a Genova. Organizzando lì, invece che a Cannes, i press meeting e le presentazioni di nuovi modelli. Tutta l’industria italiana deve fare un sforzo e aiutare il Nautico a tornare il numero uno». Secondo quanto scrive Il Sole 24 ore, l’ad di Fiera, Antonio Bruzzone, conferma che la newco con Ucina sarà creata a breve.

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1 commento

  1. Massimo says:

    Premetto che non sono un operatore del settore, ma un visitatore da sempre del Nautico, e che lo scorso anno ho provato forte sconforto nel visitare quello che era il “Salone Nautico Internazionale” e invece mi é sembrato una ” fiera regionale nautica” con tanto di esposizione di automobili!
    Sicuramente ha avuto il suo impatto la crisi, il crollo delle vendite, e uno Stato “nemico” della nautica; ma per quanto mi sembra di capire l’impatto maggiore lo hanno l’incapacità degli amministratori locali e i gestori della Fiera, che anziché investire e approfittare delle opportunità della crisi, chiedono sempre gli stessi oneri, anziché semplicemente abbassare i costi per gli spazi espositivi, strutturare convenzioni con gli operatoti alberghieri e l’aereoporto, investire sull’innovare i padiglioni anni 60′, creare indotto e volano economico con la Marina Aereoporto per i maxi, ristrutturare Piazzale Kennedy, etc., e lasciare invece che il mitico Salone scivoli lentamente verso l’oblio perché non si capisce la differenza tra costi e investimenti e non riescono più a gestire i carrozzoni che si sono alimentati durante gli anni di vacche grasse (con buona pace di Cannes e Barcellona).