24 settembre 2012

SPECIALE PESCA – Andavo a seppie e invece…

24 settembre 2012

La fantasia e l'esperienza a pesca contano quanto la teoria: un pomeriggio destinato a un "cappotto" ha avuto invece una piacevole sorpresa

La fantasia e l'esperienza a pesca contano quanto la teoria: un pomeriggio destinato a un "cappotto" ha avuto invece una piacevole sorpresa

4 minuti di lettura

Abbiamo accettato l’invito di alcuni amici per trascorrere una settimana di pesca in Sicilia e, come prevedibile, il divertimento non è mancato. La prima uscita in mare è stata dedicata ai cefalopodi nella zona di Termini Imerese, obbiettivo le seppie, che in questo periodo iniziano a abboccare volentieri agli artificiali: il pomeriggio di pesca ha avuto come vedrete un piacevole diversivo.

 

Zone di pesca

Premettendo che non esiste una zona di pesca infallibile in assoluto, abbiamo scelto in base alla nostra esperienza e grazie alle indicazioni dell’ecoscandaglio, un fondo sui 20 metri misto sabbia-ciottoli, dove in passato abbiamo registrato la presenza costante delle seppie. Lo scarroccio della barca aiuterà comunque a sondare  zone differenti, particolare molto importante per questo tipo di pesca.

 

Attrezzatura

Abbiamo optato per un’attrezzatura medio leggera, puntando sulle canne da spinning dall’azione fast, ideali per trasmettere in diretta sull’esca le morbide jerkate necessarie ad attirare le seppie, che poco volentieri attaccano un’esca statica. Per la canna abbiamo scelto una Saint Croix monopezzo fast action da 8-17 lb in grafite, strumento ideato per lo spinning costiero o in acque interne, che si è rivelata duttile e adattabile a varie situazioni di pesca. Per il mulinello abbiamo optato per un Tica Dynaspin 1500, piccolo ma potente, sul quale abbiamo imbobinato un buon 0.25.

 

 

 

Esche e montatura

In commercio esiste un’ampia gamma di artificiali per i cefalopodi, di differenti colorazioni e misure. L’esperienza indicherà qual’è il momento giusto per usare un colore piuttosto che un altro, ma consigliamo di portare sempre con se un’artificiale rosso-arancione e uno bianco-rosso.

 

 

 

 

 

 

 

 

La montatura è semplice e di facile realizzazione: preparate un trave di circa 80 cm con lo 0.25 alla fine del quale aggancerete un piombo di 30 grammi o più in base alla corrente e alla profondità di pesca. Con una girella tripla realizzate poi il bracciolo, con un buon fluorcarbon dello 0.18, lungo circa 30 cm.

 

 

 

 

 

 

 

Tecnica

La tecnica migliore per catturare le seppie consiste nel fare arrivare l’esca sul fondo e sollevarla con morbide jerkate accompagnate da qualche giro di mulinello. Questa operazione deve essere ripetuta in continuazione, non allontanando l’esca dal fondo più di 5 o 6 metri. L’abboccata della seppia sarà del tutto differente da quella di un pesce: lenta e senza strattoni, più simile a un peso statico. Il recupero dovrà essere lento e costante, senza strappi. Non dimenticate mai il guadino se non volete veder sfuggire la vostra preda sotto la barca.

 

La sorpresa

Come molti sanno la teoria a volte a pesca va messa da parte per lasciare spazio alla fantasia. Dopo alcune ore senza avere registrato nessuna abboccata abbiamo deciso di pescare il jolly. Conoscendo bene la zona sapevamo che nel periodo di settembre è facile trovare i polpi in caccia. Il polpo difficilmente attacca un artificiale molto mobile ma predilige un ‘esca posata sul fondo che si muove lentamente. Mentre continuavamo a provare con le seppie abbiamo lasciato una canna ferma con l’artificiale posato sul fondo, animato esclusivamente dal lento scarroccio della barca. L’attesa è durata poco, una flessione lenta della canna da pesca ha segnalato l’inconfondibile presenza del polpo. Quando si recupera questo cefalopode la prima cosa da fare è forzare nei primi metri: se il polpo si attacca alle pietre potrebbe facilmente tagliare il terminale contro uno scoglio. Con pompate costanti ma senza strappi si cercherà di staccare il polpo dal fondo per poi continuare con un recupero lento, stando attenti a non mandare mai la lenza in bando. La resistenza del polpo, soprattutto se si tratta di esemplari discreti, sarà notevole: aprendo l’ombrello di tentacoli il peso che sentirete sulla canna potrebbe farvi immaginare una preda molto più grossa della realtà.

Il risultato che vedete in foto è un bel polpo di circa 800 grammi, catturato con un artificiale yo-zuri testa rossa. La canna monopezzo si è rivelata decisiva per staccare la preda dal fondo e ha agevolato con la sua azione equilibrata la lenta risalita della preda.

 

Mauro Giuffrè

 

Le foto sono di proprietà esclusiva di Liguria Nautica, riproducibili tramite link attivo

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