11 ottobre 2012

SPECIALE NAUTICO – Tre ministi raccontano le emozioni dell’Oceano

11 ottobre 2012

Un bell’incontro con tre Ministi italiani al Teatro del Mare: Pedote, Del Zozzo e Gesi hanno raccontato le loro tante avventure di mare e amicizia

Un bell’incontro con tre Ministi italiani al Teatro del Mare: Pedote, Del Zozzo e Gesi hanno raccontato le loro tante avventure di mare e amicizia

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Simone Gesi, Luca Del Zozzo e Giancarlo Pedote: tre rappresentanti del mondo Mini 650 italiano molto diversi fra di loro, ma legati da una fortissima amicizia, che traspare dai tanti racconti e aneddoti che profumano di Oceano.

 

Tutti e tre sono accomunati dall’aver già partecipato alla Mini Transat, una regata nata nel 1977 da un’idea dell’inglese Bob Salmon. Si tratta di attraversare l’Oceano Atlantico in solitario, su una barca di appena 6.50 metri. I  Mini 650 sono barche molto tecnologiche, spesso precorritrici di miglioramenti poi applicati sulle loro sorelle oceaniche più grandi, ma che hanno sempre avuto e conservato un po’ un’aurea di sogno, di vela fatta “romanticamente”. Le regate a bordo di questi barchini in realtà spesso hanno poco di romantico: sono molto faticose e richiedono moltissimo in termini di energie e preparazione dell’uomo. Ma tant’è, i ministi sono legati da un amore per il mare “vero”, da una solidarietà affettuosa che va al di là della competizione e che si avvicina molto al più puro significato dell’Amicizia.

 

Luca Del Zozzo quando comincia a navigare è spinto da una versione romantica del mare, che presto si rende conto non appartenere all’ambiente delle regate a cui partecipa. Poi incontra i Mini 650, finalmente un mondo che condivide i suoi stessi valori: corre la Mini Transat nel 2009 e la durezza di questa regata lo rimette con i piedi per terra rispetto ai sogni romantici…! Nel 2013 Luca sarà di nuovo sulla linea di partenza a Douarnenez : “Nel 2009 ero spinto dalla mia visione romantica del mare, ma presto mi sono reso conto che il gioco è piu complicato di quanto credessi. E ho deciso di preparare la prossima edizione “alla francese”, passando 4 giorni al mese a Lorient per allenarmi, sia fisicamente che mentalmente, per saper scindere l’aspetto tecnico e l’aspetto emotivo della regata. Io non ho fatto né farò la Mini Transat per mettere me stesso alla prova: in mezzo al mare un navigatore solitario deve avere sé stesso come miglior alleato”.

 

Giancarlo Pedote è il professionista della vela fra i tre: ha comprato il 747 che ha vinto l’ultima Mini Transat, la famosa barca dalla prua tonda, si è trasferito a Lorient e ha fatto della vela il suo lavoro. Giancarlo nei primi tempi in cui navigava sul 747 ha soprattutto imparato ad ascoltare e capire le reazioni di una barca così diversa e potente, mentre oggi ad ogni nuova regata pensa a nuove migliorie per avanzare ancora meglio.  Ma a parte la tecnica, i Mini sono fatti anche da vera passione e da forti emozioni, come quella provata da Giancarlo nel 2009, quando arrivato a Bahia dopo più di venti giorni di mare ha visto spuntare dalla nebbia e dalla pioggia un gommone con a bordo sua moglie Stefania.

 

Simone Gesi è il prototipo dellì amico su cui si può contare sempre, che sai che fa le cose col cuore. Ha già due Mini Transat  all’attivo, anzi come dice lui “una e mezza”: la prima volta che è partito infatti, ha fatto solo la prima tappa, dovendo abbandonare a Las Palmas poche ore dopo la partenza della seconda tappa per irrisolti problemi col pilota. In quell’occasione lui stesso ammette di aver trascurato un po la preparazione, per colpa dell’ inesperienza di quel mondo fatto di grandi onde e acqua a perdita d’occhio. “Quando sono rientrato in Italia la prima volta, i miei amici, la mia famiglia, il mio Circolo mi hanno detto “decidi tu se continuare, noi ti sosterremo qualunque cosa decidi” e allora come quando a scuola si viene bocciati, ho deciso di “ripetere” la Mini Transat nel 2009! “. Anche per lui sono tanti i momenti emozionanti vissuti sul suo Mini in mare, molti connotati da quell’Amicizia che Simone dice essere uno dei valori fondamentali per lui.

 

Quello dei Mini 650 è per noi italiani un mondo ancora da scoprire e a cui appassionarsi: come dicono tutti i ministi, in quest’ambiente rimangono forti e saldi una grande passione per la tecnologia, la performance in mare, le innovazioni, ma sempre accompagnati da un vero legame fra uomini, fra corridori. Questi navigatori affrontano 4000 miglia di oceano da soli, ma supportati dai ricordi degli abbracci, dell’affetto, degli incoraggiamenti scambiati con i loro avversari prima di salpare.

 

Francesca Pradelli

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