28 ottobre 2013

SPECIALE TECNICA – Strambiamo con vento forte VIDEO

28 ottobre 2013

Le regate invernali vi metteranno davanti al vento forte, preparatevi a strambate da brivido

Le regate invernali vi metteranno davanti al vento forte, preparatevi a strambate da brivido

2 minuti di lettura

La stagione di regate invernali spesso vi costringerà a regatare con vento forte e la gestione della barca diventerà molto più complessa. Alla prima sventola i nodi vengono al pettine e sarà bene farsi trovare preparati nelle fasi cruciali della regata per non incappare in momenti complicati.

Uno dei momenti più delicati di una regata con vento forte è la conduzione della barca sotto spinnaker, e in particolare la gestione di questa vela in strambata. Con onda e vento sostenuto la minima disattenzione dell’equipaggio può essere punita severamente, come nel video che vedrete sotto.

 

Ripassiamo allora le fasi della strambata e il modo in cui si dovrà muovere l’equipaggio. Iniziamo assicurandoci che la vela sia ben quadrata, è una condizione indispensabile per la riuscita di una buona strambata. Il prodiere avrà già il nuovo braccio in posizione a prua, mentre l’uomo all’albero è pronto ad aprire la varea. In pozzetto i due tailer cazzeranno lo spi sulle scotte, lasciando i bracci scarichi per facilitare l’apertura della varea del tangone. Il timoniere cercherà di tenere la barca quasi in fil di ruota, evitando le forti escursioni di timone sul cambio di mura per facilitare la stabilità della vela.

 

A questo punto dal pozzetto il tattico chiama la stramba e a prua viene aperta la varea del tangone, non prima di però di avere cazzato i barber per evitare che la vela inizi un pericoloso pendolo volando alta. Con lo spinnaker senza tangone è fondamentale che il tailer che ha in mano la nuova scotta la richiami velocemente, mentre il nuovo braccio dopo essere stato incocciato in varea andrà in posizione lascando gradualmente la vecchia scotta.

 

E’ molto importante in questa fase che il drizzista laschi col giusto tempo il carica-alto per poi ricazzarlo quando il braccio è incocciato per portare il tangone in posizione. Il randista e il timoniere attenderanno che il prodiere passi il braccio in varea per cambiare mura, con un leggero tocco di timone, con il primo che porterà la randa al centro per poi lascarla velocemente dopo che la barca cambia mura.

 

Dalla teoria alla pratica il cammino è lungo; guardate infatti cosa succede a questa barca che in sequenza non cazza i barber dello spi, e non chiama la nuova scotta, anzi la lasca, innescando un pendolo disastroso:

 

 

Mauro Giuffrè

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4 commenti

  1. Che schifo!!!1 Infatti non sopporto le persone che si concentrano sui nomi anziche’ sul loro significato…..uso chiamarli “maestrini” !!!!!!!

  2. Corrado Riccardi says:

    Per favore non utilizzate anche voi i termini “strambare” e “strambata” in luogo dei termini “abbattere” o “abbattuta” come usano invece fare stupidamente ed impunemente i “giornalisti” (sic) prestati alla Vela dalla televisione o dalla stampa sportiva non specializzata. I due verbi ed i due rispettivi sostantivi non sono sinonimi anzi, descrivono due azioni e due risultati con esiti opposti: i primi un evento involontario ed incontrollato ed i secondi un’azione volontaria e controllata (se correttamente eseguita come per altro voi ben descrivete). Grazie.
    PS: non tentate di metterci una pezza giustificandovi asserendo che nel linguaggio comune i suddetti termini sono “diventati” sinonimi e che “abbattere” e “abbattuta” appartengono oramai ad una terminologia desueta… scatenereste un vespaio!

  3. Per favore non utilizzate anche voi i termini “strambare” e “strambata” in luogo dei termini “abbattere” o “abbattuta” come usano invece fare stupidamente ed impunemente i “giornalisti” (sic) prestati alla Vela dalla televisione o dalla stampa sportiva non specializzata. I due verbi ed i due rispettivi sostantivi non sono sinonimi anzi, descrivono due azioni e due risultati con esiti opposti: i primi un evento involontario ed incontrollato ed i secondi un’azione volontaria e controllata (se correttamente eseguita come per altro voi ben descrivete). Grazie.
    PS: non tentate di metterci una pezza giustificandovi asserendo che nel linguaggio comune i suddetti termini sono “diventati” sinonimi e che “abbattere” e “abbattuta” appartengono oramai ad una terminologia desueta… scatenereste un vespaio!