16 agosto 2012

SPECIALE VELA – Cime a bordo, le voglio così!

16 agosto 2012

Quali cime scegliere per le manovre a bordo? L’offerta è ampia: si tratta solo di capire quanto e come userete la vostra barca. Ecco una panoramica sui principali materiali e sui tipi di trama: fate la vostra scelta!

Quali cime scegliere per le manovre a bordo? L’offerta è ampia: si tratta solo di capire quanto e come userete la vostra barca. Ecco una panoramica sui principali materiali e sui tipi di trama: fate la vostra scelta!

4 minuti di lettura

Teoricamente, in barca a vela, ogni manovra avrebbe bisogno di una cima dedicata, a seconda dei carichi di lavoro e dei punti di maggiore sforzo. Esistono diversi materiali che costituiscono l’anima di una cima (la parte interna che normalmente è coperta dalla calza), e che ne determinano il nome. Hanno costi e prestazioni differenti, per cui leggete qua sotto prima di utilizzare i “rotoloni” da 100 metri per armare la vostra barca.

 

I MATERIALI

Polipropilene. Si tratta di una fibra leggera e dal basso costo, caratterizzata da una buona resistenza ai raggi UV e un alto allungamento. Generalmente va bene per le barche da crociera che vengono utilizzate poco nell’arco dell’anno e comunque su manovre secondarie, con limitati carichi di lavoro.

Poliestere HT. Esistono diverse tipologie di Poliestere, quello più diffuso presenta una discreta tenuta ai raggi solari, all’allungamento e all’abrasione, risultando ideale per barche da crociera che navigano con frequenza.

Technora, Kevlar, Twaron. Questi materiali, raggruppati sotto il nome di fibre aramidiche, sono consigliati su imbarcazioni dal taglio più “sportivo”. Garantiscono un allungamento minimo, un’ottima resistenza in ogni condizione e la loro grammatura è contenuta, permettendo così di risparmiare peso a bordo. Per contro, soffrono particolarmente i raggi UV e tendono ad assorbire acqua.

Spectra e Dyneema. Si tratta di fibre realizzate con polietilene ad alta densità, con modulo ultra alto. Sono diffuse principalmente sulle barche da regata in virtù del loro vantaggioso rapporto tra la resistenza (sia alla rottura che all’allungamento) e il peso.

Vectran. Il Vectran è una fibra a cristalli liquidi, che assicura un altissimo carico di rottura. Rispetto alle altre fibre si allunga di meno nella prima fase del carico di rottura.
Zylon-PBO. Quanto di meglio si trovi al giorno d’oggi sul mercato. È la fibra che si allunga di meno ed è dotata di un altissimo carico di rottura e range di lavoro anche ad alta temperatura, causata dallo sfregamento della cima sui winch. Soffre i raggi UV per cui le cime in PBO necessitano di un monitoraggio costante.

[nggallery id=178]

Alcune delle principali fibre utilizzate per le cime. Da sinistra a destra: Dyneema, Polipropilene, Poliestere e Zylon-PBO.

 

LA TRAMA

Di pari importanza rispetto alla fibra di cui è composta una cima è la modalità con cui la fibra viene intrecciata e protetta: le tecniche di realizzazione variano a seconda delle funzioni a cui la cima è preposta.

A treccia singola. È una costruzione indicata per barche “tirate”. Le fibre utilizzate di norma sono il Vectran e il Dyneema. L’intreccio si traduce in una cima leggera, poco protetta dai raggi UV ma in grado di garantire elevati carichi di rottura. Essendo senza calza (per risparmiare peso), necessita di una particolare attenzione a causa della scarsa resistenza alle abrasioni.

A treccia doppia. Metodo di costruzione più diffuso, viene adoperato per tutte le tipologie di cime e fibre. L’anima interna intrecciata scorre all’interno di una calza protettiva che può essere realizzata con materiali diversi. Generalmente, sono cime facili da impiombare.

A treccia doppia con calza intermedia. Questo metodo è indicato per manovre che devono essere ben protette dai raggi UV e dall’abrasione. Si tratta di una costruzione molto resistente, ma che necessita della rimozione della calza intermedia per eseguire eventuali impiombature.

[nggallery id=179]

Da sinistra a destra: Cima a treccia doppia, a treccia doppia con calza intermedia, a treccia singola.

 

FIBRE A CONFRONTO

Nella tabella sottostante (tratta dal “Nuovissimo Dizionario enciclopedico della Nautica”, Vol. II, Panama Editore) i succitati materiali sono posti a confronto sulla base di 4 parametri: il carico di rottura, l’allungamento, la resistenza ai raggi UV e il prezzo.

 

Tipo di Fibra

Carico

di Rottura

Allungamento

Resistenza raggi UV

Prezzo

Polipropilene

medio

alto

buona

basso

Poliestere HT

alto

medio

buona

medio

Fibre Aramidiche

molto alto

basso

media

alto

Dyneema

molto alto

molto basso

media

alto

Vectran

molto alto

basso

media

alto

Zylon-PBO

molto alto

molto basso

bassa

molto alto

 

Argomenti:

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Il lettore è responsabile a titolo individuale per i contenuti dei propri commenti. In alcun modo le idee, le opinioni, i contenuti inseriti dai lettori nei commenti ad articoli e notizie rappresentano l’opinione dell’editore, della redazione o del direttore responsabile.
Il lettore non può pubblicare contenuti che presentino rilievi di carattere diffamatorio, calunniatorio, osceno, pornografico, abusivo o a qualsiasi titolo illecito e/o illegale, né assumere atteggiamenti violenti o aggredire verbalmente gli altri lettori.
La segnalazione di eventuali contenuti diffamatori, offensivi o illeciti e/o illegali può essere effettuata all’indirizzo e-mail info@ligurianautica.com, specificando il contenuto oggetto della segnalazione attraverso link diretto. La redazione provvederà a verificare il contenuto e prenderà eventuali provvedimenti nel più breve tempo possibile.