Tassa sulla barca, la svolta: ora la paghi solo se è di tua proprietà. Tutte le novità
La tassa sui diritti di stazionamento ideata dal governo Monti diventa tassa di possesso. Sospiro di sollievo per il settore nautico. Scoprite il perché
La tassa sui diritti di stazionamento ideata dal governo Monti diventa tassa di possesso. Sospiro di sollievo per il settore nautico. Scoprite il perché
La tassa sui diritti di stazionamento diventa tassa di possesso. Questo non farà cambiare l’umore dei diportisti imbronciati, ma salverà parzialmente il settore della nautica, già in crisi da tempo e di certo non bisognoso di interventi “taglione”. Lasciamo spiegare ai nostri amici del Giornale della Vela tutte le implicazione di questa nuova, importante variazione in un articolo apparso sul loro sito internet.
“Importante modifica della “tassa barca” che andrà in vigore dal 1° maggio, annunciata in aula dalla relatrice al decreto legge liberalizzazioni Simona Vicari. Nel decreto in corso di votazione, l’imposta si sposta dallo stazionamento al possesso. Ora, quindi, la tassa sarà dovuta da tutti i cittadini italiani residenti in Italia possessori di una barca sopra i 10 metri di lunghezza fuoritutto. Saranno esentati, recita l’emendamento: “i soggetti non residenti e non aventi stabili organizzazioni in Italia che posseggano unità da diporto, sempre che il loro possesso non sia attribuibile a soggetti residenti in Italia, nonché alle unità bene strumentale di aziende di locazione e noleggio”. A quel che ci risulta restano in vigore gli “sconti vetusta” e la riduzione del 50% dell’imposta per le barche a vela.
Ecco la motivazione espressa in aula dalla relatrice Simona Vicari della modifica della tassa-barca: «Abbiamo sostituito la tassa di stazionamento con una tassa di possesso dell’imbarcazione, al fine di scongiurare la fuga delle imbarcazioni dai nostri porti verso destinazioni non italiane».
Una scelta saggia – Ve lo avevamo detto che sarebbe stati guai se la “tassa barca” fosse entrata in vigore seguendo il parametro dello stazionamento, e non quello del possesso della barca. In primo luogo perché esiste una sentenza europea, emessa in occasione della famosa “tassa Soru” in Sardegna, che considera illegale la richiesta di un balzello quando si naviga o ormeggia in acque comunitarie, in evidente contrasto con la libera circolazione di beni e merci in Europa.
In secondo luogo l’effetto della tassa, lo ripetiamo annunciata a dicembre ma in vigore dal 1° maggio, aveva causato un fuggi fuggi dai porti italiani delle barche con bandiera straniera, preoccupate di dover pagare la tassa per il solo fatto di stazionare in acque italiane.
In terzo luogo è chiaro che in questo emendamento, le barche di proprietà di società di noleggio dovrebbero essere esentate dalla tassa barca”.
Argomenti: barche a motore, Daily Nautica, tasse-&-fisco, vela