07 dicembre 2011

Tassa sulla barca, ecco il testo integrale

07 dicembre 2011

Tassa sulla barca: il testo integrale del discusso articolo 16 del decreto "Salva Italia" del governo Monti

Tassa sulla barca: il testo integrale del discusso articolo 16 del decreto "Salva Italia" del governo Monti

4 minuti di lettura

Riportiamo integralmente il testo del discusso articolo 16 del decreto “Salva Italia” studiato dal governo Monti, relativo alla tassazione delle imbarcazioni, e firmato ieri dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Abbiamo omesso per comodità le disposizioni relative alle auto di lusso e agli aerei. Questo sarà il testo che adesso inizierà il suo iter parlamentare. Potrebbe quindi essere emendato in corso d’opera.

 

Art. 16

 

Disposizioni per la tassazione di auto di lusso, imbarcazioni ed aerei

 

1. Omissis

 

2. Dal 1° maggio 2012 le unità da diporto che stazionino in porti marittimi nazionali, navighino o siano ancorate in acque pubbliche, anche se in concessione a privati, sono soggette al pagamento della tassa annuale di stazionamento, calcolata per ogni giorno, o frazione di esso, nelle misure di seguito indicate:

 

a) euro 5 per le unità con scafo di lunghezza da 10,01 metri a 12 metri;
b) euro 8 per le unità con scafo di lunghezza da 12,01 metri a 14 metri;
c) euro 10 per le unità con scafo di lunghezza da 14,01 a 17 metri;
d) euro 30 per le unità con scafo di lunghezza da 17,01 a24 metri;
e) euro 90 per le unità con scafo di lunghezza da 24,01 a 34 metri;
f) euro 207 per le unità con scafo di lunghezza da 34,01 a 44 metri;
g) euro 372 per le unità con scafo di lunghezza da 44,01 a 54 metri;
h) euro 521 per le unità con scafo di lunghezza da 54,01 a 64 metri;
i) euro 703 per le unità con scafo di lunghezza superiore a 64 metri.

 

3. La tassa è ridotta alla metà per le unità con scafo di lunghezza fino a 12 metri, utilizzate esclusivamente dai proprietari residenti, come propri ordinari mezzi di locomozione, nei comuni ubicati nelle isole minori e nella Laguna di Venezia, nonché per le unità di cui al comma 2 a vela con motore ausiliario.

 

4. La tassa non si applica alle unità di proprietà o in uso allo Stato e ad altri enti pubblici, a quelle obbligatorie di salvataggio, ai battelli di servizio, purché questi rechino l’indicazione dell’unità da diporto al cui servizio sono posti, nonché alle unità di cui al comma 2 che si trovino in un’area di rimessaggio e per i giorni di effettiva permanenza in rimessaggio.

 

5. Sono esenti dalla tassa di cui al comma 2 le unità da diporto possedute ed utilizzate da enti ed associazioni di volontariato esclusivamente ai fini di assistenza sanitaria e pronto soccorso.

 

6. Ai fini dell’applicazione delle disposizioni di cui ai commi 2 e 3 la lunghezza è misurata secondo le norme armonizzate EN/ISO/DIS 8666 per la misurazione dei natanti e delle imbarcazioni da diporto.

 

7. Sono tenuti al pagamento della tassa di cui al comma 2 i proprietari, gli usufruttuari, gli acquirenti con patto di riservato dominio o gli utilizzatori a titolo di locazione finanziaria. Con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate sono stabilite le modalità ed i termini di pagamento della tassa, di comunicazione dei dati identificativi dell’unità da diporto e delle informazioni necessarie all’attività di controllo. I pagamenti sono eseguiti anche con moneta elettronica senza oneri a carico del bilancio dello Stato. Il gettito della tassa di cui al comma 2 affluisce all’entrata del bilancio dello Stato.

 

8. La ricevuta di pagamento, anche elettronica, della tassa di cui al comma 2 è esibita dal comandante dell’unità da diporto all’Agenzia delle dogane ovvero all’impianto di distribuzione di carburante, per l’annotazione nei registri di carico-scarico ed i controlli a posteriori, al fine di ottenere l’uso agevolato del carburante per lo stazionamento o la navigazione.

 

9. Le Capitanerie di porto, le forze preposte alla tutela della sicurezza e alla vigilanza in mare, nonché le altre forze preposte alla pubblica sicurezza o gli altri organi di polizia giudiziaria e tributaria vigilano sul corretto assolvimento degli obblighi derivanti dalle disposizioni di cui ai commi da 2 a 7 del presente articolo ed elevano, in caso di violazione, apposito processo verbale di constatazione che trasmettono alla direzione provinciale dell’Agenzia delle entrate competente per territorio, in relazione al luogo della commissione della violazione, per l’accertamento delle stesse. Per l’accertamento, la riscossione e il contenzioso si applicano le disposizioni in materia di imposte sui redditi; per l’irrogazione delle sanzioni si applicano le disposizioni di cui al decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, esclusa la definizione ivi prevista. Le violazioni possono essere definite entro sessanta giorni dalla elevazione del processo verbale di constatazione mediante il pagamento dell’ imposta e della sanzione minima ridotta al cinquanta per cento. Le controversie concernenti l’imposta di cui al comma 2 sono devolute alla giurisdizione delle commissioni tributarie ai sensi del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546.

 

10. Per l’omesso, ritardato o parziale versamento dell’imposta si applica una sanzione amministrativa tributaria dal 200 al 300 per cento dell’importo non versato, oltre all’importo della tassa dovuta.

 

11./15. Omissis

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19 commenti

  1. guiscardo says:

    Purtroppo ogni popolo ha il governo che si merita.
    questo vale per la nautica e per gli altri settori che oggi vanno a morire.

  2. Larissa says:

    Ma non ce nessuno, tra consulenti di Monti, chi puo spiegare la differenza tra le barche vela, le barche motore, i catamarani, i caicchi, yacht di Lusso, le barche di charter????
    Non ce nessuno, chi puo spiegare la differenza tra i porti italiani, greci, francesi, tunesini???
    Non ce nessuno, che puo spiegare, che le barche possono spostarsi in altri paesi???
    Basta parlare con ex governatore Soru, ma considerando, che la Italia non solo la Sardegna, il calo del turismo nautico non sara solo 30%, come in Sardegna, ma in alcuni regioni – 50%.
    Molto triste..

  3. carlo says:

    Se la tassa è iniqua lo è per tutte le barche a vela e a motore,da velista i velisti continuano a deludermi,non si fanno battaglie verso le ingiustizie gettando fango su chi ha la barca a motore paragonando solo la potenza dei motori,vi posso garantire fatti i conti che un 15 mt a vela anche se ha 12 anni ha un bel impatto senz’altro superore ad un 8 metri a motore anche con 400 cv.Le battaglie si fanno uniti,cosi’ facendo nulla si otterrà

  4. Maurizio says:

    Ciao a tutti, sono dell’avviso che se noi ci troviamo in questa situazione, è perchè la generazione di Monti (fascia di età) ha creato tutto questo e sarebbe cosa buona e giusta che il danno venga a loro imputato. D’altronde, se i nostri genitori fanno debiti, anche dopo morti ne rispondiamo noi figli. Ascoltate la canzone di Caparezza (Tutti se ne vanno) è la rappresentazione della nostra realtà. Non rimane che andare via da questo paese, ma subito o sarà troppo tardi. Facciamo acqua da tutte le parti. Per quanto concerne le barche, suggerisco anche la tunisia, il gasolio è a 0,50 cent/litro. Basterebbe pubblicizzare un po di più la situazione italiana in africa, per bloccare i flussi d’immigrati clandestini, altro che accordi;pattugliamenti;elicotteri;aeri;e barche impiegate nel pattugliamento dei mari.

  5. filippo says:

    Io ho coltivato e realizzato un sogno per me e per i miei figli dopo tanti sacrifici abbiamo preso una barca di 10,80 mt di 28 anni,e ora perche’ i conti non tornano ossia questi maledetti politici negli ultimi 30 anni hanno speso più di quello che incassavano,qundi anche un bambino avrebbe capito che era una corsa al massacro,mi chiedono di rinunciare al mio sogno perche i cervelloni non avevano previsto tutto questo.Credo che anche questi salvatori della patria siano i figli del pensiero degli ultimi trent’anni e quindi non capiscano come si fa ad amministrare neanche una pizzeria.
    Siamo rovinati,voglio dare un consiglio Al sig. Monti se i conti delle pensioni non tornano soi deve guardare a quelle che ogni mese devono essere pagate e non a quelle che verranno pagate piu’ avanti,quindi se ci sono ingiustizie bisogna sanare quelle di ieri correggendole e modificandole non romper i c……i a quelli che devono pagare per mantenere gli errori già fatti.

  6. Gianpiero says:

    Sono un operatore del settore e “frequento” la nautica dal 1989, ho vissuto la tassa di stazionamento e la sua abrogazione voluta da personaggi di certo più lungimiranti, ho vissuto la riduzione dell’iva sulle locazioni finanziarie atte a sviluppare il mercato ma che tutti sembrano dimenticare ed ora vedo il ripristino di una tassa che sembra la brutta copia della vecchia tassa di stazionamento.
    I cugini francesi non hanno mai abolito la tassa di stazionamento ma gli importi sono molto più umani e come continuo a sostenere riferiti a poteri d’acquisto reali dei loro possessori distinguendo tra tassa sullo scafo e tassa sulla potenza motore (in CV fiscali), un po’ come la tassa di possesso automobilistica. In Francia una vela da 12 metri (11,99) con un motore da 55 cv diesel paga 521 euro mentre una barca a motore da 11,99 con due motori da 260 cv benzina paga 2502 euro.
    Era forse difficile copiare da un paese dove la nautica è una risorsa e non un lusso o perlomeno dove le due cose convivono in armonia? Forse si, ciò avrebbe significato riconoscere ai cugini d’oltralpe di essere più seri ed equi di noi.
    In Francia ci sono anche queste riduzioni per anzianità: 25% per unità tra 10 e 20 anni, 50% tra 20 e 25 anni, 75% oltre i 25 anni, non una riduzione folle ma comunque una buona volontà.
    Se analizziamo le tasse considerando un rapporto di uno a uno tra vela e motore, prendendo i valori di imbarcazioni (1 vela e 1 motore di 11,99 mt) di cui sopra, in Italia il gettito sommato sarebbe di euro 2737,50 mentre in Francia è di 3023,00 euro quindi da noi costa meno ma penalizza chi consuma meno, un po’ come tutta questa manovra, mi sento di aggiungere.
    Il nostro attuale governo di “tecnici” ha quindi un po’ generalizzato su come tassare la nautica ponendo su un piano impari le barche a vela rispetto a quelle a motore nonostante la riduzione del 50% a favore delle prime.
    Ritengo che l’esempio Francia sia da analizzare meglio anche in considerazione della lunghezza degli scafi su cui grava la tassa, ovvero oltreconfine la tassa parte da 7 metri e nella fascia da 7 a 10 metri sono presenti numerosissime imbarcazioni motorizzate con potenze anche considerevoli, a volte anche prossimi ai 500 cv, gommoni e supergommoni.
    Ricordo infine e non credo di poter essere smentito, che con un pieno (350 euro circa per 200 litri circa) un 12 metri a vela naviga a motore per circa 40 ore mentre un 12 metri a motore per navigare 40 ore ha bisogno di 5000 euro.
    E ricordo anche di ricordarsi di chi vende barche, e ha in “casa” un usato, dovrebbe avere l’esenzione delle tassa come accade per le auto usate dai concessionari con il bollo, altrimenti nessuno effettuerà più permute ed il mercato si paralizzerà del tutto.
    Lascio ad ognuno trarre le conclusioni.

  7. Luigi says:

    Un paese come l’Italia con delle coste bellissime gia penalizzato dai pochi posti barca, il nostro caro senatore a vita Monti da il colpo di grazia alla nautica Italia, ero gia in dificoltà a mantenere il mio 12,40 da maggio mi sarà impossibile, quindi o vendere (difficilissimo trovare un aquirente) o lasciarla a secco, ma un tassa più equa NO?

  8. Carlo says:

    Bè consideriamo comunque che esiste ancora il natante o oggi per andare per mare ci vuole solo il 18 metri.30 anni fà una barca di 8 metri sembrava una nave,oggi,anzi ieri,con un nove metri ti dicevano perchè non hai fatto un bel leasing a 10 anni per un bel 12 metri……

  9. paolo says:

    Un mio amico possiede un motor Yacht di 26 metri con equipaggio fisso di un comandante un marinaio più una hostes per sei mesi,naviga per più di 200 ore annue con un consumo di 430 litri l’ora,che fanno
    86.000 litri di gasolio, per un valore di 150.000 euro al costo odierno.
    Ha prenotato un posto in Corsica, risparmiando 6.000 euro rispetto al costo italiano del’ormeggio, dal primo gennaio il marinaio italiano sarà sostituito da uno corso costa meno ed è più sicuro per la corsica.
    Morale lo stato italiano non incasserà 32.850 € dalla tassa non incasserà le accise su 150.000€ di gasolio
    non incasserà le tasse su almeno 60.000€ fra alaggio ,antivegetativa, varo manutenzione motori ecc. ed
    avrà causato un disoccupato in più ed avrà perso circa 140. 000€ di entrate motiplicate questo per tutte le
    barche che se ne vanno e Auguri.

  10. barbara says:

    basterebbe una visione diversa. Bene di lusso = prodotto di eccellenza = manodopera specializzata ad altissimo livello = aziende familiari che danno lavoro ed investono = lavoratori diretti 100.000 indotto 800.000 lavoratori indiretti.
    Questo provvedimento decreta la morte della nautica italiana, non permettiamo che questo avvenga.

  11. Gian says:

    Non capisco …… non fa differenza se la barca è molto vecchia ??? uno yacht di 40 anni che vale poche poco, potrà mai pagare quanto uno nuovo e lussuoso ????

  12. sergio says:

    Qualcuna ci ha capito qualcosa ? Perchè io non ci ho capito una mazza ? La tassa è annuale o giornaliera ? Se è devo pagare una tariffa giornaliera uno cosa deve fare, dire quanti giorni pensa di navigare o restare in ormeggiati in un porto ? E dove si dovrebbe pagare poi ? Se si resta all’ancora viene qualcuno a riscuoterla con il barchino ? E se decido di navigare sempre ? Se un cristo prende una barca con un contratto di locazione a chi tocca pagare la tassa: al cliente o alla società armatrice ? E se la noleggio chi la paga: gli ospiti a bordo o la società armatrice ?
    Del resto dai “professori” della bocconi che non sanno nemmeno quanto costa un litro di latte c’era d’aspettarselo minchiata del genere. Bah…!!!
    Altro che sciopero generale di tre ore. SCIOPERO AD OLTRANZA
    Se il popolo non insorge significa che la maggior parte degli italiani stanno bene e allora è inutile lamentarsi paghiamo, facciamolo mettere sempre a quel servizio. I politici e Banchieri fanno i guai e poi gli: operai, impiegati, pensionati, ceto medio, deve pagare.

  13. ruggero cappelli says:

    La scuola e l’università italiana all’estero hanno un giudizio modestissimo ed è ovvio con questi “professori”.
    Un emigrante analfabeta faceva una manovra migliore ed in minor tempo…….Complimenti.
    Andando avanti così ad ammazzare le nostre eccellenze di lavoro, facciamo felici gli altri stati.

  14. vito says:

    Speriamo che applichino la riduzione asseconda della vetusta’ dell’imbarcazione. Secondo me era meglio reintrodurre la vecchia tassa di stazionamento, meno onerosa, che teneva conto della vetusta’ e che si pagava sia in acqua che a secco. Il fatto di pagare la tassa solo se l’imbarcazione è in acqua è una sciocchezza enorme!!! Inoltre i ” tecnici ” che hanno redatto le tariffe non sanno che c’e’ un abisso, per esempio, tra una imbarcazione di 14.01 mt. e una di 17. Dovevano prevedere incrementi massimo di 1 metro.
    Che dire, stiamo in mano a dilettanti allo sbaraglio!!!

  15. Silvano says:

    Io ormai sto in Slovenia. I marina croati e sloveni non rispondono piu’ neppure al telefono. TUTTO ESAURITO. Adesso mi trovo un 2/3000 mq. magari di piu’, per fare un bel dry-dock delle barche che verranno via da Trieste. Grazie Monti, bella mossa!!

  16. Marcello says:

    Coraggio, ragazzi, andiamo via dall’Italia e portiamo via le nostre tasse, il nostro lavoro, le nostre aziende, le nostre passioni come la barca (magari sudata 7 camicie).
    E’ l’unica soluzione.

  17. roberto says:

    oggi stiamo lavorando solo con cantieri di riparazioni, agenzie e barche sopra i 30 metri straniere.
    Facciamo andare via le barche, cosi i cantieri non lavoreranno, le agenzie chiuderanno e io
    cercherò di resistere………….seno mi toccherà lasciare i dipendenti a casa.
    però e triste e demoralizzante ricominciare da capo a 57 anni, magari in un paese straniero.

  18. Fabio says:

    Penso che sia inapplicabile poichè costituisce grave ostacolo alla libera circolazione delle persone e delle merci in ambito UE e pertanto in contraddizione con le leggi e regolamenti europei in quanto, se ho ben capito, si applica (o si vorrebbe applicare ) anche alle unità di altri paesi comunitari

  19. FABIO says:

    SE QUESTO è IL TESTO DEFINITIVO, CI SARà LA CORSA ALLA VENDITA O ALL’EMIGRAZIONE DELLE BARCHE NEI PORTI ESTERI COME GRECIA, MALTA O FRANCIA DOVE IL COSTO è VERAMENTE BASSO. LA NAUTICA IN ITALIA è FINITA.