29 marzo 2017

Tessilmare: accessori per la nautica tra storia e tecnologia

29 marzo 2017

Intervista a Margherita Rezzonico, titolare di Tessilmare, storica azienda di Lecco nata come setificio e divenuta una delle big nell’accessoristica nautica

Tessilmare: accessori per la nautica tra storia e tecnologia

Intervista a Margherita Rezzonico, titolare di Tessilmare, storica azienda di Lecco nata come setificio e divenuta una delle big nell’accessoristica nautica

5 minuti di lettura

Tessilmare, storica azienda di Lecco nata come setificio nel lontano 1947, è diventata oggi una delle più importanti realtà nel settore dell’accessoristica nautica anche a livello internazionale. Creatività, impegno e legame famigliare sono gli ingredienti che hanno permesso di sviluppare, nel corso di 70 anni di vita aziendale, coperture per la nautica e profili parabordo ad alto contenuto tecnologico ed innovativo.

Tessilmare può definirsi un’azienda storica nel panorama nautico Italiano ma nasce 70 anni fa come setificio. Qual’è stata la molla che ha dato impulso all’ingresso in un settore affascinante ma difficile come quello della nautica e in quale periodo?

Un tempo la seta comasca era un prodotto molto conosciuto ed apprezzato, poi nel corso degli anni il mercato di questo prodotto tessile subì un lento declino. Verso la metà degli anni 60’, mio padre, fondatore dell’azienda, unì la sua passione per le barche con l’esigenza di individuare alternative valide e, incoraggiato dagli amici di famiglia dei Cantieri Tullio Abbate, trovò lo spunto per sviluppare articoli dedicati al settore nautico.

Partendo dalla realizzazione di coperture e capotte, la sfida di diversificare la produzione in altri settori nautici come ad esempio quello dei parabordi e dei profili è stata affrontata per passione o per necessità di trovare altre sacche di mercato?

Il successo dei nostri tessuti per confezionare coperture e capottine nautiche ci fornì lo stimolo per la realizzazione di altri prodotti. La soddisfazione delle richieste provenienti dai cantieri del Lago di Como fu la logica conseguenza delle nostre scelte. Entrai in azienda all’inizio degli anni 80, completati gli studi. Ho avuto l’opportunità di viaggiare molto per lavoro focalizzando quindi la produzione dell’azienda, nel corso degli anni, verso i profili nautici per i quali siamo diventati leader mondiali.

Quanto influisce la tecnologia non solo sulla scelta dei materiali ma anche sulla progettazione computerizzata nel vostro lavoro?

Nel nostro settore specifico è stata determinante perché ci ha portato a registrare numerosi brevetti la cui esclusività ha contribuito a salvare l’azienda negli anni della grande crisi.

I prodotti di Tessilmare sono rivolti maggiormente al mercato delle piccole imbarcazioni o dei grandi yacht?

Non abbiamo limiti, i nostri prodotti sono progettati per tutti i tipi di imbarcazione e siamo in grado di supportare ogni tipo di cantiere nautico.

Come giudica l’ingresso sul mercato d’oltre oceano della vostra azienda e quali sono le caratteristiche per sfondare in un mercato assai concorrenziale come quello statunitense?

Non è stato facile. Abbiamo impiegato quattro anni per comprendere le dinamiche del mercato statunitense. All’inizio, unitamente ad alcune aziende Italiane del settore, abbiamo studiato le esigenze del complesso bacino d’utenza americano e, compreso che non tutti i prodotti sarebbero stati recepiti, siamo usciti rafforzati da questa esperienza. Nel 2011 ci siamo mossi solo con le nostre forze creando una società per la distribuzione esclusiva dei nostri prodotti. Oggi forniamo un gran numero di cantieri americani. Anche in questo caso, i nostri brevetti ci hanno consentito di entrare in un mercato diviso tra due soli produttori locali di profili nautici che in tanti anni erano rimasti indietro per tecnologie ed innovazione. Con il prodotto Tessilmare non occorre manodopera specializzata per l’installazione a bordo dei nostri profili.

Ci indichi brevemente le caratteristiche peculiari della vostra novità di punta ossia del parabordo Heavy Bumper BINO. Con quale idea nasce il prodotto? Per uso diportistico o per barche militari e da lavoro?

Il nostro prodotto di punta è “Sphaera”, sicuramente il brevetto di maggiore importanza perchè ci consente di avere un profilo parabordo in acciaio anche di grandi dimensioni. Molto leggero, economico, solido come se fosse in acciaio pieno e sufficientemente elastico da poter essere applicato ovunque con facilità. “Bumper” e “Bino” rappresentano brevetti recenti che stiamo lanciando sul mercato delle barche militari, da lavoro e da trasporto passeggeri. La caratteristica è quella di essere un prodotto a sezione costante in più parti e modulare. Questo ci consente di ottenere una consistente protezione all’urto. Grazie alla sua modularità il profilo può essere modellato alla forma longitudinale dello scafo ovvero curvato facilmente durante il montaggio. Stiamo allestendo barche per la difesa ma anche molti prodotti commerciali e da diporto.

Con quali strategie l’azienda ha affrontato gli anni bui della crisi nel settore nautico? Quale è attualmente la forza lavoro di Tessilmare? Quali le prospettive di crescita?

Durante il lungo periodo della crisi del settore nautico in Italia, è cresciuta la nostra visione verso bacini d’utenza alternativi, al di fuori dai confini nazionali. Di conseguenza abbiamo dedicato molto tempo al mercato statunitense con ottimi risultati poiché i numeri oltre Oceano sono inimmaginabili. Contemporaneamente abbiamo investito su una grande azione distributiva in Australia. Oggigiorno disponiamo di ampie possibilità di crescita poiché i nostri prodotti sono davvero molto innovativi. Cerchiamo di realizzare articoli nuovi ogni anno. Nel settore delle capotte, in cui i nostri concorrenti sono abbastanza “statici”, stiamo lanciando la nuova capottina “Aria”. Tuttavia la nostra politica aziendale prevede una crescita graduale poiché puntiamo da sempre su qualità e servizio quali valori imprescindibili.

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