Tragedia sulle nevi, muore lo skipper genovese Alessandro Bruno
A Chamois in Valle d'Aosta una caduta sugli sci è fatale ad Alessandro Bruno, skipper di 48 anni armatore e costruttore del Class 950 Tenace
A Chamois in Valle d'Aosta una caduta sugli sci è fatale ad Alessandro Bruno, skipper di 48 anni armatore e costruttore del Class 950 Tenace
Ci sono notizie che nessun giornalista vorrebbe mai dare e nessuno vorrebbe mai leggere. Lo skipper genovese Alessandro Bruno è morto in un incidente a Chamois, Valle d’Aosta, mentre sciava in compagnia della figlia. Non sono ancora chiare le dinamiche dell’incidente, ma pare che lo skipper di 48 anni sia caduto a causa di un avvallamento del terreno sbattendo violentemente la schiena. Inutile l’intervento dei soccorsi allertati dalla figlia. Gli accertamenti in corso sono condotti dal Soccorso Alpino della guardia di Finanza e dai Carabinieri di Breuil-Cervinia. Dalle notizie che abbiamo Alessandro Bruno era uno sciatore esperto e non uno sprovveduto tra le nevi.
Ricordiamo con grande affetto il giorno del varo della sua Tenace, il Class 950 autocostruito con il quale lo skipper si apprestava a un’importante stagione di regate. Ricordiamo il suo portamento un po’ impacciato dentro la giacca blu mentre mostrava la sua barca agli ospiti arrivati per il grande giorno. Abbiamo avuto la fortuna e il piacere di navigare in compagnia di Alessandro in più di un’occasione: un marinaio dal carattere schietto, un velista capace e un uomo…Tenace.
Alla famiglia e agli amici le più sentite condoglianze da parte della redazione di Liguria Nautica. Salutiamo Alessandro ricordandolo con le immagini del giorno del varo di Tenace, con quella giacca blu e quell’aria un po’ impacciata da marinaio sulla terra ferma. Buon vento Alessandro.
Argomenti: Daily Nautica, Incidenti
ciao Alessandro, grazie per i momenti passati insieme, in mare ed in montagna. Sei stato e rimarrai sempre un amico.
Ricordo che molti anni fa, di ritorno da una crociera lessi della morte di Simone Bianchetti,; ne fui incredulo, non potevo accettare l’idea che un omone come lui, un regatante che si era confrontato con situazioni estreme potesse essere morto per un aneurisma, un male “banale” – piansi, con un groppo in gola.
Ora, il medesimo groppo esiste per Alessandro, che non ho mai conosciuto di persona, ma so cosa significhi costruirsi una barca -un classe 9.50 poi, un sogno- e so cosa significa avere un progetto, accarezzarlo aspettando che finalmente si concretizzi…..
Tutto questo sembra una assurda beffa, uno scherzo infame che il destino gioca a persone straordinarie -farò due bordi sul mio scafo per Voi, amici mai conosciuti, che le onde vi accompagni sempre con dolcezza.
Abitando sulle alture e avendo saputo che stava costruendo questo 9metri ero passato a trovarlo a Bolzaneto.
Il Tenace era ancora uno scheletro di legno fissato al suolo con misure che sui nove metri non sballavano di un millimetro. Io ero rimasto schoccato per la pazienza e il lavoro immane che gli restava da fare. Ma è evidente che Tenace era proprio lui !!
Lo ricordo un po’ in apprensione perché gli mancava del materiale espanso per ricoprire la struttura. E poi l’ho rivisto al Salone Nautico, a barca finita, mentre giustamente orgoglioso sta impiombando delle cime. Abbiamo riso ricordando l’espanso che non arrivava …
La vita a volte sembra abbia un bieco progetto. Morire osì, coi sogni che finalmente stavano per avverarsi e la prima grossa regata a marzo … Assurdo. Sono senza fiato