29 aprile 2015

Trivelle: i rischi del piano croato

29 aprile 2015

"Un'operazione che minaccia il turismo e la pesca italiana e mette a rischio il patrimonio naturale di 112 aree protette", questo il parere dei comitati ambientalisti

"Un'operazione che minaccia il turismo e la pesca italiana e mette a rischio il patrimonio naturale di 112 aree protette", questo il parere dei comitati ambientalisti

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Trivelle: Greenpeace in Adriatico,protesta contro Rospo Mare

“Un’operazione che, viste le correnti dominanti da Est a Ovest, minaccia il turismo e la pesca italiani e mette a rischio il patrimonio naturale di 112 aree protette dalle norme italiane e comunitarie”. Così le associazioni e i comitati ambientalisti del coordinamento ‘No Petrolio – Si Parco’ definiscono il Piano del Governo croato per la ricerca e la produzione di idrocarburi offshore in Adriatico. Sul tema trivellazioni abbiamo già in passato trattato il Piano dello Sblocca Italia.

 

Nel corso di una conferenza stampa a Pescara, città scelta non a caso perché “l’Abruzzo è oggi al centro della mobilitazione di massa nel versante adriatico italiano contro gli appetiti dei petrolieri”, Wwf, Legambiente, Fai, Italia Nostra, Lipu, Arci e Marevivo sottolineano che “ci sono voluti sei mesi dall’inizio della Vas perché l’Italia e la Croazia si mettessero d’accordo per fare una valutazione transfrontaliera, come chiede l’Europa, sul Piano-Programma di ricerca di idrocarburi in Mare Adriatico preparato dal Governo della Croazia. Un Piano – dicono – che riguarda ben 29 zone (distribuite in un’area di circa 37 mila kmq) dove fare ricerca e trivellazioni”.

 

Sottolineando che “la documentazione depositata non risponde a quanto richiesto dalla Direttiva Vas, ma nemmeno agli obblighi derivanti dalla Direttiva Habitat che chiede la Valutazione di incidenza a tutela della Rete Natura 2000”, il coordinamento ‘No Petrolio – Si Parco’ afferma che “a rischio sono le attività economiche fondamentali per lo sviluppo della costa adriatica italiana quali il turismo e la pesca”. Tra le 112 aree protette interessate, sottolineano associazioni e comitati, ci sono “sei aree marine protette, un parco nazionale (quello del Gargano), dieci parchi regionali, 31 riserve naturali statali e regionali e 65 siti della Rete Natura 2000 distribuiti nella fascia costiera e nelle acque territoriali italiane”.

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