06 agosto 2012

Ucina contro Guardia di Finanza, Albertoni: «Siamo in uno stato di polizia del mare»

06 agosto 2012

Secondo quanto riferito da Confindustria Nautica, le Fiamme Gialle avrebbero multato in Sardegna un diportista francese per mancato pagamento della tassa barca, che a norma di legge dovrebbero versare soltanto gli italiani. Voi cosa ne pensate delle dichiarazioni di Albertoni?

Secondo quanto riferito da Confindustria Nautica, le Fiamme Gialle avrebbero multato in Sardegna un diportista francese per mancato pagamento della tassa barca, che a norma di legge dovrebbero versare soltanto gli italiani. Voi cosa ne pensate delle dichiarazioni di Albertoni?

1 minuto di lettura

Ucina contro Guardia di Finanza. Secondo quanto riferito dalla Confindustria Nautica, la Gdf nei giorni scorsi avrebbe multato in Sardegna un diportista francese che – a norma di legge, in quanto cittadino estero – non aveva pagato la tassa sulle barche.

 

Il presidente, Anton Francesco Albertoni, ha fatto sapere che il verbale delle Fiamme Gialle era «del tutto ingiustificato», che il diportista multato era in regola con le norme vigenti e che – a detta di Albertoni – «siamo in uno stato di polizia del mare». «La filiera della nautica – prosegue – non può permettersi anche lo scriteriato pressappochismo degli apparati di polizia capace di comportare danni incalcolabili al turismo nautico e alle casse dell’erario e dare il colpo di grazia a un comparto fra i trenta settori manifatturieri».

 

Nel caso specifico, è bene ricordare che la tassa barca, sia secondo la norma di legge, sia secondo la Circolare 16E dell’Agenzia delle Entrate, va applicata ai soli cittadini italiani, in qualunque parte del mondo tengano la barca, ma non agli stranieri che stanno in Italia.

 

E voi cosa ne pensate? Siete d’accordo con le parole – dure – di Anton Francesco Albertoni?

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7 commenti

  1. ROCCO says:

    Buongiorno,

    ho letto tutti i commenti fatti da chi è intervenuto, si è vero che i controlli fatti dalle forze di polizia sono di questi tempi eccessivi e che ci vuole più garbo e più tatto.
    Ma mi chiedo, qualcuno degli intervenuti ha mai visto quante unità da diporto, grandi e piccole, hanno a bordo imbarcato personale in nero che viene sfruttato come marinaio, cameriere cuoca ect..ect.. ed al momento dell’avvicinamento della Gdf, carabinieri e Capitaneria,. sono obbligati a mettersi in bikini per passare come ospiti a bordo……..
    in coscienza lo sfruttamento del lavoro di queste persone i proprietario delle imbarcazioni di lusso lo digeriscono oppure no…….

  2. patrice says:

    Non voglio aggiungere ulteriori commenti sul comportamente delle forze dell’ordine italiane in mare, ma solamente fare presente che ieri, 09 agosto 2012, sono stato controllato dalla dogana francese, mentre ero all’ormeggio nel porto vecchio di Bastia.
    Il controllo é durato meno di 5 minuti e i funzionari sono stati dall’inizio alla fine estremamente cordiali. Adesso capisco perchè i porti corsi sono strapieni di barche battente bandiera italiana, e non solo.
    Patrice

  3. enzo says:

    Certo una gran bella figura se tutto cio’ corrisponde al vero !!!, e pensare che noi di turismo viviamo, e gia’ da tempo memorabile i cugini francesi ci hanno superato sul businnes del diporto, certamente tutto rientra in un disegno a noi incomprensibile, far fallire a tutti i costi questa nostra BELLA ITALIA, per poi donarla a chissa’ chi !!!! , ALITALIA INSEGNA !!!!! anche3 se ilcontesto e’ del tutto differente, ma tutto lascia supporre che l’industria ITALIA sia in svendita !!!!!

  4. Alberto says:

    sono d’accordo con il presidente di Ucina. Vivo in Sardegna e vado in barca da oltre 40 anni. Posseggo in 40′ a vela e mai come quest’anno ho visto la GdF con tanti mezzi in mare. Oltre alla crisi e alla inutile tassa sulla nautica dobbiamo subire i controlli che si possono fare comodamente incrociando i data base della capitaneria e dell’amministrazione pubblica. Perhé rompere le scatole a chi sta in rada, magari entre pranza in pozzetto come é successo a me e far perdere pranzo e un ora tra documenti vari… Si sa bene dove e chi é che evade le tasse… Tutto questo e il caro prezzi dei servizi quest’anno ha portato il 30% di barche in meno in Sardegna… Oggi 8 agosto sembra di essere a fine giugno… A chi fa bene tutto questo? Alle entrate dello Stato? Ai commercianti? Non si rendono conto che stiamo affondando di tasse…

  5. Maurizio says:

    Buon giorno.
    Sono pienamente d’accordo, mi chiedo se il personale preposto a questi controlli sia adeguatamente formato o meno, vengono comunicate loro le variazioni della normativa o no?
    In ogni caso, riprendendo ciò che scrive Giorgio, il buon senso dove sta? Negli ultimi fine settimana, non passa giorno che non ci siano mezzi GdF in mare. A Grado domenica scorsa c’erano 3 imbarcazioni che facevano controlli sulle barche all’ancora.
    Uno lavora tutta la settimana, si concede finalmente una giornata di relax, e questi ti tengono un paio d’ore a controllare documenti ecc.
    Le imbarcazioni sono registrate, fai una verifica sulla carta, se c’è qualcosa che non ti convince vai a fare un’ispezione mirata in darsena.

  6. giorgio says:

    Mi chiedo:quale è la motivazione dei vari comandi della Guardia di Finanza,Polizia ,Carabinieri,Corpo Forestale,Guardia del Parco e chi più ne ha più ne metta nell’appostarsi la domenica mattina a 200metri dal porto,nel caso specifico Porto Rotondo e fermare per i “controlli”che sta uscendo per una giornata di relax.Lo stesso controllo possono tranquillamente e più comodamente farlo in banchina con più discrezione e soprattutto con più educazione. La Sardegna quest’anno è relativamente vuota anche per questo,a favore dei nostri vicini,sicuramente più attenti a non lasciarsi sfuggire opportunità di guadagno cosa che nessuno oggi può permettersi.

  7. Stefano says:

    Intanto buon giorno mmmhhh,
    sono molto d’accordo con Anton Francesco Albertoni, questo pressapochismo e questi continuio assilli delle forze dell’ordine (se così si possono definire), porta soltanto scompiglio e mette in imbarazzo tutti gli attivisti del settore. Credo che sia ora di finirla e di avere leggi chiare dove non vi sia spazio ad interpretazioni personali o arbitri, e ora che chi sbaglia debba pagare di persona anche se questa è un pubblico ufficiale, oggi non si capisce più niente sopratutto sul chi deve fare e che cosa, ci ritroviamo con una marea di istituzioni le quali ognuna vuole prendere la propria posizione o fetta di territorio come se ciò le appartenesse, senza contare quanto ci costa mantenere in piedi tutte queste strutture che sprecano tutti i giorni il nostro denaro senza portare benefici. Ho avuto la fortuna per motivi di lavoro di viaggiare molto in Europa, vi posso garantire che situazioni del genere all’estero non avverrebbero mai, innanzitutto per il buon senso durante i controlli.