22 novembre 2011

Volvo Ocean Race, disalbera anche Puma

22 novembre 2011

Dopo Abu Dhabi, è toccato a Puma disalberare. Forse è il caso di ripensare al sistema Volvo: ben venga la spettacolarità, se però è accompagnata dalla sicurezza

Dopo Abu Dhabi, è toccato a Puma disalberare. Forse è il caso di ripensare al sistema Volvo: ben venga la spettacolarità, se però è accompagnata dalla sicurezza

3 minuti di lettura

Forse sarebbe veramente il caso di fermarsi a riflettere. Non è possibile che sulle sei imbarcazioni ultratecnologiche partecipanti alla Volvo Ocean Race 2011-12, tre abbiano già abbandonato la prima tappa. Dopo “Sanya”, la barca cinese, ritiratasi nei primi giorni di gara per un grave danno strutturale allo scafo, è toccato ad “Abu Dhabi” l’11 novembre scorso per la rottura dell’albero. Stessa sorte è toccata a “Mar Mostro”, il bolide del Puma Sailing Team che ieri alle 15, a circa 2000 miglia da Città del Capo (la prima tappa era partita da Alicante), mentre navigava in seconda posizione, ha visto il suo albero spaccarsi di netto in tre parti. Le condizioni non erano estreme (circa 25 nodi d’aria), quindi potrebbe essere stata un’onda a causare il disastro. «Sono rimasti in piedi circa 15 piedi (5 metri) di albero», ha commentato lo skipper Ken Read, che se prima ha tentato di approntare una vela di fortuna sul “moncherino”, poi ha optato per dirigersi verso terra utilizzando il motore.

 

Per fortuna non si è fatto male nessuno, e molto probabilmente il VOR 70 “Mar Mostro” riuscirà a rimettersi in sesto per la seconda tappa, da Città del Capo a Abu Dhabi. Ha rischiato grosso invece Mike Pammenter, il prodiere di “Camper”, che ieri durante una manovra di cambio vele è andato a sbattere contro l’alberatura procurandosi la rottura di un dente e un taglio in faccia.

 

Prima considerazione. Ben venga la tecnologia, ben vengano questi scafi che assomigliano più a delle astronavi che a delle imbarcazioni, ma forse, a partire dalla prossima edizione, bisognerà porre dei tasselli di regolamento che impediscano la ricerca maniacale e spasmodica della prestazione privilegiando un po’ di più la sicurezza.

 

Seconda considerazione. Potrebbe anche essere che il sottoscritto porti sfiga. Delle sei barche che hanno preso parte alla VOR 2011-2012, ho avuto il piacere di visitarne e testarne due: indovinate quali. Sono salito su “Abu Dhabi” durante la presentazione della barca a Portofino (qui trovate il resoconto) e sono andato a Puertocalero, a Lanzarote, per seguire da vicino gli allenamenti di “Mar Mostro” (a questo link il mio racconto e la gallery).

 

Speriamo che il comitato organizzatore della Volvo Ocean Race propenda per la prima ipotesi, non vorrei mai essere bandito dai campi di regata oceanici in quanto iettatore…

 

Eugenio Ruocco

 

Ecco l’umore a bordo di “Mar Mostro” negli scatti del media crew member Amory Ross

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Qui di seguito, invece, potete dare un occhiata al video del disalberamento. Buona (catastrofica) visione!

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