Yacht stampati in 3d? Da oggi è possibile grazie a Livrea Yacht
Una startup siciliana, Livrea Yacht, sta preparando un'imbarcazione realizzata interamente in 3d per partecipare alla prossima Mini Transat 2018
Una startup siciliana, Livrea Yacht, sta preparando un'imbarcazione realizzata interamente in 3d per partecipare alla prossima Mini Transat 2018
La stampa 3d offre molte nuove opportunità per le aziende che desiderano puntare sull’innovazione a basso costo. Infatti, grazie a questa recente tecnologia, si possono realizzare oggetti di forme diverse partendo da un modello digitale sviluppato attraverso software di progettazione.
Dal 2009, quando il brevetto sulla tecnologia FDM, ovvero la modellazione a deposizione fusa, è scaduto, il costo delle stampanti 3d è notevolmente diminuito rendendole accessibili per molte piccole aziende che, prima di allora, erano escluse dal mercato a causa dei costi elevati.
Con la scadenza del brevetto sono sempre di più i settori interessati a queste nuove tecnologie. La casa produttrice americana Ford, per esempio, sarà il primo costruttore a sfruttare le potenzialità della stampa 3D per la realizzazione di componenti a grandezza naturale da implementare durante la fase di progettazione.
E proprio con l’obiettivo di introdurre la stampa 3d nel settore nautico è nata la startup siciliana Livrea Yacht. Infatti, come riporta il Corriere della Sera, dal 2014 Daniele Cevola e Francesco Belvisi, fondatori dell’azienda, realizzano componenti in 3d per alcune imbarcazioni e puntano a preparare la loro barca, costruita interamente in 3d, entro il 2018, per partecipare alla prossima Mini Transat, la competizione transatlantica individuale che copre oltre 4000 miglia tra Francia e Brasile.
“Oggi le imbarcazioni si fanno ancora come 50 anni fa -ha spiegato Cevola al Corriere della Sera – per ogni componente si crea un modello in legno in scala 1:1, da cui si ricavano gli stampi dai quali poi, a loro volta, si otterranno i pezzi. Si tratta di un percorso oneroso e che comporta notevoli problemi di smaltimento e abbiamo quindi pensato -ha concluso Cevola- di partire da un’innovazione tecnologica già esistente sul mercato e oggi molto usata, applicandola ad un settore tradizionalista come quello della nautica“.
Ma come cambierà il mondo della nautica con l’avvento delle nuove tecnologie? Innanzitutto verranno eliminati stampi e modelli per la realizzazione dei componenti e sarà possibile rendere le strutture più performanti, variando la densità dei diversi elementi in base alle loro funzioni, come ha spiegato Matteo Crocetti, Technical Sales Manufacturing di Autodesk Italia, al Corriere. Ma soprattutto i tempi di costruzione verranno ridotti notevolmente: per una barca di sei metri si passerà dai quattro – sei mesi attualmente necessari ad un solo mese di lavorazione.
Argomenti: Daily Nautica