29 marzo 2016

Speciale Pesca – E’ tempo di tentare la foce

29 marzo 2016

Un tipo di spot unica per la grande varietà di prede che si possono incontrare, la pesca in foce può riservare grandi sorprese

Speciale Pesca – E’ tempo di tentare la foce

Un tipo di spot unica per la grande varietà di prede che si possono incontrare, la pesca in foce può riservare grandi sorprese

3 minuti di lettura

Il periodo è quello buono: l’acqua inizia a scaldarsi, i fiumi o i piccoli corsi d’acqua hanno ancora un discreto livello d’acqua dopo le pioggie invernali. E’ tempo di andare a provare la pesca in foce.

La tecnica che descriveremo è quella della pesca a fondo, meglio conosciuta come surfcasting (beach ledgering nella sua variante light), ma in questo caso il più delle volte non sarà necessario cercare grandi distanze di lancio.

Le foci dei fiumi sono delle zone naturalmente ricche di pesce: il flusso dei fiumi deposita una gran quantità di detriti, smuove il fondale, crea turbolenze e fa incontrare flussi d’acqua a temperatura diversa: tutte situazioni potenzialmente molto attiranti per una grande quantità di specie ittiche.

Le prede della pesca in foce

Ci sono alcune prede tipiche delle foci e tra queste senza dubbio trova un posto la spigola. Questo cacciatore nelle acque turbolente di un fiume che sbocca in mare trova le sue condizioni preferite e soprattutto una grande quantità di piccoli pesci da cacciare. I pesci serra e le leccie amia sono poi altre tipologie di predatori che amano frequentarequeste zone e che potremo insidiare con la pesca in foce.

Per il resto può sucedere di tutto: saraghi, orate, ombrine, mormore, in base al tipo di fondle una grande varietà di potenziali prede frequentano questi particolari spot.

La tecnica, l’attrezzatura e le esche

Occorrerà sondare bene la zona di pesca per capire il fiume come modella il fondo, dove sono le zone con maggior corrente e quelle in cui la profondità inizia a degradare. In linea di massima la fascia ideale dove lanciare sarà entro i 50 metri, ma è bene sondare diverse distanze e fari vari tentative per trovare le zone di pascolo del pesce.

Le canne, i mulinelli e i monofili saranno quelli tipici del surfcasting, così come i calamenti. E’ consigliabile avere sulle montature anche dei braccioli dotati di flotter, così da potere insidiare la grande varietà di pesci che popolano le fasce intermedie della colonna d’acqua: occhiate, piccole lecce stella, agulie, tutte piccole prede che poi eventualmente potremo innescare vive per cercare la grande cattura.

Si può pescare con i classici vermi del surfcasting: americano, arenicola, bibi, oppure optare per la sardina, i calamari o le piccole seppie. Con i vermi cercheremo i grufolatori: saraghi, orate, mormore, con la altre esche ci dedicheremo ai predatori.

Nel caso della ricerca della spigola è molto catturante e la seppiolina intera flotterata. Per il serra, obbligatorio il cavetto d’acciaio come terminale, va molto bene la sardina intera, il filetto di sgombro o di muggine.

 

 

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