Citizen science per il Pianeta Blu: una comunità che osserva e protegge

Con MINKA e Posidonia Green Project nasce in Italia una rete per conoscere e proteggere la biodiversità

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Il mare ci parla in tanti modi, ma spesso non lo ascoltiamo. Ogni onda che porta un rifiuto, ogni pesce che non si vede più, ogni nuova specie che compare in un porto racconta qualcosa di noi e del pianeta che cambia. Per questo la citizen science, la scienza partecipata, sta diventando uno strumento prezioso. Mette insieme, infatti, cittadini, studenti, subacquei e ricercatori con un obiettivo comune: capire meglio cosa sta succedendo al nostro mare.

Osservare, segnalare e conoscere

Dietro questo modo di fare scienza c’è un’idea semplice: ognuno di noi può contribuire, se sa dove guardare. È l’idea che ha dato vita a MINKA, una piattaforma nata a Barcellona presso l’ICM-CSIC, che permette di raccogliere e condividere osservazioni sulla biodiversità marina. Chiunque può caricare una foto di una specie vista in mare, su una spiaggia o durante un’immersione, indicando dove e quando è stata trovata. I dati vengono poi verificati e messi a disposizione di ricercatori e istituti scientifici. MINKA trasforma la curiosità in conoscenza e, soprattutto, fa sentire chi partecipa parte di qualcosa di concreto: una comunità che osserva e protegge il Pianeta Blu.

Una rete italiana per il mare

Da quest’anno MINKA ha trovato casa anche in Italia, grazie al lavoro di Posidonia Green Project che sta costruendo una rete di persone e realtà locali lungo la costa ligure. Diving center, scuole, associazioni e cittadini vengono formati per riconoscere le specie marine, segnalare anomalie, monitorare la presenza di rifiuti o organismi invasivi. In Liguria i primi passi sono partiti dalle cittadine di Bogliasco e Recco, dove, durante le giornate di pulizia e i laboratori per bambini, le osservazioni raccolte vengono caricate su MINKA.

Un modo per trasformare un gesto semplice, raccogliere un oggetto o fotografare un pesce, in un piccolo contributo scientifico. "Non serve essere biologi - spiega Edoardo Brodasca, direttore di Posidonia Green Project - per osservare. Basta la curiosità e la voglia di restituire qualcosa al mare. Con MINKA stiamo costruendo una rete che unisce persone diverse, ma con la stessa passione per l’ambiente".

Specie aliene: il segnale di un mare che cambia

Tra le segnalazioni più importanti ci sono le specie aliene, organismi provenienti da altri mari che riescono a stabilirsi nel Mediterraneo. A volte arrivano attraverso le acque di zavorra delle navi, altre volte seguendo correnti più calde dovute al cambiamento climatico. Ospiti inattesi, come i pesci leone, i granchi blu o le alghe tropicali, che possono alterare gli equilibri e mettere in difficoltà le specie locali. Riconoscerli e segnalarli aiuta i ricercatori a capire quanto il nostro mare stia cambiando e in che direzione. Ogni osservazione diventa così un piccolo allarme, ma anche un’occasione per imparare a conoscere il mare da vicino, non solo come spettatori ma come custodi.

Dalla conoscenza alla cura

La citizen science non è solo raccolta dati. È anche un modo per riavvicinarsi al mare, per ritrovare un rapporto diretto con un mondo che spesso vediamo solo in estate. Quando un bambino fotografa un granchio sconosciuto o un pescatore racconta un fondale che non riconosce più, sta facendo molto più di un gesto simbolico: sta aiutando a costruire una memoria collettiva del mare. Progetti come MINKA e la rete di Posidonia Green Project vogliono proprio questo: ricucire il legame tra le persone e il Mediterraneo, attraverso la conoscenza, la collaborazione e la cura.

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