Donne, conigli, albatros e banane in mare: le incredibili superstizioni dei marinai – Parte prima
Un vocabolario di tutto quello che, nelle credenze dei naviganti, porta buona o cattiva sorte in mare
Donne, conigli, albatros e banane in mare: le incredibili superstizioni dei marinai – Parte prima
Un vocabolario di tutto quello che, nelle credenze dei naviganti, porta buona o cattiva sorte in mare
“Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”, recitava il grande commediografo Eduardo De FIlippo. Oramai nessuno, o quasi, crede più alla iettatura, ma quanti di noi accelerano ancora il passo se un gatto nero prova ad attraversare la strada perché, alla fin fine, non si sa mai? Nei secoli la gente di mare, abituata ad affidare la sua vita ai capricci del tempo e degli oceani, si è sempre rivelata, a tutte le latitudini e in tutte le epoche, particolarmente superstiziosa, inventandosi pratiche e riti scaramantici che solo chi naviga può comprendere. Riti che, una volta liberati dagli angusti legami della superstizione, sono diventati tradizioni da rispettare anche per il più razionale dei marinai.
Ecco un elenco delle principali credenze marinare volte ad evitare la proverbiale “sfiga” e garantirsi una navigazione tranquilla con buon vento e mare calmo.
Donne a bordo
Le donne a bordo sono sempre state viste come portatrici di iella. Ma quale è l’origine di questa – diciamolo chiaramente – ingiusta e sessista credenza? Le spiegazioni, come sempre quando si tratta di superstizione, sono molteplici. Una di queste afferma che i marinai, distratti dalla presenza femminile che innescavano episodi di gelosia tra la ciurma, finivano per non prestare le dovute attenzioni alla barca, rischiano abbordi e altri incidenti. Secondo un’altra tradizione, le donne a bordo farebbero ingelosire il mare, piccato che l’attenzione del naviganti sia rivolta tutta alle ragazze. Altre ipotesi si riallacciano all’antico divieto alle donne, nella marineria romana e greca, di salire a bordo. Se poi, orrore degli orrori, la ragazza aveva anche i capelli rossi, chiaro segnale di demoniaca origine… allora la sfiga era assicurata! Stranamente, la iella si tramuta in buona sorte se la donna in questione è nuda! Un corpo di donna, sempre secondo la superstizione, ha il potere di calmare anche le tempeste più potenti. Ed è questo il motivo per cui le polene ritraggono dee, sirene o comunque belle ragazze rigorosamente in topless!
Preti e avvocati
“Avvocati, preti e polli non sono mai satolli”, dicono i marinai. La categoria dei legulei non è molto benvista dalla gente di mare – e dagli torto! – che li considera dei veri e propri squali di terra che, una volta imbarcati, non possono che portar iella. Similmente, i preti di tutte le religioni sono considerati dai marinai un concentrato di sfiga pronto ad esplodere. Come mai? Perché i preti stanno dalla parte di dio e i naviganti temono che questo possa far irritare Poseidone o gli altri dei del mare. In fondo, quando si naviga in acque agitate, una prece al demonio e un occhio di riguardo da parte di Belzebù è importante perlomeno quanto quello degli angeli!
Cambiare il nome della barca
Non c’è nulla che irriti di più gli dei del mare che cambiare il nome ad una barca! Ma come si fa anche solo a pensare ad una nefandezza simile? Nel nome dell’imbarcazione è rinchiusa la sua anima. Come pensare di poterla cambiare? Poseidone in persona, in fondo al suo regno marino, tiene un registro aggiornato con i nomi di tutte le barche che solcano i mari e con lui non si scherza! Ma da dove nasce questa leggenda? Anche qui, navighiamo nel mare delle ipotesi. Secondo una di queste, armatori senza scrupoli cambiavano il nome alle loro peggiori carrette del mare per farle passar per nuove e far loro compiere gli ultimi viaggi. I marinai che si imbarcavano, si accorgevano troppo tardi che la loro nave non era quella che sembrava dal nome.
La moneta sotto l’albero
Andare per mare, soprattutto nell’antichità, comportava dei bei rischi. I marinai piazzavano una moneta d’argento nella scassa, così che, nel malaugurato caso di un naufragio, potevano pagarsi il traghetto di Caronte verso l’Ade. La tradizione vale ancora oggi. Nelle navi moderne, che non hanno un albero di maestra, la moneta viene piazzata sotto il radar. Meglio non scherzare con questa tradizione e non seguire l’esempio del capitano Achab, che la moneta l’ha inchiodata nell’albero di maestra come ricompensa per il primo che avesse avvistato Moby Dick. Un gesto sacrilego che non ha portato fortuna al Pequod e alla sua ciurma.
Nella prossima puntata vi racconteremo di banane, ombrelli, procellarie e altro ancora!
Argomenti: superstizioni