Donne, conigli, albatros e banane in mare: le incredibili superstizioni dei marinai – Parte seconda

Un vocabolario di tutto quello che, nelle credenze dei naviganti, porta buona o cattiva sorte in mare

Donne, conigli, albatros e banane in mare: le incredibili superstizioni dei marinai – Parte seconda

Donne, conigli, albatros e banane in mare: le incredibili superstizioni dei marinai – Parte seconda

Un vocabolario di tutto quello che, nelle credenze dei naviganti, porta buona o cattiva sorte in mare

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Continuiamo con la nostra enciclopedia di superstizioni marinare partendo da un celebre frutto!

No! La banana, proprio no!

Racconta il capitano Rick Etzel in un’intervista al New York Times: “Qualche anno fa un ragazzo di uno dei miei charter si è presentato indossando una maglietta di Banana Republic. Un altro ragazzo del gruppo è andato da lui con un coltello e gli ha tagliato il logo”. Le banane in navigazione, si sa, portano sfiga. Ma come è nata questa superstizione? Secondo alcuni, i caschi di banane imbarcati in stiva erano temuti perché potevano rivelarsi ricettacolo di ragni o di altri insetti velenosi. Un’altra spiegazione va collegata alle caratteristiche di questo frutto che marcisce molto velocemente. Il che non consentiva nessun margine di tempo alla navigazione prevista. Una nave che incappava in una bonaccia, rischiava di vedere tutto il carico andare a male. Immaginatevi la puzza!

Squali, delfini e conigli

Se uno squalo segue la nave non è un buon segnale ma un presagio di tempesta e di altre disgrazie. L’animale infatti conosce il tuo destino e sa che presto potrà banchettare con il tuo corpo. Discorso opposto per i delfini, da sempre considerati amici dei marinai. Vederli saltare fuori dall’acqua , oltre che uno spettacolo, è indice di buona sorte. Non dimentichiamoci però di salutarli con calore per ingraziarci il loro favore. In quanto ai conigli, ne abbiamo parlato in questo articolo. Nelle imbarcazioni, sopratutto in quelle francesi, questo roditore non va mai neppure menzionato. La superstizione è legata all’incredibile quantità di viveri della cambusa che questo animale riesce a rosicchiare quando fugge dalla gabbia. 

Giona, lo iettatore

Quando pensiamo allo iettatore per antonomasia, i ricordi vanno subito al grande Totò che in un suo film ne aveva fatto addirittura una professione. Nella navi lo iettatore si guadagna l’appellativo di Giona dal nome del profeta biblico che fini nello stomaco di un enorme pesce (una balena?). E se non è sfiga questa… In seguito, in virtù delle sue accese preghiere, dopo tre giorni e tre notti di agonia, il pescione lo vomitò vivo. Insomma, si sopravvive anche anche alle iettature più nere. Basta avere fede. Ricordatelo la prossima volta che vi trovate in mezzo ad un fortunale!

L’ombrello

Portare un ombrello in barca porta sfortuna. E’ come augurarsi che si metta a piovere. Ma il motivo per cui questo attrezzo è mal visto dai marinai è un altro. In fondo, perché un marinaio dovrebbe ripararsi con un ombrello? Non esistono forse le cerate? L’ombrello insomma, è una cosa da “terricoli”. Ve lo immaginate Giovanni Soldini che si ripara dalla pioggia con un ombrello mentre è al timone del suo trimarano Maserati per fare il giro del mondo?

Il varo con la bottiglia

Al tempo dei greci e di Roma, ogni nave che si apprestava a salvare il Mediterraneo, veniva prima benedetta col sangue di capretti o di buoi offerti in olocausto agli dei per ottenere buoni auspici. Con l’avvento del cristianesimo, la cerimonia si è fatta meno cruenta e il veliero veniva bagnato da acqua benedetta oppure da vino, che rappresentava il sangue di Cristo. Col passare dei secoli, tra l’acqua, benedetta o no, e il vino, i marinai hanno preferito quest’ultimo ed oggi è consolidata tradizione che ad ogni varo venga gettata una bottiglia pregiata contro la carena della nave. Ma cosa succede se la bottiglia non si rompe? Così è accaduto alla Costa Concordia nel giorno del suo varo, il 7 luglio 2006. E sappiamo che sei anni dopo la grande nave ha fatto naufragio davanti all’isola del Giglio. Ovviamente, si è trattato solo di un caso. Ci sono navi naufragate dopo cerimonie di varo filate per il verso giusto e tante navi ancora a galla pure se non c’è stato verso di romperci sopra la fatidica bottiglia. Anche la storia del Titanic, naufragato dopo un varo andato a male, è solo una fake news girata su alcune pellicole cinematografiche. Comunque, siccome non si può mai dire, se dovete fare un varo… meglio che vi procuriate una bottiglia dal vetro molto fragile!

Fischiettare a bordo

A bordo non si fischia mai! Si rischia di svegliare il dormiente Eolo, il dio dei venti, e di provocare una tempesta. L’unico che può fischiare in mare è il vento e questi potrebbe sentirsi sfidato dal un marinaio che si mette a fischiettare allegro come un cardellino. Meglio non provocarlo!  

Il colore verde

Niente vesti o bandane di colore verde in mare. Questo è il colore  della muffa che si forma sui legni delle navi e non è mai un buon segno. Inoltre, i corpi dei marinai morti in combattimento, conservati sino allo sbarco, assumevano questo colore tipico della decomposizione. Ma forse, la spiegazione è più semplice: il verde è il colore dei prati e della montagne. Niente a che vedere con noi, gente di mare!

Albatri, gabbiani e procellarie

Negli uccelli marini si reincarna l’anima dei marinai naufragati in mare. Vederli volteggiare sopra la propria imbarcazione è un segnale di buona ventura. Attenzione che vanno trattati col massimo rispetto. Quell’albatro che ti svolazza sul pennone potrebbe essere la reincarnazione del vecchio nostromo che, tanto tempo fa, ti ha insegnato ad andar per mare. Guai ad infastidirli o, peggio ancora, ad ucciderli. Samuel Taylor Coleridge, nella sua Ballata del Vecchio Marinaio, ci insegna cosa capita a chi compie questo nefando delitto.

E voi? Cosa evitate accuratamente di dire o di fare quando siete in navigazione? E conoscete altre superstizioni cui non abbiamo accennato in questo elenco?