Rubrica | Podcast | Giro di boa

Ep. 6 – Marcello Maggi (Wider Yachts) si racconta a “Giro di boa”: “Penso che questo sia il mestiere più bello del mondo”

"Per arrotondare la mia paghetta settimanale, da studente andavo a lavare le barche al CRN. Da lì sono stato coinvolto in questo mondo"

Ep. 6 – Marcello Maggi (Wider Yachts) si racconta a “Giro di boa”: “Penso che questo sia il mestiere più bello del mondo”

Ep. 6 – Marcello Maggi (Wider Yachts) si racconta a “Giro di boa”: “Penso che questo sia il mestiere più bello del mondo”

"Per arrotondare la mia paghetta settimanale, da studente andavo a lavare le barche al CRN. Da lì sono stato coinvolto in questo mondo"

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Continuano gli appuntamenti con i grandi personaggi della nautica e del mare protagonisti del podcast di DN “Giro di Boa“. A raccontarsi ai nostri microfoni questa volta è stato Marcello Maggi, dal 2019 presidente del cantiere Wider Yachts.

Sono diverse le curiosità che Maggi ci ha svelato nel corso della nostra intervista. Abbiamo fatto un tuffo nella sua infanzia, scoprendo i desideri e le passioni di quando era bambino. Abbiamo scandagliato il passato recente, approfondendo le motivazioni che lo hanno spinto ad iniziare, nel 2019, la bella avventura con Wider. Abbiamo apprezzato l’impronta green e sostenibile delle sue imbarcazioni e scoperto alcune delle novità messe in campo dal cantiere.

Perché ha deciso di iniziare nel 2019 questa bella avventura con Wider Yachts? 

Dopo quasi 30 anni di cantiere navale avevo quasi deciso di andare in pensione e di continuare la mia attività nella nautica come rappresentante degli armatori qui, da Montecarlo, dove vivo. Fin quando, un bel giorno, ho avuto la possibilità di provare il Wider 150 ‘Bartali’. Mi ha scioccato in termini di qualità ma soprattutto di tecnologia. Così ho iniziato a capire un po’ meglio come funzionava l’azienda e il 4 luglio del 2019 ho deciso di fare questo passo”.

Wider è stato un antesignano dell’ibrido e continua ad esserlo.

“Wider è stato un pioniere del superyacht ibrido. Quello che vorrei oggi fare con lo studio tecnico è migliorare sempre di più il nostro sistema base. Migliorandolo sulle nuove barche ma anche dando la possibilità alle precedenti di essere implementate con dei pacchetti di aggiornamento man mano che la nuova tecnologia avanza e avanza rapidamente. Ogni 6 mesi potrebbe esserci qualche cosa di nuovo”.

Che tipo di cliente è il cliente Wider?

“Il cliente Wider è un cliente attento alle basse emissioni, alla parte green del nostro mondo. Ribadisco che la barca più green al mondo è la barca a vela che va con il vento, ma se uno vuole un megayacht con dei range transoceanici dobbiamo cercare di realizzare il meglio. Quello che mi ha sempre dato molto fastidio è vedere barche che in rada spendono una tonnellata di gasolio solo per stare all’ancora, per mantenere i generatori accessi. A parte la possibilità di navigare in elettrico, la cosa che mi rende più felice è quella di stare più di 30 ore all’ancora senza toccare il generatore e, anche se l’energia di ricarica deriva da un motore termico, quel motore termico gira 3 ore ogni 30, con meno consumi e meno emissioni”.

Mare, barche, sostenibilità erano sue passioni anche da bambino?

“Sono nato a Numana, un paesino di 3.000 anime in inverno, per lo più di pescatori. Mio padre aveva una bellissima barca, con cui andavamo tantissimo a pesca e per arrotondare la mia paghetta settimanale da studente andavo a lavare le barche al CRN. Da lì sono stato coinvolto in questo mondo”.

Ci racconti qualcosa di più sul catamarano WiderCat 92.

“Il WiderCat 92 è nato da una sfida. Mi sono reso conto che potevamo trasferire quanto di bello avevamo fatto sui superyacht su un catamarano di dimensioni molto più ridotte. Abbiamo creato una barca a due ponti e l’esercizio non era facile. Con l’architetto Luca Dini siamo riusciti ad alleggerire le masse di questa imbarcazione lavorando sulle forme da poppa a prua che entrano un po’ come una freccia sul mare. Penso che siamo riusciti nell’intento”.

Quando era un bambino sognava già di fare questo mestiere?

“Quando ero bambino avevo tanti sogni. Sicuramente quello di viaggiare tanto e di esplorare il mondo. Questo mestiere mi consente di farlo. Penso che questo sia il mestiere più bello del mondo perché è un mix di durissimo lavoro, creatività e rapporti interpersonali. Un lavoro che ti apre testa e orizzonti come pochi altri”.

Il podcast “Giro di Boa” è realizzato con il supporto di Pantaenius, società leader in Europa nel settore delle assicurazioni per yachts.


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