A cura di Giuseppe Orrù

Gino Battaglia: “Facendo il mozzo a Loano è nata la passione. Ora sono al comando di yacht che solcano i mari di tutto il mondo”

Gino Battaglia, presidente di ItalianYachtMasters, un’associazione di comandanti, racconta la sua storia e i retroscena del suo lavoro, che consiste nel garantire crociere bellissime ad armatori e charteristi in tutto il mondo

Gino Battaglia: “Facendo il mozzo a Loano è nata la passione. Ora sono al comando di yacht che solcano i mari di tutto il mondo”
A cura di Giuseppe Orrù

Gino Battaglia: “Facendo il mozzo a Loano è nata la passione. Ora sono al comando di yacht che solcano i mari di tutto il mondo”

Gino Battaglia, presidente di ItalianYachtMasters, un’associazione di comandanti, racconta la sua storia e i retroscena del suo lavoro, che consiste nel garantire crociere bellissime ad armatori e charteristi in tutto il mondo

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Con questa intervista si chiude il progetto della rubrica “Nautica in un ritratto”. In circa due anni, abbiamo intervistato e fotografato 36 personaggi di vario tipo, accomunati da due elementi: il loro legame con il mare e con la nautica e quello con la Liguria.

Abbiamo fotografato e intervistato i grandi della nautica ligure, raccontando non solo il loro lavoro, ma soprattutto la loro storia personale, i loro inizi e il loro legame con il mare, anche dopo una vita passata a respirare salsedine. Con le foto di Claudio Colombo e le interviste di Giuseppe Orrù abbiamo raccontato le storie e le curiosità di costruttori navali, progettisti, mastri d’ascia, grandi imprenditori, giornalisti e sportivi nati in Liguria o adottati da questa regione che da sempre è sinonimo di mare e di nautica.

Abbiamo “inseguito” con mail e telefonate personaggi impegnatissimi, che però hanno trovato qualche minuto nella loro agenda per mettersi in posa davanti all’obiettivo di Claudio Colombo e rispondere alle domande di Giuseppe Orrù. Abbiamo scoperto aneddoti inattesi e assaporato la passione che ognuno dei protagonisti mette nel proprio lavoro. Senza di loro, questa rubrica non si sarebbe potuta fare e a ognuno di questi personaggi va il nostro ringraziamento.

L’ultima intervista pubblicata, non certo per importanza, è quella al comandante Gino Battaglia. La abbiamo voluta tenere come intervista conclusiva perché la storia del suo protagonista racchiude in fondo l’essenza del progetto. E’ la storia di un ragazzino di 14 anni che inizia a fare il mozzo a Loano, fino a diventare comandante dei più bei yacht del mondo, con cui offre crociere fantastiche ad armatori e clienti di charter.

Gino Battaglia è nato a Napoli il 6 settembre 1961, ma all’età di 5 anni si è trasferito in Liguria, dato che suo padre, ingegnere navale, fu chiamato ai Cantieri Navali di Pietra Ligure. Il nonno, invece, era nella Marina Militare.

Gino Battaglia ha cominciato a lavorare sugli yacht a 14 anni e oggi è un comandante in possesso di Coc (certificato di competenza) IMO 5.000 Grt Commercial ed è presidente di ItalianYachtMasters, un’associazione di comandanti che condivide un serie di valori: il rispetto, l’onestà, la competenza, la professionalità, la serietà e il duro lavoro. E’ inoltre membro del Captain Monaco Yachting Club.

Il suo primo comando è stato a bordo di “Hatteras”, imbarcazione da 24 metri, con il quale ha girato tutto il Mediterraneo. Ha navigato per 31 anni nell’Oceano Atlantico e da oltre 20 anni è al comando di yacht destinati al charter. Parla italiano, inglese, francese e spagnolo e dal 2019 è al comando di Plan B 74, un motoryacht da 74 metri.

Comandante Battaglia, suo nonno era in Marina Militare e suo padre un ingegnere navale. Oltre all’imprinting famigliare, com’è stato il suo incontro con il mare e con la nautica e quando ha capito che il mare sarebbe diventata anche la sua vita?

L’incontro con il Comandante Angelo Bottaro, che mi diede la possibilità di andare a fare il mozzo su uno yacht di 31 metri al porto di Loano, mi fece sbocciare la passione in un momento della mia giovane età un po’ confuso.

Lei ha iniziato a lavorare sugli yacht a 14 anni. Cosa faceva? Che ricordi ha di quell’esperienza?

I tempi erano diversi, ma pulivo, lucidavo ottoni e acciai, mi occupavo di portare il tender, ero molto interessato a imparare. I vecchi di bordo mi aiutarono tanto. Mi ricordo del motorista, che viveva a Savona, Salvatore Colombo, siciliano, mi insegnò tutto della sala macchine, mi faceva fare tanti lavoretti, al punto che quando la barca nel 1980 fu messa in vendita a Montecarlo, mentre lui e il capitano Bottaro erano alla costruzione della nuova barca a Savona, ai Cantieri Campanella, io ero da solo a bordo e facevo di tutto.

La grande spinta verso questo lavoro è arrivata anche dalla mia fidanzata, che poi e diventata mia moglie e compagna di vita. Lavorava nelle proprietà dell’armatore e veniva a bordo per l’estate, quindi eravamo insieme. Abbiamo poi anche lavorato su Nabila di Adnan Kashoggi, un 86 mt Benetti. Abbiamo trascorso parecchi anni insieme, ha collaborato sempre con me anche nelle barche successive. Per cui anche l’amore ha sempre avuto il suo forte impatto.

Penso che l’aiuto di mia moglie nella gestione degli interni, negli acquisti e sulle decorazioni, mi abbia dato la possibilità di dedicare più tempo all’organizzazione della barca.

Quando siamo stati, nel 2014, alla costruzione di una barca di 70 metri in Germania, alla Lurseen, uno dei cantieri più prestigiosi al mondo, avevo con me un team di qualità. Eravamo impegnati a capire e studiare la barca ed ero tranquillo, dato che mia moglie, che dirigeva l’interior team, stava controllando tutto e io sapevo di essere in mani sicure.

L’armatore russo fu molto contento di noi. Per tre anni si fece un grande lavoro e si partì dalla Germania, destinazione Antigua, dopo 4.800 miglia. Era una barca nuova e non fu un viaggio facile, ma l’inverno ai Caraibi, zona che conosco molto bene, fu un grande successo, specialmente la crociera alle Bahamas.

Ho sempre avuto fiducia nei miei collaboratori, non hanno mai tradito le mie aspettative. Nel team, ormai da quasi 20 anni, c’è anche mio figlio, cresciuto nella scuola di famiglia.

Quali sono invece i suoi ricordi del suo primo comando?

Nel primo comando, nel 1986, ero tranquillo perché dopo quasi sei anni sul Nabila come nostromo e poi secondo ufficiale, avevo fatto una grande esperienza in giro per il mondo. Per cui una barca a Sanremo era un piccolo sogno che si avverava. Certo le responsabilità erano diverse: dovetti iniziare ad abituarmi ai capricci degli armatori e a quelli delle loro fidanzate, ma non incontrai problemi. Bisogna avere molto spirito di adattabilità.

Da anni è al comando di megayacht dedicati al charter. Gli ospiti hanno delle mete o preferiscono che sia lei a decidere la destinazione?

Sono stato per anni su barche da charter, vincendo anche due premi per il “Miglior Capitano dell’anno”. Ho avuto charteristi che hanno affittato le barche dove mi trovavo al comando per 15 anni consecutivi. Con questi clienti avevo un rapporto di amicizia e c’era fiducia nei miei confronti. In questi casi preparavo io un programma, in base alle loro esigenze e abitudini, che poi si modificava anche in base al meteo. Con altri clienti, insieme al loro broker di fiducia, si studia il programma insieme.

Tanti charteristi cercano barche con capitani italiani per fare una crociera in Mediterraneo: la nostra conoscenza dell’area gioca un ruolo importante. Io ho raccolto più di 100 lettere di referenze di clienti importanti, ho fatto più di 3 mila giorni di charter e conosco tutte le mete del Mediterraneo, grazie ad anni di lavoro.

Quali sono le tappe che predilige quando pianifica una crociera e cosa non deve mai mancare in un’esperienza di charter?

Le mie tappe preferite sono varie in tutto il Mediterraneo: prediligo la costa italiana. Abbiamo delle bellezze uniche al mondo, come la Costiera Amalfitana, Capri, Ischia, Ponza e la Sardegna. Ma anche la Corsica, le Baleari, le isole greche, Croazia e Turkia. Oltre alla destinazione, non devono mai mancare la cura verso l’armatore e il charterista, le attenzioni nel servizio e nelle escursioni a terra. Serve una cura del cliente a 360 gradi.

Lei è arrivato in Liguria da bambino. Qual è il suo rapporto con questa regione?

La Liguria è la regione che mi ha dato tutto. Prima di tutto grazie a mia moglie, ligure nata a Savona. Ho sempre vissuto tra Pietra Ligure e Loano e mio figlio è nato a Genova, per cui il mio affetto verso questa regione è grande. Per questo mi sono adoperato alla collaborazione con porti e cantieri in Liguria, con discreto successo.  Inoltre quando posso ci vivo, nella casa di campagna lasciata a mia moglie da suo padre, che con cura e amore abbiamo completamente ristrutturato.

Ci sono tanti giovani che vorrebbero imbarcarsi sugli yacht per tentare una carriera a bordo. Quale consiglio si sente di dare loro?

Per i giovani stiamo già facendo qualcosa come associazione IYM, ma i giovani hanno il grande vantaggio di ascoltare le nostre esperienze ed errori. Possiamo aprire loro una strada piena di soddisfazioni, ma devi amare questo lavoro, che ti porta lontano dai tuoi affetti, imparare le lingue, soprattutto l’inglese. Io parlo inglese, francese e spagnolo.

Bisogna iniziare a fare le stagioni dai piani bassi e imparare il mestiere, essere sempre modesti. Agli armatori i “comandanti fenomeno” non piacciono.

 

Giuseppe Orrù

Foto di Claudio Colombo

 

 

NAUTICA IN UN RITRATTO. Un progetto di Liguria Nautica e Claudio Colombo che propone una galleria di personaggi liguri o comunque con un legame con la nostra regione, che hanno lasciato un segno nella nautica italiana o con profonde radici e sinergie con il nostro mare. Per ognuno di loro, vi presenteremo un ritratto fotografico realizzato da Claudio Colombo e un’intervista del nostro giornalista Giuseppe Orrù, per conoscere meglio ogni protagonista, anche con curiosità sulla loro vita privata.

 

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