Immergersi sotto i ghiacci – parte seconda
Attrezzature ed accorgimenti per immergersi sotto la coltre gelata di un lago alpino
Immergersi sotto i ghiacci – parte seconda
Attrezzature ed accorgimenti per immergersi sotto la coltre gelata di un lago alpino
Vediamo ora cosa serve per per immergersi sotto i ghiacci. Di sicuro è indispensabile la muta stagna. Non sognatevi di provare ad usarne una umida e neppure una semistagna da 7 millimetri! Ci vuole necessariamente la stagna. E, naturalmente, bisogna essere stati addestrati al suo utilizzo. Ricordatevi, in ogni caso, che se è vero che la muta stagna non ti fa bagnare, è anche vero che da sola non basta a ripararti dal freddo. Neppure se è una di quelle in neoprene. Sotto bisogna coprirsi bene ma evitando di infagottarci in modo tale da non riuscire più a muovere un muscolo.
In commercio ci sono degli indumenti in pile pensati apposta per questo scopo. In alternativa vanno bene anche delle tute da ginnastica pesanti, magari con una calzamaglia di lana sotto. Nei negozi di subacquea più forniti, si trovano anche dei sistemi di riscaldamento a batteria. In tutta franchezza, li ritengo più adatti a dei professionisti che devono lavorare in acque gelide per molte ore al giorno. Ricordiamoci che una immersione sotto i ghiacci dura al massimo una mezz’oretta o poco più.
Altre cose utili sono dei buoni calzari e dei guanti in neoprene spesso. Mani e piedi sono destinati a bagnarsi e saranno probabilmente il primo punto in cui patiremo il freddo, assieme alle guance. E’ importante coprire al meglio le nostre estremità, ricordandoci però che dobbiamo sempre maneggiare delle attrezzature ed i guanti in neoprene dovranno consentirci di muovere le dita agilmente. In alternativa, pur se poco diffusi nei nostri climi, si possono trovare guanti e calzari completamente stagni da indossare sopra calzettoni e guantoni pesanti. I miei amici subacquei islandesi dicono che non ne potrebbero fare senza, ma nel nostro Mediterraneo…
Ricordiamoci anche che l’immersione sarà quasi sicuramente in quota (è in alta montagna che si trovano i laghetti gelati!) e teniamo conto delle differenze di pressione atmosferica nel programmare la durata dell’immersione. Verifichiamo quindi, prima di immergerci, che il nostro computer da polso calcoli la differenza di pressione dovuta all’altezza ed anche che funzioni correttamente in acque a bassissima temperatura.
Ormai quasi tutti i computer in commercio offrono queste garanzie di sicurezza, ma verificare è sempre meglio. Scrivo questo per amor di precisione. In realtà, come abbiamo visto, quando ci si immerge sotto la coltre di ghiaccio dei nostri laghi, non si scende mai in profondità e un buon profondimetro e un orologio subacqueo sarebbero più che sufficienti per mantenerci in sicurezza. Infatti il rischio di finire fuori curva è pressoché inesistente.
Altre attrezzature specifiche per le immersioni sotto il ghiaccio non me ne vengono in mente. Possiamo lasciare a casa il pedagno e, ovviamente, anche le boe di segnalazione per le imbarcazioni in arrivo! Meglio non dimenticare invece il filo d’Arianna, che potrebbe essere utile a garantirci una sicurezza in più, anche se gli organizzatori avranno sicuramente predisposto tutte le sagole necessarie a mantenerci nel percorso.
Ultima cosa da ricordare, per chi è abituato ad immergersi nel mare, anche con la stagna, è che nei laghi di montagna l’acqua è dolce! Bisogna insomma rifare la “pesata” anche in virtù di tutti i mutandoni del nonno che ci saremo di sicuro infilati sotto la stagna per paura del freddo.
Argomenti: Daily Nautica