Le 10 immersioni che un principiante non può assolutamente perdere (Pt 2)
I migliori fondali subacquei dove un neo brevettato può fare esperienza
Le 10 immersioni che un principiante non può assolutamente perdere (Pt 2)
I migliori fondali subacquei dove un neo brevettato può fare esperienza
Continuiamo il nostro elenco dei migliori siti di immersione per neo brevettati.
Miramare (Trieste)
L’oasi marina di Miramare è gestita dal Wwf. Prima di infilare la muta, non perdetevi il museo dedicato alle specie ittiche dell’alto adriatico che poi ritroverete nell’immersione. Si entra in acqua dalla riva e si pinneggia fino a raggiungere il costone, proprio sotto l’imponente castello di Miramare, dove si comincia l’immersione. La profondità non supera mai gli otto metri. Di conseguenza, ci si può godere immersione senza stare troppo a pensare ai consumi d’aria o ai tempi di permanenza. Sotto, trovate un completo campionario di fauna adriatica. La visibilità è quasi sempre buona e non ho mai trovato forti correnti. Quasi tutti i subacquei del Veneto e del Friuli hanno fatto la loro prima notturna in questo splendido specchio d’acqua illuminato dalla luna che si riflette sui bastioni della fortezza regalandoci ricordi indimenticabili.
Cristo degli abissi (Portofino)
Non poteva mancare una immersione nel parco di Portofino, un autentico paradiso per i subacquei di tutti i livelli. Per i neo brevettati, abbiamo scelto la statua del Cristo degli Abissi che si trova nelle acquee antistanti la bella abbazia di San Fruttuoso. L’immersione scende al massimo a 15 metri, la visibilità è sempre buona e la corrente quasi sempre assente. Il grande Cristo in bronzo, con le braccia protese verso la superficie in un firmamento di castagnole fa sempre il suo effetto. Pochi sanno che la statua fu posta dal mitico Duilio Marcante che è un po’ il papà della subacquea italiana.
Secca della Colombara (Ustica)
Nella nostra personalissima hit parade delle migliori immersioni adatte anche ad un principiante non potevamo dimenticarci dell’incomparabile isole di Ustica dove abbiamo vissuto alcune delle più entusiasmanti avventure subacquee della nostra carriera. Siti di immersione nell’isola siciliana, ce ne sono tanti, per tutti i gusti e tutte le esperienze. L’immersione probabilmente più famosa di Ustica è quella della secca della Colombara. Il cappello comincia a 3 metri, perfetto per la tappa di decompressione di sicurezza al termine dell’immersione, poi, per i più esperti, si scende sino a 42 ma si può tranquillamente godersi il sito rimanendo entro i 18 metri. Ricciole, barracuda e grosse cernie faranno da sfondo alle vostra immersione assieme alle coloratissime spugne. Da queste parti, giurano che siano le più belle di tutto il Mediterraneo
Scoglio del Vervece (Sorrento)
Un’altra statua sommersa è quella della madonna dello scoglio del Vervece. Siamo in Sicilia, nell’area protetta di Punta Campanella, ad est di Sorrento. La statua sorge a 15 metri di profondità e fa da punto di riferimento ad un enorme branco di barracuda. Pesce del quale, il subacqueo non deve aver paura – come raccontano ma certe leggende infondate – ma solo rispetto. A settembre, nella seconda domenica del mese, si svolge una spettacolare processione con tanto di messa subacquea. A poca distanza dallo scoglio, nel 1974, un altro padre storico della subacquea italiana stabilì il record di apnea scendendo sino a -87 metri. Era un certo Enzo Maiorca.
Secca di Porto Leccio (Costa Paradiso, Sardegna)
Un splendida secca rosso fuoco, come i coralli che la ricoprono, questa di Porto Leccio. Si trova in quella parte delle costa settentrionale della Sardegna chiamata, non a torto, costa del Paradiso. Si pinneggia facendosi largo tra donzelle color arlecchino, castagnole e specie più grosse come saragi, cernie e barracuda. Non dimenticate di fare amicizia con qualche polpo particolarmente giocherellone che di sicuro uscirà dalla tana per vedere chi sono queste strane creature terrestri che esplorano il suo mondo emettendo grosse bolle!
Relitto del Potho. Parco del Conero. Marche.
Da appassionato “relittaro” quale sono, non potevo non inserire almeno una nave sommersa. So bene che la maggior parte dei relitti in Italia richiedono una esperienza che un neo brevettato non ha ancora, sia per la profondità in cui si trovano che per le difficoltà oggettive della loro esplorazione. L’eccezione è il relitto della nave da carico Potho. Il suo affondamento avvenuto nella burrascosa notte tra il 14 e il 15 marzo 1962 tenne banco a lungo sui giornali dell’epoca che lodarono l’eroismo di un guardiano invalido di una cava sulla costa che sio inerpicò lungo l’impervio passo del Lupo – di notte e sotto una tempesta – per chiedere aiuto alla guardi costiera. Oggi la poppa del Photo giace a 14 metri di profondità e per tanti sub rappresenta sul primo incontro con un relitto.
Secca Subielli Isola del Giglio
Nella costa orientale del Giglio l’immersione più gettonata dai subacquei è probabilmente la secca a Subielli. Si scende su una imponente dorsale rocciosa che comincia a 10 metri di profondità e che presenta tra ampie spaccature piene di pesci e gorgonie. Il punto più basso del percorso seguito solitamente dai sub è 20 metri. L’area non è battuta da correnti e la visibilità, come sempre in questa magica isola, va dal buono all’ottima.
I piloni (Gaeta)
Per ultima immersione adatte ai neo brevettati da non perdere, scegliamo un’altra area protetta di ripopolamento: quella di Monte Orlando, nel promontorio di Gaeta. All’interno dell’Oasi Blu tra i 13 e i 15 metri di profondità troviamo tre grossi piloni che un tempo sostenevano una piattaforma off -shore. Come sempre accade, i manufatti affondati si sono rivelati un’ottima casa per tante spesi ittiche che oggi accolgono i subacquei in visita regalando loro la sensazione di trovarsi in un acquario.
Riccardo Bottazzo
Argomenti: #subacquea