In crociera su una rompighiaccio

Storia e curiosità delle navi costruite per sfidare i ghiacci polari

In crociera su una rompighiaccio

In crociera su una rompighiaccio

Storia e curiosità delle navi costruite per sfidare i ghiacci polari

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Le prime navi attrezzate appositamente per sfidare i ghiacci artici furono realizzare nella fine del XVI secolo in Russia e si chiamavano “koč”. Si trattava di imbarcazioni a due alberi, in legno, con la carena rinforzata e foderata di pelle per poter scivolare senza danni tra i blocchi di ghiaccio. Nel tempo, queste navi furono rinforzare con doppi strati di travature incrociate e bande di ferro applicare nella prua e nella poppa. Le koč erano adatte alla navigazione fluviale o costiera. Solo nel XX secolo arrivarono le prime rompighiaccio moderne, capaci di affrontare rotte oceaniche, con stazze superiori alle 10 mila tonnellate. Il primato di aver varato la  prima rompighiaccio ad utilizzare un potente propulsione nucleare spetta alla Russia, anzi all’Unione Sovietica, che nel 1959 mise in acqua la rompighiaccio Lenin. 

A cosa serve una rompighiaccio?

Fondamentali nella ricerca scientifica, in particolare nello studio dei cambiamenti climatici, le navi rompighiaccio servono anche come navi da soccorso per tutte le imbarcazioni che rimangono intrappolate nel ghiaccio. Ma il loro principale utilizzo è quello di aprire corridoi alle navi container che trasportano merco o combustibili tra i porti che si affacciano nel mare artico. Non è un caso che il Paese che può vantare la più potente flotta di rompighiaccio sia la Russia. che dispone anche di una dozzina di navi a propulsione nucleare, come le potentissime navi Arktika e Sibir dotate di un propulsore a doppio reattore da 81 mila e 500 mila cavalli, in grado di aprire corridoi su lastre di ghiaccio spesse anche più di 6 metri. 

Perché si spezza il ghiaccio e non la prua?

Non basta alle navi rompighiaccio essere dotate di una prua rinforzata in acciaio. Questo materiale infatti con le basse temperature diventa fragilissimo. E’ necessario l’utilizzo di speciali leghe ad altissima resistenza, che a loro volta vengono ricoperte da materiali polimerici capaci di ridurre al massimo l’attrito col ghiaccio. La  nave, va sottolineato, non cozza direttamente contro il muro di ghiaccio ma scivola sulla lastra, innalzandosi con tutta la prua per poi ricaderci sopra e spezzarla come un colpo di martello grazie al proprio peso. Una volta spaccata la superficie ghiacciata, la forma dello scafo è progettata per allontanare i blocchi di ghiaccio ed impedire che il corridoio si rinchiuda dopo il suo passaggio, intrappolando la nave. 

L’italiana Laura Bassi

C’è una sola nave rompighiaccio che batte bandiera italiana: la Laura Bassi, in onore delle prima donna ad ottenere nella metà del ‘700 una  cattedra universitaria grazie ai suoi studi di fisica. La nave, lunga 80 metri, appartiene all’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale che la utilizza in ricerche scientifiche. La Laura Bassi detiene un record prestigioso: nel 2022, in occasione di una spedizione nel Mare di Ross, ha toccato il punto più meridionale mai raggiunto da una nave: latitudine 78° 44.280′ Sud. 

In vacanza al Polo Nord

Prima dello scoppio della guerra tra la Russia e l’Ucraina, era possibile prenotare una crociera nel mar Artico su una rompighiaccio, salpando dai porti della Siberia. La nave più famosa adibita a questo scopo era la NS Yamal, una delle più potenti rompighiaccio russe a propulsione nucleare convertita al turismo. La crociera durava una ventina di giorni e costava circa 25 mila euro.

Rompighiaccio da crociera

A quanto ne sappiamo, esiste solo un tour operator che offre esperienze di navigazione su un’autentica rompighiaccio. Stiamo parlando della Polar Explorer Tourist Icebreaker svedese che organizza brevi corriere dalla durata di 3 o 4 ore con partenza da Båtskärsnäs, un piccolo porto lappone che si affaccia sull’estremità settentrionale del mare di Botnia. La nave è la Polar Explorer, varata nel 1976: 78 metri di lunghezza per 14 di larghezza. Pescaggio 5.22 metri. Dotata di tutti i comfort. Il cost di una mini crociera è di 315 euro a persona che salgono a 445 se si utilizza il bus navetta in partenza da Rovaniemi. Il tour comprende anche una passeggiate sopra il pack e, per i più coraggiosi, un tonificante bagno nel gelido mar Artico utilizzando una speciale tuta di sopravvivenza. Un’esperienza, promette, il tour operator, davvero indimenticabile.