Un film al mare – La leggenda del pianista sull’oceano, la poesia fra le onde

Il regista Giuseppe Tornatore ha ripreso il monologo teatrale di Alessandro Baricco. Colonna sonora di Ennio Morricone

Un film al mare – La leggenda del pianista sull’oceano, la poesia fra le onde

Un film al mare – La leggenda del pianista sull’oceano, la poesia fra le onde

Il regista Giuseppe Tornatore ha ripreso il monologo teatrale di Alessandro Baricco. Colonna sonora di Ennio Morricone

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Ripartono i consigli per le vostre serate sul divano davanti a un buon film, con la rubrica Un Film al Mare. Ripartiamo con un super classico del cinema d’autore.

La leggenda del pianista sull’oceano è un film di Giuseppe Tornatore e racconta la storia di Novecento. Danny Boodman (Bill Nunn), un macchinista del transatlantico Virginian, trova un neonato abbandonato in una cassa di limoni, l’uomo se ne prende cura e lo battezza come T.D. (la sigla presente sulla scatola) Lemon Novecento. il piccolo viene cresciuto di nascosto, per evitare che venga portato in un orfanotrofio, e i suoi primi anni di vita si svolgono all’interno della sala macchina, pian piano si fa conoscere anche dagli altri membri dell’equipaggio, conquistando la loro simpatia. Novecento (Tim Roth) è una sorta di fantasma della nave, riappare e scompare improvvisamente: un fantasma dannatamente bravo “a far parlare” il piano. Il ragazzo diventa il pianista dell’imbarcazione, ufficialmente per allietare i passeggeri della prima classe, ufficiosamente, con un altro pianoforte, per divertirsi con i passeggeri di terza.

Comincieranno una serie di avventure: dalla sfida all’ultima nota con il più bravo musicista del mondo, Ferdinand “Jelly Roll” Morton, passando per l’amicizia col trombettista Max e per il suo primo innamoramento, fino al tentativo di scendere nave e al commovente finale: insomma La leggenda del pianista sull’oceano è un film da vedere e da ammirare.

La leggenda del pianista sull’oceano, il tema del mare

La leggenda del pianista sull’oceano tratta varie tematiche: il tema dell’abbandono, la musica, la nave e il mare, noi ci concentreremo meglio su quest’ultimo filone.

Tutto si svolge all’interno del Virginan, un piroscafo che copriva la tratta tra Europa e America dai primi anni del Novecento fino alle due Guerre, l’imbarcazione successivamente è stata adibita a ospedale galleggiante durante il secondo conflitto bellico.
Era diviso in classi come era consuetudine a quel tempo, Tornatore è sublime nel farci respirare l’aria sporca delle sale macchine così come l’eleganza e la raffinatezza dei saloni di prima classe, fino a farcene immaginare gli angoli più nascosti. La vita del ragazzo scorre parallela a quella del Virginian, i due sono in perenne simbiosi.

Parliamo di una nave davvero esistita o di una trovata fantastica? Una risposta certa non esiste. Nel 1905 venne varato il RMS Virginian , transatlantico della compagnia scozzese Allan Shipping Line, unità poi dismessa nel 1955. Le analogie tra le due imbarcazioni sono evidenti anche se Alessandro Baricco, Tornatore si ispira al suo monologo per girare la pellicola, ci parla di una nave simile più al Titanic. Dove finisca la fantasia e dove inizi la verità poco importa, e parafrasando Baricco potremmo chiudere così “a me sembra una bella storia, che valeva la pena di raccontare. E mi piace pensare che qualcuno la leggerà”. Buona visione!

 

Trailer:  https://www.youtube.com/watch?v=8oc7UEw4kVs

Foto: cinemaecomicswhatelse.wordpress.com, forum.awd.ru, www.cinematographe.itwww.oceanomare.com, ranmafan-reup.blogspot.com

Paolo Bellosta

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