A cura di Giuseppe Orrù

Alberto Amico: “Mio padre ci ha trasmesso la passione per il mare con le nostre uscite in barca. La mia famiglia è l’equipaggio migliore”

Alberto Amico è presidente e direttore esecutivo del cantiere Amico & Co di Genova, leader nella riparazione e ristrutturazione di superyacht, e del cantiere Amico Loano, due cantieri ai vertici del settore refit nel mondo

Alberto Amico: “Mio padre ci ha trasmesso la passione per il mare con le nostre uscite in barca. La mia famiglia è l’equipaggio migliore”
A cura di Giuseppe Orrù

Alberto Amico: “Mio padre ci ha trasmesso la passione per il mare con le nostre uscite in barca. La mia famiglia è l’equipaggio migliore”

Alberto Amico è presidente e direttore esecutivo del cantiere Amico & Co di Genova, leader nella riparazione e ristrutturazione di superyacht, e del cantiere Amico Loano, due cantieri ai vertici del settore refit nel mondo

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Alberto Amico è nato a Genova nel 1963. Sposato e con tre figli, ama profondamente la vita in mare e la pesca ed è abilitato al comando di navi da diporto. La storia di famiglia ha le sue radici nella cantieristica navale dei primi del 1700, a Loano. Guido Amico, suo padre, gli ha trasmesso la passione per il mare, i suoi mestieri e i suoi valori.

Nel 1988 si laurea con lode in Ingegneria Elettrica e Automazione all’Università di Genova. Dopo una esperienza lavorativa di un anno in un’azienda navalmeccanica, nel 1990 entra nella società di famiglia Luigi Amico srl, fondata nel 1885 e attiva nel settore delle riparazioni navali nel porto di Genova. Nel 1990 intuisce le potenzialità del nascente mercato dei grandi yacht e progetta il layout di un cantiere innovativo nel settore refit.

Nel 1991, con il supporto di Guido e della sorella Alessandra (ancora al suo fianco in azienda), fonda e dirige il cantiere Amico & Co, dedicato alla riparazione e alla ristrutturazione di superyacht, mentre nel 2010 apre un secondo cantiere, Amico Loano, nella Riviera ligure di Ponente.

Tutt’ora alla guida dei due cantieri, con il ruolo di presidente e direttore esecutivo, Alberto Amico ha portato negli anni il nome Amico ai vertici del settore refit nel mondo, grazie a una visione del business basata su innovazione, qualità, efficienza, valorizzazione delle risorse umane e delle capacità della manifattura italiana.

Ingegner Amico, come ha fatto suo padre Guido a farla innamorare così tanto del mare?

La nostra famiglia è legata ai mestieri del mare ed alla vita in mare da almeno due secoli. Da quando sono nato, con mio padre e tutta la mia famiglia abbiamo passato in mare gran parte delle vacanze e del tempo libero. La vita in barca e la navigazione nel Mediterraneo son state una scuola di vita e di valori. Mio padre ha trasmesso la sua passione a me, alle mie sorelle e finché ha potuto ai suoi nipoti, semplicemente vivendo insieme esperienze in barca.

La vita a bordo e i viaggi nel Mediterraneo ci hanno insegnato a stare insieme, ad essere un equipaggio, e tutti i valori necessari per rendere la vita a bordo piacevole: umiltà, coraggio, rispetto per le gerarchie, sacrificio e lavoro, amore per la natura, interesse a scoprire posti e culture nuove, magari pescando ogni tanto qualche pesce.

Quando ha capito che la cantieristica navale sarebbe diventata il suo futuro?

Sono cresciuto in mezzo alle riparazioni di barche e navi. Scuola permettendo e spinto da curiosità, ho sempre seguito le vicende lavorative dell’attività di manutenzione navale. Le cure e le riparazioni della barca di famiglia in inverno ed estate sono state la palestra dove ho imparato e mi sono cimentato in vari mestieri, come apprendista di papà, in lavori di meccanica, falegnameria, pitturazione. Gli inevitabili piccoli infortuni erano frequenti, e mio padre, di pochissime parole, li commentava dicendomi: “E’ il mestiere che entra”.

Sogni di bambino a parte, ho sempre pensato che avrei proseguito nel solco della tradizione di famiglia con le riparazioni navali. Tuttavia, a cavallo degli anni 80/90, il settore attraversava in Italia e a Genova una profonda crisi ed ha subito un grande ridimensionamento. Fu di quel periodo l’intuizione di mettere insieme la tradizione dell’attività navale con la passione per la nautica e il mare, dando vita al progetto Amico & Co: creare a Genova un cantiere dedicato alle riparazioni di imbarcazioni da diporto medio grandi, seguendo i nuovi trend internazionali.

A Genova, dove si concentravano grandi professionalità e mestieri legati all’arte marinara, i servizi di riparazione di grandi yacht erano quasi inesistenti. Le barche da diporto non potevano entrare nel porto di Genova se non per recarsi allo Yacht Club Italiano o in una piccola area a ponente del porto, e la nautica era mal tollerata dagli operatori portuali e dalle amministrazioni. Quanta strada da percorrere per il primo porto del Mediterraneo!

Lei già nel 1990 ha intuito le potenzialità dei grandi yacht. Si ritiene un innovatore nel settore della cantieristica? E se sì perché?

La scommessa era creare un cantiere per un mercato estero che ancora in Italia non esisteva ma nel mondo, soprattutto in Francia, stava crescendo. In questo senso fu quasi un’invenzione. L’innovazione ha continuato ad essere un elemento distintivo di Amico &Co., innovazione nel modello di business, nei processi di lavorazione e soprattutto nelle infrastrutture: i tre travel-lift realizzati sono stati ai loro tempi i più grandi e potenti al mondo, in una rincorsa di crescita dimensionale del mercato.

Amico è stato il primo cantiere nel Mediterraneo ad effettuare lavori di riparazione e manutenzione al coperto, in capannoni dotati di tutti i servizi di trattamento dell’aria, con grande attenzione alla qualità, all’efficienza ed alla sostenibilità ambientale. Le barche ai lavori, infatti, sono alimentate elettricamente da terra e collegate agli impianti di captazione e smaltimento, con un impatto ambientale praticamente nullo. 

Qual è la filosofia che oggi lei segue nella sua azienda e che vuole trasmettere ai suoi dipendenti?

Coniugare l’affidabilità tipica di un’azienda familiare ad un’organizzazione del lavoro adatta alla gestione delle commesse, con alti standard qualitativi. La qualità delle risorse umane e il gioco di squadra hanno creato un ambiente di lavoro ed un ecosistema allargato alle tante società partner che distingue il nostro cantiere da altri. Abbiamo una squadra di giovani qualificati e motivati, e insieme cerchiamo ogni giorno di migliorare e di conquistarci la reputazione presso i nostri clienti, in un mercato che è grande quanto il mondo.

Al di là del suo lavoro, qual è oggi il suo rapporto con il mare?

Ho un fisherman di 42 piedi sul quale passo quasi ogni momento libero, coinvolgendo la mia famiglia, che è il miglior equipaggio sia per diporto che in pesca. Tutti e tre i figli sono stati positivamente contagiati. Le giornate in mare aperto e in rada ti regalano momenti che diventano non solo bei ricordi, ma dei veri punti di forza e di riferimento nella vita. L’anno scorso abbiamo navigato per 45 minuti in mezzo ai delfini, con una famiglia che ha giocato a lungo con mia figlia seduta sulla delfiniera a prua. E’ naturale che poi cresca un sentimento di grande amore e rispetto per la natura, e di sensibilità nel cercare di preservare questo patrimonio immenso e delicato.

 

Giuseppe Orrù

Foto di Claudio Colombo

 

NAUTICA IN UN RITRATTO. Un progetto di Liguria Nautica e Claudio Colombo che propone una galleria di personaggi liguri o comunque con un legame con la nostra regione, che hanno lasciato un segno nella nautica italiana o con profonde radici e sinergie con il nostro mare. Per ognuno di loro, vi presenteremo un ritratto fotografico realizzato da Claudio Colombo e un’intervista del nostro giornalista Giuseppe Orrù, per conoscere meglio ogni protagonista, anche con curiosità sulla loro vita privata.

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