
Fulvio De Simoni: “Ci sono molte prime barche: la prima nello studio dove hai imparato, quella nel tuo primo studio e la prima realizzata da solo”
L'architetto Fulvio De Simoni è uno dei più celebri designer di imbarcazioni da diporto in attività. Il suo atteggiamento anticonformista si riflette chiaramente nei suoi progetti
Fulvio De Simoni, ligure, originario delle Cinque Terre, dopo gli studi ha iniziato la carriera di progettista a Milano. Nel 1983 fondò Italprojects, studio specializzato nel settore navale da diporto.
Durante la lunga carriera, costellata di innumerevoli progetti e riconoscimenti a livello italiano ed internazionale, ha collaborato con cantieri prestigiosi come Pershing, Rossinavi, Mochi Craft, Ilver, Antago, Filippetti, Raffaelli in Italia; Gallart ed Astondoa in Spagna, Ocea e Simonneau in Francia, Trojan in U.S.A, Inace e Tarpon in Brasile e molti altri.
E’ tra i più conosciuti designer di imbarcazioni da diporto in attività. Nei suoi progetti ha sempre cercato, grazie all’originalità delle scelte, di tracciare segni innovativi e diversi. L’atteggiamento anticonformista si riflette chiaramente nei suoi progetti.
L’iniziale intuizione, frutto di una competenza vasta e multidisciplinare, è seguita nei suoi progetti da una lunga e impegnativa fase di affinamento e ottimizzazione quasi maniacale, che arriva alla definizione di ogni dettaglio, aiutato da un valido team di collaboratori inseriti in una nuova compagine che dal 2016 ha preso il suo nome: Fulvio De Simoni Yacht Design.
Architetto De Simoni, com’è avvenuto il suo incontro con la nautica?
Da molto giovane, a 13 anni, a Monterosso ho avuto la mia prima imbarcazione, una lancetta di 3 metri e 80. Da allora ho sempre avuto il mare in testa.
Quali sono gli elementi che un architetto deve considerare e ponderare nel progetto di una nuova imbarcazione?
Devo dire che è importante la destinazione d’uso: se si tratta di una barca di serie o one-off. Per un progetto custom le richieste dell’armatore sono preponderanti. Nel caso della produzione in serie la capacità del cantiere e l’interpretazione delle aspettative del mercato sono gli ingredienti primari.
Quanto e come influiscono le richieste di un armatore? Si rispettano a pieno o si lascia spazio alla creatività del designer?
Le richieste del cliente spesso sono stimolate dalla proposta del designer. Nel corso dello sviluppo del progetto le idee e le scelte dell’armatore, le cui aspettative sono proporzionali al consistente investimento, possono portare a limitare lo spazio creativo del designer.
La prima barca non si scorda mai. Lei ricorda la prima che ha disegnato?
Ci sono molte prime barche: la prima nello studio dove hai imparato, quella nel tuo primo studio, la prima realizzata da solo. Ricordo la prima realizzata nel primo studio, una barca a vela di 10 metri e 80, più larga di tutte le barche in produzione nel 1976.
Qual è il progetto a cui è più legato e perché?
Il Pershing 88′. Per le soddisfazioni personali che mi ha regalato.
Al di là del suo lavoro, qual è oggi il suo rapporto con il mare?
Ho una barca di 21 metri, progettata da me naturalmente, poi ho anche un gommone di 8 metri, e sto cercando di comprare un gozzo in legno, per tornare a fare un po’ di piccolo cabotaggio alle Cinque Terre, come una volta.
Giuseppe Orrù
Foto di Claudio Colombo
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