A cura di Giuseppe Orrù

Maurizio Bulleri: “Giù le manette! Che sia un gommone da 6 metri o un mega yacht, voglio trasmettere la passione e la voglia di navigare”

Ex campione di motonautica e ora volto di “The Boat Show”, Maurizio Bulleri prova le barche più belle del mondo. Su YouTube oltre 50 milioni di persone hanno visto i suoi video e il canale ha più di 130mila iscritti

Maurizio Bulleri: “Giù le manette! Che sia un gommone da 6 metri o un mega yacht, voglio trasmettere la passione e la voglia di navigare”
A cura di Giuseppe Orrù

Maurizio Bulleri: “Giù le manette! Che sia un gommone da 6 metri o un mega yacht, voglio trasmettere la passione e la voglia di navigare”

Ex campione di motonautica e ora volto di “The Boat Show”, Maurizio Bulleri prova le barche più belle del mondo. Su YouTube oltre 50 milioni di persone hanno visto i suoi video e il canale ha più di 130mila iscritti

7 minuti di lettura

Maurizio Bulleri, nato a Genova nel 1961, è un giornalista che si occupa di nautica, volto noto al pubblico di “The Boat Show”. Il suo primo incontro con la nautica è avvenuto a 14 anni, durante una gita in gommone da Genova a San Fruttuoso di Camogli.

A 18 anni la patente nautica e poi con i primi guadagni la prima barca, un open di 4 metri con 40 cavalli, poco più di una vasca da bagno. Dopo una breve parentesi nei rally come navigatore per la Scuderia Grifone (vincitore del Rally della Lanterna – Gruppo A – nel 1985), nel 1989, a 28 anni ha unito la passione per il mare con quella per la velocità con la prima gara di motonautica.

Da allora al 2006, 17 anni ininterrotti di gare in Italia e all’estero, con la vittoria di 7 campionati italiani, due titoli europei e il Campionato del Mondo Powerboat P1 nel 2005. La sfida più recente è stata anche la più rischiosa: il record di velocità sulla tratta New York – Bermuda nel 2012, 700 miglia a manetta nell’Oceano Atlantico. Incidenti? Tanti, ma l’unica volta che ha rischiato di morire, si trovava in gommone a scattare delle foto.

L’incontro con il giornalismo è avvenuto nel 1998, quando ha iniziato la collaborazione con varie riviste nautiche, provando e recensendo imbarcazioni di qualsiasi misura. Nel 2007 ha trasformato le sue recensioni scritte in un programma TV.

Oggi Maurizio Bulleri pilota barche di qualsiasi tipologia e dimensione e le racconta a “The Boat Show”, un programma in onda su Sky Sport Arena da 9 anni, tutti i giovedì in prima serata. Il programma viene diffuso in tutto il mondo tradotto in otto lingue. Su YouTube oltre 50 milioni di persone hanno visto i suoi video e il canale ha più di 130mila iscritti. Nel tempo libero Bulleri ama passeggiare nel centro storico di Genova e navigare, ovunque nel mondo.

Maurizio Bulleri, come ci si prepara per realizzare la prova di un natante o di un mega yacht davanti a una telecamera e presentare un’imbarcazione ai telespettatori?

Qualunque sia la dimensione della barca, la guardo cercando di cogliere la sua essenza, le ragioni che hanno dato origine al progetto, mi informo sui metodi e materiali di costruzione perché sono fondamentali, poi studio la motorizzazione e la propulsione e calcolo quali potrebbero essere le prestazioni. Quando salgo a bordo, però, spesso stravolgo il mio script, ciò che avevo immaginato serve a poco, ciò che conta sono le sensazioni che provo. Non sono un attore, sono un diportista, un ex pilota e ciò che sento lo esprimo in maniera genuina. Si vede chiaramente ciò che mi piace e ciò che non trovo attraente o funzionale, almeno così mi dicono.

Ormai sui social è diventato quasi una “Web star”; su Instagram si trovano addirittura delle gif dedicate a lei e al suo proverbiale “Giù le manette!”. Cosa le chiedono principalmente i telespettatori – follower che la contattano sui social network?

La prima volta che ho registrato un servizio, sono finito al Pronto Soccorso; avevo sviluppato una dermatite per la troppa tensione emotiva. Cosa devo fare? Cosa devo dire? Come lo devo dire? Avevo un’ansia terribile. Mi hanno aiutato proprio i fan e i telespettatori. Scoprendo che quello che facevo piaceva a qualcuno, ho trovato la fiducia. Oggi mi chiedono di realizzare sempre più video, non bastano mai. Avrei voluto modificare il format, ma mi hanno detto di continuare così e soprattutto di mettere sempre “giù le manette”. Molti vorrebbero conoscere i prezzi delle imbarcazioni e mi spiace non dirli, ma certi video potrebbero rimanere on line per anni e i prezzi risulterebbero sbagliati.

Spesso nel suo programma presenta degli yacht che solo pochissime persone sul pianeta potrebbero permettersi, per costi e consumi. Parlare di nautica vuol dire anche far sognare il pubblico? Non c’è il rischio che i telespettatori si sentano troppo distanti dal mondo che spesso raccontano i media specializzati nella nautica?

Talvolta leggo commenti che sottolineano le disparità economiche di cui tutti siamo consapevoli, ma quando guardo una barca, non vedo l’armatore, vedo invece gli artigiani che l’hanno realizzata, ammiro le loro capacità perché so bene quanto sia difficile il loro mestiere. Le barche sono oggetti di elevata complessità, sono lussuose ville che si muovono sulle onde in velocità e saperle costruire è una dote rara. Tutti coloro che concorrono alla realizzazione hanno un ruolo importante, da chi lavora la vetroresina a chi prepara gli arredamenti, da chi monta i sistemi di propulsione a chi effettua i cablaggi elettrici, per non parlare di coloro che, spesso mossi più dalla passione che dalle mire di facili guadagni, impiantano un cantiere navale. Ecco, se penso a tutto questo, non provo invidia per le spropositate ricchezze ma ammiro l’opera di persone abili, come ammiro un capolavoro di qualsiasi arte.

Lei conosce molto bene sia chi produce che chi utilizza le imbarcazioni, dai natanti a quelle di lusso. Quale consiglio darebbe ai produttori di barche per fare in modo che il popolo dei diportisti aumenti sempre di più?

Per me il motore di ogni sviluppo è la passione. È naturale che sia necessario disporre di risorse economiche per acquistare e gestire un’imbarcazione, ma vi giuro che mi diverto di più su un gommone di 6 metri con un motore da 40 cavalli piuttosto che su un mega yacht. Ho parlato di divertimento, nel senso più puro del termine e non rinnego il piacere del lusso, ma è un’altra cosa. Una piccola barca con relativo motore, magari usati ma in ordine, costano come un’auto di media categoria. Uno yacht di lusso come una villa in una località alla moda. Insomma, ci sono moltissime persone che hanno risorse sufficienti per acquistare un’imbarcazione e un numero ancora maggiore di persone che potrebbero noleggiarla per le vacanze, ma decidono di spendere diversamente i loro risparmi. Perché? Perché molti di loro non sanno cosa sia partire in crociera con la propria barca, ammirare le nostre coste dal mare, nuotare in acque cristalline, prepararsi il pranzo in mezzo al mare, magari con quello che si è appena pescato, sciare sull’acqua, dormire in rada cullati dalle onde. Tutto ciò è possibile anche con un gommone di 6, 7, o 8 metri, non di più. Ecco cosa manca, le esperienze che fanno nascere la passione. Noi dovremmo lavorare proprio per suscitare la voglia di navigare a qualunque livello.

Al di là del suo lavoro, oggi qual è il suo rapporto con il mare e che tipo di “frequentatore” è?

Come nella vita, anche in mare ho attraversato fasi diverse. Ogni cosa ha il suo tempo e lascia un segno. Sono stato diportista con piccole imbarcazioni e poi gommonauta e mi piace sempre molto il contatto ravvicinato con l’acqua, l’emozione di sentire le onde, il piacere di seguirle, di affrontarle, di superarle, che si percepisce più forte con i piccoli scafi. Ma mi è rimasta la passione per la velocità e vorrei una barca per andare a 100 nodi quando mi va. Se però potessi gestire la mia vita libero da impegni, allora acquisterei una barca dislocante con cui girare il mondo, senza fretta, ma navigando tutti i giorni, vivendo a bordo.

 

Giuseppe Orrù

Foto di Claudio Colombo

 

 

NAUTICA IN UN RITRATTO. Un progetto di Liguria Nautica e Claudio Colombo che propone una galleria di personaggi liguri o comunque con un legame con la nostra regione, che hanno lasciato un segno nella nautica italiana o con profonde radici e sinergie con il nostro mare. Per ognuno di loro, vi presenteremo un ritratto fotografico realizzato da Claudio Colombo e un’intervista del nostro giornalista Giuseppe Orrù, per conoscere meglio ogni protagonista, anche con curiosità sulla loro vita privata.

 

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