Personal branding per comandanti e skipper
Marketing e comunicazione per costruire un’identità professionale che lascia il segno
Personal branding per comandanti e skipper
Marketing e comunicazione per costruire un’identità professionale che lascia il segno
Articolo riservato agli utenti registrati
Sali a bordo della community DN Plus.
Per te, un'area riservata con: approfondimenti esclusivi, i tuoi articoli preferiti, contenuti personalizzati e altri vantaggi speciali
Accedi RegistratiNella nautica professionale il carisma ha sempre avuto un ruolo centrale. Ma oggi a fare davvero la differenza non è solo la competenza al timone: è la capacità di posizionarsi come brand. In altre parole, comandanti, skipper, istruttori e professionisti del mare non comunicano più soltanto le loro abilità tecniche: devono raccontare chi sono, come lavorano e perché sceglierli.
Ed è qui che entra in gioco il marketing personale: un approccio strategico che consente di costruire un’identità riconoscibile, credibile e distintiva, in grado di parlare non solo a colleghi e armatori ma anche a potenziali clienti, broker, agenzie e cantieri.
Perché il personal branding conta (anche in mare)
Il passaparola resta importante ma oggi la prima impressione passa dal digitale. Un comandante cercato per un superyacht, un istruttore per una traversata o uno skipper per un charter viene valutato anche in base alla sua reputazione online. E in marketing vale una regola semplice: se non comunichi tu, comunicheranno gli altri al posto tuo.
Avere un profilo LinkedIn curato, un feed Instagram coerente, un sito personale ben strutturato significa costruire autorevolezza digitale. In pratica, la differenza tra essere notati o essere ignorati.
Gli ingredienti di un brand nautico vincente
Il personal branding non è diventare influencer ma gestire la propria immagine come un brand. Gli elementi chiave:
- Valore differenziante (Unique Value Proposition): cosa ti distingue dagli altri? La tua esperienza tecnica, lo stile di leadership, l’approccio formativo, l’attenzione alla sicurezza?
- Storytelling autentico: non solo raccontare cosa fai ma come lo fai e perché. Il mare è già di per sé uno straordinario palcoscenico narrativo.
- Contenuti strategici: esperienze di bordo, insight tecnici, consigli, momenti di navigazione trasformati in pillole di comunicazione.
- Prova sociale (social proof): recensioni, testimonianze, collaborazioni, media coverage. In marketing la reputazione è la moneta più potente.
- Coerenza visiva e verbale: colori, tono di voce, stile comunicativo. Ogni dettaglio costruisce percezione.
Dove essere presenti: le piattaforme più efficaci
- LinkedIn: per posizionarsi come professionisti autorevoli e intercettare cantieri, broker, scuole nautiche.
- Instagram e TikTok: ideali per storytelling visivo, mostrando non solo tecnica ma anche lifestyle e valori.
- Sito personale o blog: “l’headquarter” del proprio brand, utile per formatori, consulenti, relatori.
- Crew platforms (Yotspot, CrewHQ): indispensabili per emergere tra decine di candidature.
In chiave marketing, non si tratta di essere ovunque ma di scegliere le piattaforme più adatte al proprio target e gestirle con una strategia coerente.
Casi reali internazionali
Alcuni professionisti del mare hanno trasformato la loro esperienza in veri e propri brand personali. C’è chi ha creato un format su YouTube, chi condivide tips nautici su Instagram, chi ha lanciato una newsletter di settore.
Un esempio internazionale è la comandante americana Kelly Gordon, che ha costruito un’identità digitale incisiva, credibile e distintiva: non solo professionalità ma anche leadership umana, passione e disciplina. Un mix perfetto tra branding e autenticità.
Casi reali italiani: quando il mare incontra il digitale
Oltre agli esempi internazionali, anche in Italia stanno emergendo professionisti che hanno compreso il valore del personal branding in chiave marketing. Due casi molto interessanti, seppur diversi per stile e target, sono:
- Francesco Orlando – @yachtprofessor_ita. Conosciuto come Yacht Professor, è riuscito a costruire su TikTok e Instagram un format divulgativo che unisce competenza tecnica e linguaggio semplice, rivolgendosi ad un pubblico giovane e curioso. Il suo approccio è un esempio di content marketing: pillole brevi, video diretti, contenuti educativi che creano fiducia e lo posizionano come esperto accessibile. Orlando dimostra che anche nel settore nautico un linguaggio fresco e piattaforme “pop” possono diventare leve di autorevolezza digitale.
- Beppe Veirana – @dimensionevela. Con Dimensione Vela ha costruito su Instagram una community che non ruota solo intorno al servizio (corsi e uscite in barca) ma intorno ad un vero e proprio stile di vita. Foto curate, storytelling delle esperienze a bordo, attenzione al valore umano della navigazione: il suo profilo è un esempio di brand experience applicata alla vela. Non vende solo un’attività ma un’identità, un senso di appartenenza, trasformando clienti e allievi in ambasciatori del brand.
Questi due casi, pur molto diversi, mostrano una cosa chiara: non esiste un unico modello di personal branding nautico ma strategie diverse a seconda del target, del posizionamento desiderato e del linguaggio di comunicazione scelto.
Personal branding non è vanità, è rotta professionale
In marketing il brand è un asset. Per un comandante o uno skipper significa gestire la propria reputazione in modo strategico: non inventarsi un personaggio ma dare voce al proprio valore professionale. È un investimento a lungo termine che rende più competitivi, rafforza la credibilità e apre nuove opportunità di carriera. “Un brand è una promessa”, come direbbe Kotler. Sta a ciascun professionista del mare decidere quale promessa mantenere e come comunicarla.
Il mare non perdona improvvisazioni, nemmeno il marketing: “Chi sei conta. Ma come lo racconti... fa rotta sulla differenza”. Ed è proprio qui che il personal branding diventa bussola e timone insieme: la rotta verso una carriera più solida, riconosciuta e sostenibile.
