A cura di Stefano Suriano

A lezione di pesca a spinning da riva

Alla scoperta di un’altra affascinante tecnica di pesca che appassiona sempre più giovani: la pesca a Spinning

A lezione di pesca a spinning da riva
A cura di Stefano Suriano

A lezione di pesca a spinning da riva

Alla scoperta di un’altra affascinante tecnica di pesca che appassiona sempre più giovani: la pesca a Spinning

5 minuti di lettura

La pesca, grazie alle sue varie tipologie che nel corso degli anni si sono sviluppate, oggigiorno è in grado di rispondere alle più svariate esigenze e gusti, offrendo ampia scelta su quella che potrebbe essere la pesca più adatta a noi. Tra quelle che richiedono un grande dispendio di energie troviamo la pesca a spinning. Analizziamo in maniera dettagliata di cosa si tratta!

TECNICA DELLA PESCA A SPINNING

Si tratta di una pesca piuttosto semplice in sé ma allo stesso tempo difficile per quanto riguarda la tecnica. La pesca a spinning consiste nell’effettuare molteplici lanci dell’esca, che è esclusivamente artificiale, a debita distanza da dove ci posizioniamo e recuperare subito dopo. La difficoltà sta nel conferire movimenti corretti alla canna (le cosiddette “jerkate”) e conseguentemente all’esca, simulandone la sua vitalità, pena il suo non naturale movimento in acqua.

La maggior parte delle esche artificiali dispongono di una paletta in corrispondenza del muso, che aiuta durante il recupero a simulare il movimento reale. Inoltre, non si tratta di una pesca statica ma molto dinamica. Si pratica stando sempre in piedi e con canna in mano, sia per i lanci e recuperi continui, sia per la necessità di una ricerca del pesce che deve essere insistente. Spesso accade di spostarsi anche per decine di metri dal punto di partenza.

L’obiettivo dello spinner è riprodurre in maniera artificiosa il naturale movimento del pesce, che nella catena alimentare rappresenta la preda cacciata da pesci più grandi.  Il risultato che si può raggiungere è eccellente, grazie ai prodotti oggi disponibili sul mercato che replicano le sembianze di un pesce vivo fino ai minimi particolari.

MONTATURA E SCELTA DELLA LENZA

Per quanto riguarda l’ attrezzatura, gli elementi necessari si possono contare sulle dita di una mano, iniziando dalla canna, che potrà essere a monopezzo oppure a due pezzi. La differenza sostanziale tra le due tipologie è che la monopezzo teoricamente è meno fragile e riesce ad essere più sensibile in caso di impiego di artificiali molto leggeri come le gomme. Tuttavia per l’impiego di normali artificiali nell’ordine dei 15-30 gr, come avviene solitamente per la pesca a spinning in mare, la differenza è nulla e la due pezzi risulta anche più comoda da trasportare.

Il mulinello dovrà essere di taglia 3500/4000, a frizione anteriore, dotato di un rapporto di recupero elevato. Per quanto riguarda la lenza, è consigliabile impiegare un buon trecciato intorno allo 0.18, con spezzone finale di un metro circa di fluorocarbon 100%. Un filo in trecciato ha un carico di rottura molto più elevato di un normale nylon e questo ci permette di poter scendere di diametro ottenendo allo stesso tempo distanze più lunghe.

D’altro canto la sua resistenza all’abrasione è minima. L’impiego del fluorocarbon ci salverà in quelle situazioni in cui il nostro artificiale passasse in prossimità di scogli. Alla fine dello spezzone andrà collegata una clip dove agganceremo il nostro artificiale ed il gioco è fatto. Le altre cose di cui avremo bisogno saranno un paio di forbici e un marsupio dove riporre i nostri artificiali.

GLI ARTIFICIALI

Gli artificiali da poter impiegare sono tantissimi ma è possibile stilare una classifica generica in base allo strato d’acqua in cui svolgono la loro azione. Gli artificiali da mare più impiegati sono i wtd (“walking the dog”), popper e jig. I wtd sono presenti in forma sia galleggiante (“floating”) sia affondante (“sinking”) e il loro nome significa letteralmente “cane a passeggio”. Sono chiamati così perché durante il recupero virano a destra e a sinistra, come un cane al guinzaglio.

I popper sono invece artificiali esclusivamente galleggianti, con il muso appiattito, in grado così di fare attrito con la superficie dell’acqua e generare degli spruzzi molto attrattivi per i predatori che avvertiranno le forti vibrazioni superficiali. Il loro impiego è dunque consigliato in presenza di mare calmo. Molti wtd e popper contengono al loro interno delle sfere metalliche che con il movimento si scontrano creando un forte richiamo.

Infine ci sono i jig, completamente affondanti, che possono essere impiegati per sondare gli strati d’acqua più profondi. In genere trovano impiego in barca oppure sulle dighe portuali dove l’acqua è molto profonda. Tutti gli artificiali citati sono già dotati di ancorette predisposte al posto del classico amo.

Artificiali da impiegare nella pesca a Spinning

Da sinistra verso destra: artificiali WTD, popper e jig

QUANDO PESCARE E DOVE

Gli orari in cui entrare in azione sono essenzialmente due, l’alba e il tramonto, ovvero al cambio di luce. In questi due momenti l’attività di caccia dei predatori è molto elevata, dunque le probabilità di cattura aumentano esponenzialmente. Le zone portuali rappresentano sempre un fiore all’occhiello per chi pratica questa pesca. In alternativa ci si può posizionare in prossimità delle foci dei fiumi in cerca di qualche branzino.

LE PREDE

Per quanto riguarda la pesca a spinning da riva, il parco prede non è molto vasto. Si tratta essenzialmente di tre tipologie di predatori: il branzino (o spigola), il serra e il barracuda. Ma talvolta è possibile incappare in catture insolite come lecce amia o a stella.

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