A cura di Stefano Suriano

Pesci del Mar Ligure: la tracina

Di piccole dimensioni, difficile da vedere e velenosa: scopriamo tutto quello che c’è da sapere sulla tracina

Pesci del Mar Ligure: la tracina
A cura di Stefano Suriano

Pesci del Mar Ligure: la tracina

Di piccole dimensioni, difficile da vedere e velenosa: scopriamo tutto quello che c’è da sapere sulla tracina

3 minuti di lettura

La tracina, conosciuta anche come pesce ragno (dal greco traknus =pungente), è un pesce che appartiene alla famiglia Trachinidae. È molto diffusa nel Mar Ligure ma anche nel resto d’Italia. Esistono ben 9 tipologie di tracine nei nostri mari. Tuttavia solo due popolano in maniera consistente le nostre coste, ovvero la tracina vipera, che è solita stazionare nell’acqua bassa e la tracina drago, che si trova spesso più al largo e raggiunge dimensioni più grandi.

CARATTERISTICHE DELLA TRACINA

È un pesce generalmente di piccole dimensioni, con il corpo a forma allungata e snella. La bocca è pronunciata verso l’alto, gli occhi sono molto ravvicinati tra loro e posti in alto. La tracina è dotata di spine dorsali collegate ad un tessuto spugnoso che produce veleno e vengono erette quando ci si avvicina al suo nascondiglio o quando caccia una preda. I suoi colori, molto chiari, le permettono di mimetizzarsi perfettamente con il fondale sabbioso. In fase di caccia si insabbia completamente, facendo fuoriuscire solamente gli occhi. Una volta che la preda le passa davanti, fuoriesce repentinamente da sotto la sabbia per attaccarla.

PERICOLOSITA’

La tracina rappresenta un pericolo per tutti quei soggetti potenzialmente allergici, come del resto tutti gli animali dotati di veleno. Tuttavia, in generale, una puntura di questo pesce provoca solo sintomi passeggeri come un forte dolore locale e senso di nausea. Il caso più comune in cui si viene punti è durante un bagno in mare in estate, in quelle spiagge dove il fondale è basso per diversi metri e dunque ci si può camminare.

Le tracine stazionano spesso in queste aree e può dunque capitare di calpestarne una accidentalmente, a meno che sia lei stessa a scappare via. Per evitare di farsi pungere quando si fa il bagno in zone con l’acqua molto bassa, consigliamo indossare calzature ai piedi. Il pericolo è presente anche in ambito pesca: può accadere, infatti, che i pescatori vengano punti sulle mani, ad esempio quando maneggiano le reti per separare i pesci rimasti incastrati tra le maglie.

COSA FARE IN CASO DI PUNTURA

In caso di puntura è bene prestare massima attenzione e monitorare la zona colpita negli istanti successivi. Appena punti occorre agire in fretta per evitare che il veleno iniettato, anche se in quantità minima, vada in circolo. Poiché il veleno è termolabile, si può procedere come in caso di puntura di medusa sottoponendo la parte colpita ad una fonte di calore intensa, come una pietra calda o la sabbia; non utilizzare acqua fredda o ammoniaca. In caso di infezione rivolgersi ad un medico. Il soggetto colpito potrebbe riscontrare nausea, giramenti di testa e vomito.

CUCINARE LA TRACINA

Nonostante sia riconosciuta tra i cosiddetti “pesci poveri”, le sue carni sono apprezzate in cucina. Le ricette per cucinarla sono molto semplici perché la quantità di carne è minima. Per questa ragione è bene disporre di più esemplari, cui si dovrà prestare massima attenzione in fase pre e post pulitura. Un errore comune è credere che, una volta morta, la tracina non sia più in grado di pungere e iniettare il suo veleno, finendo invece per essere punti mentre la si maneggia.

Le spine, infatti, continuano a contenere il veleno e, per evitare spiacevoli sorprese, occorre dotarsi di guanti e asportare con un paio di forbici la spina dorsale, senza dimenticarsi di quelle laterali in corrispondenza delle branchie. Le modalità di cottura più frequenti sono alla griglia, facendo degli spiedini, oppure fritta. Anche la zuppa rimane però una valida alternativa, assieme ad altri pesci come gli scorfani.

 

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