A cura di Claudio Colombo

Polpo: animale terrestre o “alieno”?

Il cefalopode dalle straordinarie capacità rischia l'estinzione a causa di una predazione continua e sregolata

Polpo: animale terrestre o “alieno”?
A cura di Claudio Colombo

Polpo: animale terrestre o “alieno”?

Il cefalopode dalle straordinarie capacità rischia l'estinzione a causa di una predazione continua e sregolata

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Benvenuti amici! Sono Octopus Vulgaris, meglio conosciuto come polpo comune, vivo tra le rocce e gli anfratti del Mediterraneo da milioni di anni, non oltre i 200 metri di profondità.

ECCELLENTE CONTORSIONISTA

Potete considerarmi un simpatico giocherellone, anche se conduco una vita solitaria e la mia timidezza mi porta a nascondermi in spazi minuscoli. Non possiedo una struttura ossea, pertanto il mio corpo è malleabile, riesco ad assumere rigidità grazie alla contrazione e al rilassamento dei muscoli e questa particolarità mi consente di infilarmi ovunque. L’unica parte rigida che possiedo è il becco e lo utilizzo per aprire i molluschi di cui sono ghiotto. 

Octopus Vulgaris, meglio conosciuto come polpo comune

ILLUSIONISTA PER NATURA

La struttura del mio corpo e della mia pelle mi consentono di acquisire ogni tipo di forma e sono molto scaltro nell’arte del camuffamento.

A differenza di altri animali marini dotati di abilità mimetica, io non mi limito ad assumere i colori dell’habitat che mi circonda, ma scelgo un oggetto o un animale preciso e mi metto in posa per riprodurlo. Sono in grado di imitare quasi 20 specie di animali marini, anche i più velenosi. Si tratta di una tecnica di sopravvivenza.

A questa affianco un meccanismo di difesa che consiste nell’espulsione di una nube d’inchiostro scura attraverso un sifone posto sul lato della mia testa, che funge anche da organo di propulsione. In tal modo disoriento il mio predatore, ma posso anche danneggiarlo perché l’inchiostro contiene un enzima chiamato tirosinasi che provoca irritazioni e difficoltà visive.

I miei predatori marini sono pochi e si tratta soprattutto di pesci di grandi dimensioni (squali e cernie). Fa eccezione la murena, che mi considera una delle sue prede preferite.

INTELLIGENTE E CURIOSO

Sono molto curioso, a volte mi avvicino a nuotatori o sommozzatori tendendo un braccio indagatore, per questo un tempo si credeva fossi sciocco, visto che l’uomo spesso mi uccide, anche in malo modo!

Invece adesso sono considerato uno degli invertebrati più intelligenti, in grado di imparare per associazione, mediante stimoli positivi e negativi e osservando gli altri esemplari della mia specie (capacità dimostrata solamente nei mammiferi). Ho imparato a sfruttare a mio vantaggio i danni causati dall’inquinamento. Riesco a svitare il tappo dei barattoli, a districare nodi, ad aprire lucchetti, ad uscire dai labirinti. Uso le mie braccia con abilità e flessibilità.

Sono in grado di riconoscere le persone e di reagire in modo diverso a seconda dell’individuo che ho di fronte. Comunico con la mimica e i gesti.

Come voi umani sono dotato di un sistema nervoso centralizzato, ma nel mio caso non esiste una distinzione netta tra cervello e corpo, infatti appartengo alla classe dei cefalopodi (ho la testa attaccata ai piedi).

I miei neuroni sono distribuiti su tutto il corpo, due terzi si trovano sulle otto braccia (non tentacoli!), ricoperte da due file parallele di ventose. Ciascun braccio può agire autonomamente con capacità intellettiva e, qualora uno di essi venisse reciso dal mio corpo, ho la capacità di rigenerarlo. Se è in gioco la mia sopravvivenza sono in grado di staccarlo da solo, pur di fuggire.

Possiedo la stessa quantità di neuroni di un cane e ho un elevato rapporto tra volume cerebrale e massa corporea. Ciò mi consente una notevole capacità cognitiva e riesco anche a ricordare le sensazioni per evitare la stessa situazione.

Un fatto singolare e ancora misterioso è che, nonostante la mia intelligenza, la struttura del mio cervello è costituita secondo un modello completamente diverso da quello umano.

Ma non è tutto! Sono stato inserito nella “Dichiarazione di Cambridge sulla Coscienza”, una lista contenente gli animali dotati di autocoscienza, perché ho consapevolezza di me stesso.

Il polpo ha una notevole capacità cognitiva ed è dotato di autocoscienza

PECULIARITA’ UNICHE

Se ancora non vi siete convinti di quanto io sia particolare e stupefacente vi svelerò altre curiosità sul mio conto.

Possiedo tre cuori. Due pompano sangue nelle branchie, l’altro nel resto del corpo e, quando nuoto, il terzo cuore smette di battere, rendendo l’attività molto faticosa. È per questo motivo che preferisco strisciare sul fondale.

Il mio sangue è blu. Per ossigenarlo utilizzo l’emocianina, una proteina ricca di rame che conferisce questa colorazione al sangue.

Nei maschi una delle braccia è più corta delle altre e funge da organo riproduttivo. A tal proposito un altro aspetto singolare è che il mio accoppiamento coincide con l’inizio della mia morte.

Entrambi i partner periscono, anche se con tempi diversi. I maschi, dopo aver fertilizzato le uova della femmina, sopravvivono per qualche tempo per poi morire. Le femmine invece, aspettano che le uova deposte si schiudano, ossigenandole continuamente tramite il sifone, senza allontanarsi mai, privandosi anche del cibo pur di proteggerle.

Dopo la schiusa, le cellule del corpo della madre vanno incontro ad una morte programmata, che inizia dalle ghiandole ottiche per poi proseguire con gli organi interni.

L’accoppiamento del polpo coincide con l’inizio della sua morte

LA VOCE DEL SILENZIO

Nonostante io sia davvero una creatura straordinaria, sembra che gli esseri umani non mi ritengano meritevole di rispetto e tutela. Sono pericolosamente a rischio!

L’overfishing dei polpi è ormai accertata. L’uomo effettua una predazione continua e sregolata, che supera la quantità sostenibile per l’ecosistema. E pesca i polpi con troppo anticipo, senza dare loro il tempo sufficiente per crescere, accoppiarsi e generare nuove vite.

Aiutatemi a vivere abbastanza per potermi riprodurre! Altrimenti non solo sparirò dalle vostre tavole ma anche dal nostro mare.

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