Saper osservare il tempo sul mare

Le tecnologie hanno assunto un valore sempre più importante ma non possono sostituire del tutto l’osservazione diretta dei segni del tempo per decidere quando salpare o la rotta da seguire

Saper osservare il tempo sul mare

Saper osservare il tempo sul mare

Le tecnologie hanno assunto un valore sempre più importante ma non possono sostituire del tutto l’osservazione diretta dei segni del tempo per decidere quando salpare o la rotta da seguire

4 minuti di lettura

Le tecnologie hanno assunto un valore sempre più importante a bordo di imbarcazioni, yacht e navi, rendendo accessibili a tutti, tramite Internet, la maggior parte delle informazioni e dati meteo che un tempo erano un patrimonio esclusivo, accessibile ai soli addetti ai lavori. Analizzeremo insieme le diverse fonti web e soprattutto il metodo del loro utilizzo basandoci sulla nostra esperienza operativa di tanti anni.

Gianfranco Meggiorin – Presidente e fondatore di Navimeteo

Ora, però, vorremmo soffermarci sull’importanza dell’osservazione diretta dei segni del tempo, che necessita passione, esperienza e soprattutto curiosità. Per una volta cerchiamo di immaginare di non avere accesso alla rete Internet e quindi di doverci basare soltanto sulle nostre osservazioni di bordo, visive e strumentali. Sarebbe davvero un errore pensare che tutte le risposte per la determinazione del momento in cui salpare o per la decisione della rotta da seguire possano trovarsi sullo schermo del nostro computer o smartphone.

C’è molto di più da sapere, capire e ragionare. Basti pensare che dalle variazioni del valore della pressione atmosferica dipende il flusso dei venti, dal flusso dei venti dipende lo stato del mare e dallo spostamento delle masse d’aria dipendono i sistemi nuvolosi, i fronti, i temporali. Vi dico queste cose semplici perché ciò vi convinca che saper osservare il tempo sul mare rappresenta una delle caratteristiche importanti di ogni buon marinaio. La meteorologia è anche un percorso deduttivo, perché se riconosco determinati tipi di nubi, posso capire qual è il vento che le forma, così come osservare con attenzione il moto ondoso fornisce chiare indicazioni sul vento che lo sta generando.

Trombe marine nel Mediterraneo (credit Willy De Masi)

Un navigante impara ad osservare il presente proiettando lo sguardo meteorologico più avanti nel tempo e nello spazio lungo la rotta. Una barca a motore che naviga a 15 nodi di crociera coprirà in appena 6 ore ben 90 miglia nautiche (1 NM equivale a 1,852 Km), ovvero circa 167 chilometri di distanza. E’ evidente che la situazione osservata al momento potrebbe essere totalmente diversa laggiù, dopo poche ore. Questo è ancor più vero tutte le volte che il tempo si definisce in evoluzione oppure lungo le rotte del Mediterraneo, caratterizzate dagli effetti di turbolenza specie in prossimità delle coste, al passaggio dei capi e nel transito in un canale o in uno stretto.

Basti pensare, per fare alcuni esempi, alle caratteristiche meteo delle Bocche di Bonifacio, di Capo Corso, del Golfo del Leone, dello Stretto di Messina, del Canale d’Otranto o del Golfo di Trieste. Questo è il fascino del nostro Mar Mediterraneo, a torto considerato da alcuni un grande lago, a ragione paragonato da molti un piccolo oceano. E’ davvero importante, pur beneficiando delle informazioni della rete, riuscire a riappropriarsi di quella sensibilità agli elementi marini, che, troppo spesso affascinati dalle colorate visualizzazioni del vento e delle onde tramite i modelli pubblicati sui vari siti web, abbiamo finito per trascurare.

Il barometro, uno strumento di bordo davvero importante (credit Barigo)

Il barometro per cominciare, quanta attenzione sappiamo dedicare alle variazioni del valore della pressione atmosferica che ci mostra? Eppure lui, amico da sempre dei marinai fin da tempi lontani, ancora oggi è in grado di segnalarci l’evoluzione di un fenomeno vasto o locale che potrebbe essere male individuato anche dal più evoluto computer di calcolo. E quell’altocumulo lenticolare, dalla sua splendida forma levigata, splendente su un cielo azzurrissimo, è per tutti un segno precursore di vento forte? E per fare un ultimo esempio, quell’alone intorno alla luna, in una notte tiepida e accogliente, può essere associato all’arrivo di un fronte caldo ancora lontano?

Gli altocumuli lenticolari, nubi indicative del vento forte

Ecco, questo è l’incredibile fascino della meteorologia pratica, vissuta a bordo, osservata, capita e prevista e che insieme, miglio dopo miglio, come lungo una lunga rotta, andremo ad analizzare in questo spazio. Buona navigazione!

 

Gianfranco Meggiorin e Navimeteo Team

Argomenti: