Semplici regole per capire il vento sul mare

Dalla forza e direzione del vento dipendono le condizioni della navigazione e lo stato del mare

Il vento è il vero protagonista del tempo sul mare. Dalla sua forza e direzione dipendono le condizioni della navigazione, lo stato del mare e l’altezza delle onde, le difficoltà di una manovra di ormeggio in porto o l’ancoraggio in una rada.

Il carattere del vento dipende, invece, dalla sua origine. Vi sono i venti di gradiente, che soffiano su zone estese e che sono determinati dalle differenze di pressione tra due zone. Vi sono le brezze costiere, determinate, in condizioni di tempo buono, dalle differenze termiche diurne e notturne, soprattutto in estate, che variano in direzione e forza con il trascorrere delle ore. Altri venti sono poi generati dai fenomeni meteorologici che possono prodursi a causa dei temporali, scaricandosi sulla superficie con forti raffiche.

I moti dell’aria possono viaggiare sulla superficie del mare o sulle coste o innescare dei moti convettivi con lo sviluppo di cumuli o cellule di instabilità. Talvolta i venti possono accelerare fino a forza di tempesta anche in aree assai ristrette, come durante il passaggio delle trombe marine. La comprensione del tempo sul mare è un argomento vastissimo ed importante da approfondire ed è per questo che ho pensato di riassumere in modo assai schematico e mnemonico alcuni semplici ed elementari principi. Seguiamoli insieme secondo un senso pratico.

La forza del vento polverizza le creste delle onde – Credit Verstappen Photography

Il peso dell’aria

L’aria ha un peso. L’aria calda è più leggera. L’aria fredda è più pesante.

I moti convettivi

L’aria calda, più leggera, tende a salire. L’aria fredda, più pesante, tende a scendere.

Le variazioni barometriche

Il diverso peso dell’aria determina le variazioni di pressione atmosferica. Le variazioni di pressione atmosferica sono misurate dal barometro.

Le isobare sulle carte meteo

I valori di pressione sono indicati sulle mappe meteo da linee che uniscono punti di uguale pressione denominate isobare.

I venti di gradiente e le brezze termiche

Semplificando, vi sono sulla superficie del mare due principali tipologie di venti:

– i venti di gradiente, generati dalle differenze di pressione tra due zone.

– le brezze termiche, dovute al diverso riscaldamento della superficie del mare e delle coste sul litorale.

Brezze diurne e brezze notturne

Le brezze costiere spirano dal mare verso la costa di giorno, rinforzando durante le ore più calde. Soffiano, invece, dalla costa verso il mare durante le ore notturne.

La regolare alternanza delle brezze diurne e notturne è un segno indicativo del perdurare del tempo buono. L’alternanza tra le brezze diurne e notturne può interrompersi con il tempo perturbato.

Dove soffia il vento

Il vento va sempre dalle alte pressioni (H) alle basse pressioni (L). Questo accade sia nell’emisfero boreale (nord) che in quello australe (sud).

Il gradiente barico e le carte meteo

Il vento di gradiente (dovuto alle differenze di pressione) è tanto più forte quanto maggiore è il gradiente barico.

Sulle carte meteo:

– isobare lontane, vento debole o calma di vento.

– isobare vicine, vento forte.

La forza di Coriolis

Per effetto della forza deviante di Coriolis, dovuta alla rotazione della Terra:

– nell’emisfero nord il flusso delle masse d’aria che scorre dalle alte alle basse pressioni risulta deviato verso destra rispetto al proprio moto.

– nell’emisfero sud il flusso delle masse d’aria che scorre dalle alte alle basse pressioni risulta deviato verso sinistra rispetto al proprio moto.

La forza deviante di Coriolis è massima in prossimità dei poli e nulla in prossimità dell’equatore.

Come ruota il vento

Nell’emisfero nord:

– il vento ruota e diverge in senso orario nelle alte pressioni (Anticicloni=H).

– il vento ruota e converge in senso antiorario nelle basse pressioni (Depressioni=L).

Nell’emisfero sud:

– il vento ruota e diverge in senso antiorario nelle alte pressioni (Anticicloni=H).

– il vento ruota e converge in senso orario nelle basse pressioni (Depressioni=L).

Violente raffiche sulla superficie del mare – Credit Arno Senoner

La legge di Buys Ballot

Nell’emisfero nord, in mare aperto, con il vento di fronte, l’alta pressione si troverà sulla nostra sinistra (un po’ avanti) e la bassa pressione sulla nostra destra (un po’ indietro).

Nell’emisfero sud, in mare aperto, con il vento di fronte, l’alta pressione si troverà sulla nostra destra (un po’ avanti) e la bassa pressione sulla nostra sinistra (un po’ indietro).

L’attrito al suolo

Va tenuto presente che, in linea generale, il vento al suolo risulta frenato rispetto al vento in quota dall’attrito con la superficie terrestre, sia sul mare che sulla terra. Il vento in quota risulta pertanto più forte. L’azione frenante dell’attrito è maggiore sulla terra e minore sul mare.

L’effetto di convergenza

Il vento che si incanala in uno stretto o tra due isole risulta accelerato rispetto al vento medio. È un fenomeno analogo a quello prodotto dal flusso superficiale delle correnti marine, che accelerano negli stretti.

L’effetto di divergenza

Un vento che soffia da terra verso il mare risulta accelerato nelle vallate e diverge quando raggiunge il mare, aprendosi a ventaglio.

La scala Beaufort

Classifica la forza del vento da 0 (Calma) a 12 (Uragano). La scala Beaufort è internazionalmente utilizzata nei bollettini meteo marini.

La direzione del vento

La direzione del vento è quella di provenienza, si può esprimere in gradi rispetto al Nord (da 0° a 360°) e può essere indicata rispetto ai punti cardinali:

– un vento che soffia dominante da 45° si indica proveniente da Nord-Est (NE).

– un vento che soffia dominante da 225° si indica proveniente da Sud-Ovest (SW).

La direzione si può anche esprimere in funzione del quadrante da cui soffia il vento rispetto ai 4 quadranti (per esempio, un vento dal 1° quadrante soffia nelle direzioni comprese tra N e E) oppure in funzione del settore dominante, come nel caso dei venti settentrionali, orientali, meridionali o occidentali (per esempio, tra SW e NW).

Naturalmente i venti si possono indicare con il loro nome caratteristico rispetto alla rosa dei venti che tutti conosciamo (Maestrale da NW, Scirocco da SE, Libeccio da SW, ecc.).

Il vento nei bollettini

Il vento indicato nelle previsioni dei bollettini meteo marini è quello medio.

Il vento viene, la corrente va

Contrariamente al vento, il flusso della corrente superficiale “porta” verso la direzione indicata dalla corrente. Una corrente superficiale NW di 1 nodo “va” verso NW e sospinge in quella direzione un corpo galleggiante.

Lo scarroccio e la deriva

Lo scarroccio è lo spostamento laterale dell’imbarcazione rispetto alla prora dovuto alla spinta del vento.

La deriva è lo spostamento laterale dell’imbarcazione rispetto alla prora dovuto alla spinta della corrente.

La raffica

La raffica è un rinforzo improvviso e temporaneo della velocità del vento medio dovuto a instabilità del flusso o a effetti di turbolenza orografica.

Il nodo come unità di misura del vento sul mare e delle velocità di un’imbarcazione

La velocità del vento sul mare si esprime più comunemente in nodi (Kts): 1 nodo = 1,852 Km/h (chilometri orari). Si privilegia l’utilizzo del nodo perché riferito al miglio marino, la corrispondente unità di misura delle distanze in mare, e perché anche la velocità di una barca si esprime in nodi. Una barca che viaggia ad una media di 12 nodi, coprirà in un’ora la distanza di 12 miglia nautiche. Per convertire i nodi in Km/h moltiplicate i nodi per due meno il 10% (Km/h = Kts x 2 – 10% circa).

Navimeteo organizza corsi meteo pratici su diversi livelli, basici o approfonditi, per diportisti professionisti e operatori portuali (info@navimeteo.com).

MONACO WEATHER LAB – Weather Training

Gianfranco Meggiorin

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1 commento

  1. Loredana+Bonato says:

    Grazie è sempre un piacere leggere questo suoi articoli !!!!
    Sono affascinata dalla meteorologia e la sua previsione.
    Loredana

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