Un film al mare – Point Break, un thriller tra le onde

Un film al mare – Point Break, un thriller tra le onde

Un film al mare – Point Break, un thriller tra le onde

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Terza puntata della nostra rubrica Un Film al Mare. Dopo La leggenda del pianista sull’oceano e Cast Away, ecco la pellicola girata da Kathryn Bigelow.

 

Point Break è un film d’azione con Patrick Swayze e Keanu Reeves. Una banda di quattro rapinatori saccheggia da anni le banche di Los Angeles, sono abili criminali, veloci e imprendibili che agiscono con delle maschere di gomma sul viso, raffiguranti i volti di quattro presidenti americani.

L’FBI non è mai riuscito a chiudere il caso, l’agente Pappas (Gary Busey), un veterano del Vietnam ormai stanco di fare il poliziotto, ha una sua idea, ma i colleghi lo sbeffeggiano, pensano che la sua ipotesi sia totalmente infondata. Egli, dopo aver rivisto alcuni filmati, crede che i quattro rapinatori siano dei surfer.

Solo Johnny Utah (Keanu Reeves), un giovanotto ancora senza esperienza, crede a questa folle idea. I due lavoreranno sul caso, seguendo la pista di Pappas, Utah si infiltra così nel mondo del surf. In Point Break il surf non fa solo da sfondo, ma è il fil rouge di tutta la pellicola, la trama e le scene di azione arricchiscono e rendono ancora più intenso il lavoro, davvero ottimo, del regista Bigelow.

Point Break: il surf come filosofia di vita

Point Break è ambientato sulle spiagge di Latigo Beach, come detto, è la passione per il surf il filone principale di tutto il film. Le scene in cui i protagonisti sono ripresi nell’intento di cavalcare le onde sono molteplici, il surf non viene visto come un semplice sport, ma proprio come uno stile di vita.

L’attesa dell’onda perfetta, il desiderio di superare sempre il proprio limite, la voglia di surfare anche in condizioni quasi impossibili: Point Break è tutto questo. “Uno stato mentale dove prima ti perdi e poi ti ritrovi”, come afferma Bodhi (Patrick Swayze), uno dei quattro criminali del gruppo. Lui deciderà di non ritrovarsi, ma questo è un altro discorso.

Paolo Bellosta

 

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