15 aprile 2019

Anche a Genova il cibo avanzato a bordo delle navi Costa Crociere finirà ai bisognosi

15 aprile 2019

Costa Crociere e Fondazione Banco Alimentare insieme per il recupero e il riutilizzo a fini sociali delle eccedenze alimentari prodotte a bordo di Costa Fortuna

Anche a Genova il cibo avanzato a bordo delle navi Costa Crociere finirà ai bisognosi

Costa Crociere e Fondazione Banco Alimentare insieme per il recupero e il riutilizzo a fini sociali delle eccedenze alimentari prodotte a bordo di Costa Fortuna

3 minuti di lettura

Costa Crociere e Fondazione Banco Alimentare Onlus continuano il loro comune impegno per il recupero e il riutilizzo a fini sociali delle eccedenze alimentari prodotte a bordo della nave Costa Fortuna, da fine marzo tornata a fare scalo nel Porto di Genova.

Questo progetto consente la raccolta del cibo preparato, ma non servito, nei ristoranti delle navi e la sua distribuzione a organizzazioni locali che forniscono assistenza a persone in difficoltà. Partito a Savona il 22 luglio 2017, il progetto è oggi attivo in Italia, nei porti di Savona, Civitavecchia, Bari e Palermo, ed è stato esportato come “best practice” italiana in Francia e Spagna, a Marsiglia e Barcellona e, dallo scorso dicembre, anche in Guadalupa e Martinica.

In 21 mesi sono state così distribuite oltre 100 mila porzioni di cibo a un totale di undici associazioni che si occupano di persone in difficoltà. In questo modo è stato attivato e potenziato un significativo network internazionale tra il territorio, le comunità e le navi, rafforzando la loro interconnessione.

Costa Fortuna, nave della compagnia italiana da 103 mila tonnellate di stazza lorda e 3.470 ospiti totali, arriverà a Genova tutti i venerdì sino all’8 novembre, per un totale di 34 scali. Ogni giovedì precedente l’arrivo della nave nel capoluogo ligure, al termine della cena, verranno raccolti tutti i piatti preparati nelle aree ristorazione e non serviti agli ospiti, i così detti “ready to eat”.

I pasti saranno riposti in appositi contenitori di alluminio, che verranno sigillati e etichettati per garantirne la tracciabilità e poi conservati nelle celle frigorifere di bordo. La mattina seguente, dopo l’attracco della nave nel porto di Genova, i contenitori saranno sbarcati e consegnati ai volontari del Banco Alimentare, che li porteranno nella struttura La Casa dell’Angelo – Opera don Guanella, un’organizzazione che da 68 anni accoglie ragazzi da 1 a 6 anni con gravi problematiche sociali e familiari, offrendo un progetto educativo e di vita a ognuno di loro, in collaborazione con diversi Comuni della Liguria e con il Tribunale dei Minori di Genova.

Il ritorno di una nave Costa a Genova –ha spiegato Giuseppe Carino, vice presidente Guest Experience and Onboard Sales di Costa Crociere- ci ha consentito di attivare anche alla nostra città questa iniziativa realizzata con il Banco Alimentare Onlus, che rappresenta una vera e propria innovazione nel settore marittimo.

Il progetto -ha ricordato Carino– era partito nel 2017 sempre in Liguria, a Savona, e siamo particolarmente lieti di estenderlo ulteriormente nella nostra regione, dando un segno concreto dell’impegno di Costa Crociere e di un partner autorevole e punto di riferimento come Banco Alimentare Onlus. Ci teniamo a ringraziare e sottolineare il lavoro svolto dall’Agenzia delle Dogane, dalla Sanità Marittima nella messa a punto delle procedure di conferimento e da tutti quegli attori che hanno reso possibile questo progetto.

La donazione delle eccedenze alimentari residue, gestite attraverso la collaborazione con la Fondazione Banco Alimentare Onlus, rientra nell’ambito dell’iniziativa 4GOODFOOD, attraverso cui Costa Crociere ha deciso per prima di rivisitare il tema del cibo in chiave sostenibile.

Grazie al suo approccio integrato, che parte dai processi di preparazione dei piatti e arriva a rendere direttamente protagonisti ospiti ed equipaggio, 4GOODFOOD si pone l’ambizioso obiettivo di ridurre gli sprechi alimentari del 50% entro il 2020 a bordo delle navi Costa, con 10 anni di anticipo rispetto all’Agenda 2030 dell’ONU.

 

Giuseppe Orrù

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