01 agosto 2017

Bergeggi, una cernia di ferro per ripopolare l’habitat marino

01 agosto 2017

L'opera, adagiata sul fondo del mare, potrà essere ammirata dai tanti sub che frequentano la famosa località balneare della Liguria ma sarà visibile anche sul sito dell'Area Marina Protetta attraverso una webcam subacquea

Bergeggi, una cernia di ferro per ripopolare l’habitat marino

L'opera, adagiata sul fondo del mare, potrà essere ammirata dai tanti sub che frequentano la famosa località balneare della Liguria ma sarà visibile anche sul sito dell'Area Marina Protetta attraverso una webcam subacquea

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Vecchi attrezzi da lavoro, pale, falcetti, lame, pinze e rottami di ferro tra settembre e ottobre finiranno nelle acque dell’Area Marina Protetta di Bergeggi. Non stiamo parlando di inquinamento ma di un’opera d’arte, una cernia di metallo realizzata con materiali destinati allo smaltimento da Piero Motta, artista e imprenditore di 49 anni di Lozzolo, in provincia di Vercelli.

L’opera, adagiata sul fondo del mare, potrà essere ammirata dai tanti sub che frequentano la famosa località balneare della Liguria ma sarà visibile anche sul sito dell’Area Marina Protetta attraverso una webcam subacquea. Lo scultore piemontese, che con le sue creazioni unisce la sua passione per l’arte a quella per la subacquea e il mare, ha lanciato il progetto “Riciclittici in mare”, iniziato con l’esposizione internazionale “Human rights? H2o” a Rovereto, in Trentino, dove 160 artisti di 30 diversi Paesi sono stati invitati dal curatore Roberto Ronca, direttore dell’Associazione internazionale Arti plastiche, a raccontare l’acqua e il suo inestimabile valore.

Con le cernie di ferro, realizzate da Motta assemblando vecchi attrezzi e rottami, i visitatori possono interagire, innaffiandole simbolicamente per farle sopravvivere e permetterle di raggiungere il mare. Una di queste è già sui fondali del Mar Adriatico, a ridosso del relitto della piattaforma di perforazione Paguro, a 12 miglia al largo di Ravenna e a 30 metri di profondità.

A Rovereto, invece, resta ancora la scultura che tra settembre e ottobre, quando si chiuderà la rassegna internazionale, verrà calata a 18 metri di profondità nell’Area Marina Protetta di Bergeggi, al confine con la zona di protezione totale A, in modo che i sub possano ammirarla liberamente senza dove richiedere deroghe ai vincoli dell’Amp. Il progetto poi proseguirà con la raccolta delle fotografie realizzate dai sub per scoprire come i colori cambieranno grazie all’azione degli organismi biologici e dei processi chimici del mare. “La cernia bruna -ha spiegato il biologo Simone Bava, direttore del Parco marino di Bergeggi- è uno dei simboli del Mediterraneo. La cernia in ferro di Motta sarà circondata da centinaia di cernie vere che le nuoteranno intorno”.

“Il messaggio che voglio lanciare a chi ammirerà queste sculture sopra e sotto il mare -ha dichiarato Motta- è che l’acqua è fonte di vita e l’ambiente marino va tutelato. Nel contempo -ha sottolineato l’artista piemontese- la mia opera raffigura dei pesci fuor d’acqua, pesci che simboleggiano gli esseri viventi, pesci che senza il contatto dell’acqua moriranno se non aiutati”.

Motta ha iniziato a realizzare sculture con ferri vecchi una ventina d’anni fa. Dopo Ravenna, dove per la prima volta in Italia una scultura di ferro riciclato è stata esposta su un fondale marino, tra poche settimane toccherà all’Isolotto di Bergeggi ospitare una delle sue opera d’arte. Ad accompagnare la cernia di metallo in acqua sarà lo stesso artista piemontese, che si immergerà insieme alla sua creazione, che verrà calata da una barca. A Ravenna, ad assistere alle operazioni da bordo, c’era anche Faustolo Rambelli, presidente della “Historical Diving Society Italia”.

Giuseppe Orrù

Foto di Marco Sieni

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