Trovate delle antiche anfore nei fondali dell’AMP di Portofino: intervista ai sub che le hanno scoperte
L'eccezionale ritrovamento è stato effettuato da Edoardo Sbaraini e Gabriele Succi, titolari della ditta di lavori subacquei Rasta Divers
L'eccezionale ritrovamento è stato effettuato da Edoardo Sbaraini e Gabriele Succi, titolari della ditta di lavori subacquei Rasta Divers
Nei giorni scorsi è stata diffusa la notizia di un eccezionale ritrovamento archeologico subacqueo nelle acque dell’Area Marina Protetta di Portofino e noi di Liguria Nautica abbiamo incontrato i due sommozzatori che hanno fatto la scoperta. Si tratta di Edoardo Sbaraini e Gabriele Succi, grandi appassionati di immersioni tecniche e archeologia nonché titolari della ditta di lavori subacquei Rasta Divers, che ha sede a Santa Margherita Ligure in Via Ruffini 13.
LN – Siete riusciti a realizzare il sogno di tutti i subacquei: trovare un tesoro o un raro reperto archeologico. Come ci siete riusciti?
Edoardo Sbaraini – In verità, oltre ad essere appassionati di immersioni al punto che l’attività subacquea molto specializzata è diventata il nostro lavoro, ci piace anche l’archeologia. Quando esploriamo i fondali, non guardiamo soltanto il panorama e i pesci ma osserviamo con attenzione ogni minimo indizio che ci porti all’agognata scoperta.
Gabriele Succi – Stavamo facendo delle immersioni esplorative utilizzando gli scooter subacquei, a profondità fra i 50 e i 60 metri, fra la punta del faro e la zona sottostante Villa Altachiara. Collaboravamo al progetto pilota Hydra, in accordo con l’Area Marina Protetta di Portofino e stavamo perlustrando delle zone che solitamente non sono battute dai sub. Ad un certo punto un frammento che emergeva dal fondo piatto ha attirato la nostra attenzione. Lo abbiamo osservato meglio da vicino e abbiamo scoperto che si trattava del collo di un’anfora. Rimuovendo con attenzione i sedimenti, abbiamo constatato che l’anfora era intera. Non ti dico la nostra emozione!
LN – E poi cosa avete fatto?
ES – Ci siamo resi conto che erano presenti altre anfore, una quindicina, quasi completamente coperte e siamo risaliti felici ed emozionati.
LN – E dopo?
GS – Abbiamo fatto il nostro dovere. Abbiamo denunciato il ritrovamento alla Soprintendenza e devo dire che si sono dimostrati molto interessati. Il giorno dopo erano da noi per studiare la cosa e fare le loro opportune verifiche.
LN – Il 10 gennaio è stata recuperata la prima anfora. Come si è svolta l’operazione?
ES – Siamo usciti con un’imbarcazione del Diving Group Portofino con Marco Danielli del Servizio Tecnico Archeologia Subacquea, Simon Luca Trigona della Soprintendenza, le archeologhe Alessandra Cabella e Giusi Grimaudo e con il supporto della Guardia Costiera di Santa Margherita e abbiamo fatto il recupero dell’anfora insieme ad alcuni altri interessanti reperti.
Ora i reperti saranno studiati con la massima attenzione dagli esperti. Intanto la Capitaneria di Santa Margherita Ligure ha interdetto qualsiasi tipo di immersione non autorizzata attorno alla boa della “Liscia“.
Gianni Risso
Foto di Claudio Messina
Argomenti: #subacquea, Daily Nautica
E le aragoste? 🙂 😉
È una cosa meravigliosa. Siete stati bravissimi!