08 October 2025

Relitti maltesi: il rimorchiatore Rozi

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Vicino al relitto del Rozi si trovano il relitto del pattugliatore P29, un magnifico arco subacqueo e delle grotte

Relitti maltesi: il rimorchiatore Rozi

Vicino al relitto del Rozi si trovano il relitto del pattugliatore P29, un magnifico arco subacqueo e delle grotte

5 minuti di lettura

Lo “scuttling” è l’atto di affondare deliberatamente una nave consentendo all’acqua di fluire nello scafo. Da sempre è stato un fenomeno legato a eventi bellici, per bloccare un porto o impedire che il nemico avesse la possibilità di impadronirsi dell’imbarcazione. Anche il famoso HMS Bounty, dopo l’ammutinamento dell’equipaggio, venne affondato dai suoi uomini al largo dell’isola di Pitcairn il 23 gennaio 1790. Oggi l’autoaffondamento può essere effettuato per motivi criminali, per impedire che diventi un pericolo per la navigazione, ma anche per creare una barriera corallina artificiale per i subacquei e la vita marina.

Le imbarcazioni non più utilizzabili vengono così bonificate da tutti gli agenti inquinanti, vengono asportati gli oggetti di valore come le eliche e poi finiscono sul fondo del mare, dove non costituiscono un pericolo per la navigazione, a profondità non superiori ai 40 metri. In brevissimo tempo le superfici vengono colonizzate dagli animali bentonici e poi arriva una moltitudine di vita dove prima c’era solo un vuoto fondale di sabbia. Oltre a questo effetto benefico sull’ambiente, se ne trova un altro per le popolazioni rivierasche: il turismo subacqueo.

La maggior parte di chi fa immersioni adora i relitti ed è disposta a viaggiare per vederli e fotografarli, magari con tutta la famiglia, che deve dormire, mangiare e divertirsi. Così, per esempio, può accadere che il subacqueo decida di fare le vacanze a Malta, piuttosto che in altre parti del Mediterraneo. Questa, infatti, è una meta fantastica per chi è alla ricerca di relitti, a causa delle ben conosciute vicende belliche del secondo conflitto mondiale, di qualche tempesta e delle tante navi affondate appositamente a profondità relative. Un vero paradiso per chi ama vedere “il ferro” sotto la superficie. Natura e ritorno economico, un doppio vantaggio. Perché non farlo anche in Italia? Mi piacerebbe capirlo.

Le mie vacanze maltesi sono state così all’insegna delle navi affondate. Sono stato fortunato anche nella scelta del diving: l’Orange Shark di Paola e Max Valli e la mia bravissima guida dedicata, Daniele Bertaggia, con i quali ho passato un’indimenticabile vacanza sott’acqua. Tra i relitti visitati ci sono state anche navi “scuttled”, come il rimorchiatore Rozi, raggiungibile direttamente dalla riva, a circa 100 metri dalla costa di Cirkewwa. A me hanno sempre affascinato le umili imbarcazioni da lavoro come questa. Solide, capaci di resistere ad ogni condizione del mare, navi fatte non per diporto e diletto ma per affrontare ogni avversità.

Questo rimorchiatore (tugboat) venne costruito a Bristol, in Inghilterra, nel 1958 dalla Charles Hill & Sons Ltd per la compagnia armatrice Johnston-Warren Line di Liverpool e varato come MV Rossmore. Era lungo 33 metri x 8,5, con una GRT di 206 tonnellate, ed era mosso da un motore diesel di 1250 bhp che gli permetteva di raggiungere gli 11,5 nodi di velocità massima. Cambiò nome prima in Rossgarth, poi in Rozi, e diversi proprietari, fino ad arrivare a Malta. Nell’agosto 1992 si decise di affondarlo per ripopolamento e a scopi turistici. Oggi si trova a circa 130 metri dal molo dei traghetti per Gozo, dove è stato costruito un comodo parcheggio appositamente per i subacquei che affollano questo punto di immersione. Vicino al relitto del Rozi si trovano anche quello del pattugliatore P29, un magnifico arco subacqueo, delle grotte e tanti pesci: non per niente la zona è stata dichiarata riserva marina.

Per una volta al mare ci si immerge come al lago, da riva, tramite un comodo accesso, e la pinneggiata è breve per arrivare a vedere la linea della nave poggiata in assetto di navigazione su un fondo sabbioso, a 36 metri di profondità, grazie anche all’eccezionale visibilità delle acque maltesi. La posidonia oceanica, magnifica e lussureggiante, lascia il posto al fondale sabbioso, mentre banchi di pesci incuriositi passano accanto ai subacquei, apparentemente senza alcun timore. Non dovrei dirlo ma il grosso banco di boghe che passa accanto alle mie pinne mi ricorda quanto sia buono il caciucco alla livornese. Presto però la sagoma della nave occupa tutto il mio interesse.

È intatta, in assetto di navigazione e manca solo dei motori e dell’elica, che sono stati smontati e recuperati. So che si tratta di uno dei relitti più popolari di Malta, grazie alla relativa profondità, alla limpidezza delle acque e alla facilità di immersione. Ora però mi rendo conto di un’altra caratteristica affascinante: è bello. Sono un umilissimo modellista navale in legno e mi ricorda un altro rimorchiatore che mi aveva fatto impazzire per le difficoltà che avevo trovato nel costruirlo. Adesso, invece, la sensazione è di pura serenità. L’acqua è calda, luminosa e la piccola nave sembra aver solo piacere di mettersi in mostra, anzi si apre per me a una piccola penetrazione al suo interno senza alcun pericolo.

L’ho già scritto, le navi sommerse di solito parlano, basta solo saperle ascoltare, e questa pare voglia farmi sapere che è felice di non essere stata demolita ma di trovarsi in questo splendido mare con tantissimi subacquei che scendono sotto la superficie apposta per visitarla. Oltre a queste sensazioni, mi godo anche la serenità di essere sceso con un esperto istruttore bretone di nome Sylvain e con la mia guida Daniele. Questa volta il subacqueo più scarso sono io. Tutto riposo, quindi. Giriamo a lungo fra le infrastrutture, sul ponte, lungo lo scafo per osservare ogni particolare della piccola nave, entrando nel relitto ogni volta che ci viene concesso.

Poco prima di lasciarla per percorrere un tratto della costa, il bretone mi fa cenno di avvicinarmi per vedere qualcosa: è uno scorfano semplicemente magnifico, che non si allontana neppure per sfuggire alle mie grosse lampade. Che spettacolo. Se vi fosse venuta voglia di fare splendide immersioni nell’arcipelago maltese, non posso che ricordare e ringraziare gli amici dell’Orange Shark. Invece, se sono riuscito a farvi venire voglia di storie di mare, immersioni e navi affondate, vi rimando a Storie Sommerse e Relitti e Meraviglie, i miei libri pubblicati dalla casa editrice Il Frangente.

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