24 November 2025

Svolta decisiva per la subacquea: verso un quadro normativo nazionale

24 November 2025
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All’esame delle Camere c’è una legge quadro che disciplina tutto il settore legato alle immersioni ricreative e professionali. Molte le novità per diving e sub

Un sub in immersione

All’esame delle Camere c’è una legge quadro che disciplina tutto il settore legato alle immersioni ricreative e professionali. Molte le novità per diving e sub

4 minuti di lettura

La proposte di legge 1161, attualmente all’esame delle Camere, si rivelerà senza dubbio una svolta decisiva per tutte le attività subacquee, sia per chi le pratica da semplice appassionato, sia per chi ne ha fatto una professione. Per la prima volta, infatti, verrà introdotto un quadro normativo nazionale che disciplina in modo sistematico immersioni ricreative e professionali, diving center, sicurezza e formazione, legando tutte queste attività alla tutela ambientale. Attività che sino ad oggi sono relegate in un vuoto legislativo, considerando che anche questioni fondamentali come la sicurezza di chi si immerge, rimangono tutt’oggi ancorate alle raccomandazioni insegnate dalla varie didattiche. 

Ambasciatori del mare

Ricordando che la proposta di legge dovrà necessariamente passare al vaglio delle Camere, prima di essere approvata in via definitiva, e che quindi sono possibili dei cambiamenti, va comunque sottolineato l’importante ruolo che la 1161 assegna alla comunità subacquea nel suo insieme riconoscendo l’immersione ricreativa come una attività ecosostenibile, culturale e turistica, come si legge nell’introduzione. Il sub insomma non sarà più solo un semplice appassionato di un’attività sportiva, ma un vero e proprio “ambasciatore del mare”, con un ruolo ufficialmente riconosciuto nella conservazione del nostro patrimonio sommerso. Gli standard di sicurezza che ci sono stati insegnati dalle nostre didattiche, ad esempio non immergersi mai da soli oppure verificare le attrezzature , diventano con la legge 1116 obblighi di legge da rispettare. Così come diventa un obbligo di legge per istruttori e diving munirsi di una copertura assicurativa. Tutti i centri di immersione dovranno inoltre essere registrati ufficialmente ed avere attrezzature certificate. Tutte cose che la grande maggioranza dei diving italiani già possiede ma, con la nuova legge, le strutture dovranno dotarsi di registri per monitorare tutte le immersioni e segnare luogo, orario, profondità e partecipanti. 

Dieci immersioni all’anno

I brevetti di guide e istruttori dovranno essere riconosciuti, dotati di certificazioni ISO e rilasciati da didattiche ufficiali. Ma anche in questo caso, dal lato pratico, non ci saranno grandi rivoluzioni, considerato che le nostre principali didattiche sono tutte riconosciute in Italia. Importante però che la legge contempli il riconoscimento ufficiale di figure professionali come l’Operatore Tecnico Subacqueo (OTS) e Iperbarico (OTI). Le cose cambiano invece per i subacquei meno attivi. La proposta di legge infatti prevede l’obbligo di certificare, su centri autorizzati, almeno 10 immersioni all’anno. Il sub che non raggiunge tale soglia dovrà seguire un corso di aggiornamento con tanto di esame finale. E questo è un punto che, se da un lato aumenta la sicurezza di chi si immerge, dall’altro penalizza pesantemente i tanti sportivi che praticano la subacquea solo occasionalmente costringendoli a sopportare altri oneri, formativi oltre che economici. 

Un’agenzia per la subacquea

La proposta di legge prevede anche la creazione di un organismo statale di coordinamento chiamato Agenzia nazionale per la sicurezza delle attività subacquee, che avrà il compito di vigilare sull’adempimento dei nuovi obblighi normativi da parte dei subacquei, delle scuole e dei centri di immersione. Nelle intenzioni del legislatore, questa agenzia dovrebbe anche fungere da interlocutore sulla gestione del nostro patrimonio sommerso, sia ambientale che archeologico, e lavorare per incentivare il turismo subacqueo. Un ruolo che accenderebbe non poche conflittualità di competenza con istituzioni già consolidate come la Guardia Costiera, le Soprintendenze archeologiche e le Agenzie per il turismo. Ma, come abbiamo sottolineato in apertura, tutto dipende dall’iter procedurale e dai cambiamenti che le Camere vorranno apportare alla proposta di legge e, naturalmente, dai decreti applicativi che saranno emanati per rendere davvero operativa una legge che, altrimenti, rischia di rimanere solo una lista di buoni propositi su carta intestata. E non sarebbe la prima volta nel nostro Paese!

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