Technisub annuncia la chiusura della storica sede di Genova: sindacati sul piede di guerra
Technisub, una delle aziende storiche della subacquea mondiale, ha annunciato la decisione di chiudere la sede di Genova entro un anno, per trasferire le attività nell'impianto produttivo di Blackburn in Inghilterra
Technisub, una delle aziende storiche della subacquea mondiale, ha annunciato la decisione di chiudere la sede di Genova entro un anno, per trasferire le attività nell'impianto produttivo di Blackburn in Inghilterra
Normalmente dal mondo della subacquea arrivano belle notizie, corredate da splendide immagini, ma questa volta la notizia che diamo è veramente brutta. La Technisub, una delle aziende storiche della subacquea mondiale, ha annunciato la decisione di chiudere la sede di Genova entro un anno, per trasferire le attività nell’impianto produttivo di Blackburn in Inghilterra. A farne le spese saranno in primis i 45 dipendenti dell’azienda, che produce le più svariate attrezzature subacquee
L’annuncio del fondo Barings
Il fondo d’investimento statunitense Barings, ultimo proprietario della Technisub, con un freddo comunicato di qualche giorno fa, ha infatti informato i dipendenti della “progressiva cessazione delle attività produttive nello stabilimento di Genova”, precisando di aver dovuto affrontare “notevoli sfide che hanno inciso pesantemente sui flussi di cassa”. Da qui l’esigenza di “ridurre i costi fissi e ripristinare la nostra crescita durevole a lungo termine grazie ad un’organizzazione più flessibile ed efficiente”.
I sindacati sul piede di guerra
Ovviamente le parole non sono state accolte bene né dai sindacati, né dai dipendenti, che per tanti anni hanno lavorato per l’affermazione nel mondo del Made in Italy, spesso con prodotti innovativi e determinanti per lo sviluppo delle attività subacquee.
“La Technisub – afferma Luigi Pianasco, segretario della Uilm di Genova – è un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale, che ha scritto pagine importanti della storia del nostro territorio con le sue attrezzature per il nuoto e la pesca subacquea. Comunicare con un videomessaggio di pochi minuti la chiusura del sito genovese e il trasferimento di tutte le attività produttive presso l’impianto di Blackburn, in Inghilterra, è inaccettabile. È un comportamento che lede non solo la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori ma scalfisce anche l’importanza delle istituzioni liguri, alle quali oggi chiediamo un interessamento concreto alla vicenda”.
Sempre secondo la Uilm di Genova, ciò che sta accadendo oggi alla Technisub è la dimostrazione del lato peggiore dei fondi stranieri e delle multinazionali, che comprano, spremono, si appropriano delle competenze e, quando decidono di andarsene da un territorio, non si fanno scrupoli delle condizioni in cui lasciano i dipendenti e le loro famiglie. Le reazioni dei sindacati sono state tempestive e i lavoratori sono già scesi in piazza, dando vita a manifestazioni per sensibilizzare le autorità sulla gravità della situazione.
Storia di una ditta leader della subacquea
La nascita della Technisub risale al 1962, quando Luigi Ferraro e Carlos Reimberg la fondarono in un garage di Genova. L’azienda iniziò a crescere e a svilupparsi fino ad avere ben 150 dipendenti e la sede presso la Fiera del Mare. Nel 2004 era la terza del comparto per fatturato in Italia e aveva un mercato mondiale che ne apprezzava i prodotti.
L’entrata degli stranieri nella Technisub ha radici lontane e risale al 1974, quando l’azienda entrò a far parte della società francese Spirotechnique, che poi divenne Aqua Lung, all’epoca leader mondiale del settore. La proprietà continuò ad acquisire altre società e negli anni seguenti entrarono nel Gruppo Sea Quest, Apeks, Whites, Omersub e Pelagic, che consolidarono la sua leadership con 11.00 dipendenti e 12 sedi in Francia, Gran Bretagna, Messico, Canada, Usa e Italia.
Luigi Ferraro
Insieme al comandante Cousteau, Luigi Ferraro ha il merito di aver gettato le basi della conquista del “sesto continente”: a loro due si deve infatti la nascita e l’evoluzione della subacquea e l’aver capito e divulgato le infinite possibilità di studio e sfruttamento del mondo sommerso. Era stato inoltre decorato con la Medaglia d’Oro al Valore Militare durante la Seconda Guerra Mondiale.
Dai fatturati il termometro della situazione
Per comprendere meglio la situazione economica della Technisub, si possono prendere in considerazione i fatturati degli ultimi anni. Nel 2018 fece 21.659.000 di euro di fatturato, nel 2019 scese a 20.544.000 di euro, nel 2020 a 16.561.000 di euro, nel 2021 a 13.247.000 di euro e nel 2022 a 12.811.000 di euro. È quindi chiaro che sotto l’aspetto economico l’azienda stava perdendo colpi.
Gianni Risso
Era da qualche hanno,che l’azienda “perdeva”colpi.Sopratutto,il fatto di non fornire direttamente l’assistenza sui prodotti.Che era stata un fiore all’occhiello,della Technisub.
Del resto,il tutto,veniva importato dalla Francia.In un monento,che purtroppo la subacquea,registra un calo.
Così come si é visto durante l’ultimo EUDI show,(fiera sub a Bologna).Con la speranza,che magari,vedendo come é organizzato,una vera fiera sub(come quella a Parigi),si possa cambiare tendenza!
Per fortuna,il grande Ferraro,non ha dovuto assistere,a tutto questo.