Scoperto al largo delle coste di Israele uno dei relitti più antichi del mondo
Il relitto è lungo tra i 12 e i 14 metri ed è stato affondato da una tempesta o da un attacco di pirati
Il relitto è lungo tra i 12 e i 14 metri ed è stato affondato da una tempesta o da un attacco di pirati
Uno dei relitti più antichi del mondo è stato scoperto nel Mar Mediterraneo, a circa 90 chilometri dalla costa di Israele. Il rinvenimento è straordinario anche perché la nave contiene ancora centinaia di anfore intatte. Il relitto è stato trovato a 1.800 metri di profondità dalla compagnia petrolifera Energean durante un’indagine esplorativa condotta con un ROV nel 2023.
Dopo la scoperta la società ha contattato l’Autorità per le antichità israeliana (IAA), spiegando di aver avvistato “un grande mucchio di brocche ammucchiate sul fondale marino”. Gli archeologi marini dell’IAA hanno così costituito con Energean un team di ricerca, che ha effettuato nel corso del 2024 diverse campagne di studio confermando la presenza di un grosso quantitativo di anfore di un’età compresa tra i 3.300 e i 3.400 anni.
Le anfore sono state identificate come vasi di contenimento della tarda età del bronzo, risalenti al periodo cananeo, appartenenti ad un’antica civiltà che fiorì tra il 3.500 e il 1.150 a.C. in quelli che oggi sono i territori di Israele, Palestina, Libano, Giordania e Siria. La scoperta è notevole non solo per il rinvenimento dei reperti ma anche per la posizione del relitto, così lontano dalla terraferma, dove non c’è alcuna linea di vista della costa che possa aiutare nell’antica navigazione a vela.
Il suo ritrovamento è stato davvero un colpo di fortuna senza eguali. Il relitto è lungo tra i 12 e i 14 metri ed è stato affondato da una tempesta o da un attacco di pirati, due eventi molto comuni all’epoca. Due anfore sono state sollevate dal fondo e recuperate utilizzando attrezzature appositamente progettate per farlo, ma sotto il sedimento limoso del fondale devono essere centinaia quelle presenti, insieme addirittura a resti del legno della struttura della nave.
“Si tratta di una scoperta – ha affermato Jacob Sharvit, responsabile dell’unità marina dell’IAA – di livello mondiale che cambierà la storia e che ci rivela le capacità di navigazione degli antichi marinai. Da questo punto geografico solo l’orizzonte è visibile tutt’intorno. Per navigare usavano probabilmente i corpi celesti, osservando le posizioni del sole e delle stelle. Il tipo di imbarcazione identificato dal carico – ha continuato l’archeologo – era il mezzo più efficiente dell’epoca per trasportare prodotti relativamente economici come olio, vino e generi agricoli come la frutta. Il ritrovamento di una così grande quantità di anfore a bordo di un’unica nave testimonia gli importanti legami commerciali lungo le terre del Vicino Oriente che si affacciavano sulla costa del Mediterraneo”.
Fino a questa scoperta gli archeologi avevano ipotizzato che le navi mercantili di quest’epoca così antica navigassero da un porto all’altro rimanendo in vista della costa ma il ritrovamento avvenuto così al largo implica che la capacità di navigazione degli antichi popoli marinari sia stata finora ampiamente sottovalutata. “La scoperta di questa barca – ha concluso Sharvit – cambia ora la nostra intera comprensione delle abilità degli antichi marinai. È la prima in assoluto ad essere stata trovata a una distanza così grande, senza alcuna linea di vista verso alcuna massa terrestre. Qui c’è un potenziale enorme per la ricerca. La nave si trova a una profondità così grande che per essa il tempo si è fermato al momento dell’affondamento. La sua struttura e il carico non sono stati disturbati da mani umane, né influenzati da onde e correnti che colpiscono i relitti in acque meno profonde”.
Fonte foto: Israeli Antiquities Authority
Argomenti: relitti
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