Feadship compie 75 anni e guarda ad un futuro sostenibile
Giubileo di diamante per i 75 anni del cantiere olandese Feadship, che ripercorre la sua storia guardando al domani
Giubileo di diamante per i 75 anni del cantiere olandese Feadship, che ripercorre la sua storia guardando al domani
Feadship compie 75 anni, un anniversario di diamante che apre un ricco periodo di celebrazioni e di rivelazioni delle prossime novità del cantiere olandese che, unitamente alla sua grande famiglia acquisita – Royal Van Lent Shipyards (che celebra quest’anno il suo 175° anniversario, specializzato in motoryacht di acciaio e di alluminio), De Vries Group (fondato nel 1906, votato ai superyacht custom più maestosi) e De Voogt Naval Architects (studio di progettazione nato nel 1913) – potrebbe addirittura vantare un’eredità di esperienze di ben 404 anni, cifra forse unica nel settore.
Feadship oggi
Fondato nel 1949, dopo 75 anni Feadship può dichiarare di aver costruito yacht per un totale di 1.700 metri, inclusi i recenti progetti più all’avanguardia, tra cui quelli a propulsione a celle di idrogeno come il maestoso Project 821 di 118,80 metri.
Attualmente il cantiere ha quattro siti produttivi nei Paesi Bassi (ad Aalsmeer, Amsterdam, Kaag e Makkum), con il doppio di sedi operative, tra cui una anche negli Stati Uniti (a Fort Lauderdale), per oltre 2.000 persone occupate.
L’inizio dell’avventura
I primi Feadship sono apparsi al Boat Show di New York nel 1951, due anni dopo la fondazione, ad opera di un gruppo di imprenditori marittimi riunitisi al caffè De Roode Leeuw di Amsterdam per studiare un piano industriale utile a potenziare la cantieristica delle imbarcazioni olandesi, da vendere all’estero.
Un programma molto pragmatico e nel contempo a posteriori quasi disperato, se si pensa alla situazione critica del settore navale olandese nell’immediato dopoguerra, affamato di valuta forte (acquisibile solo con l’esportazione). Ma anche preveggente: volendo guardare oltre la situazione contingente, i sei costruttori fondatori 75 anni fa di Feadship si rivolgono agli Stati Uniti, per “promuovere anche lì imbarcazioni di lusso“. Donando alla causa 500 fiorini olandesi a testa (secondo i calcoli attuali pari a un potere di acquisto di soli 2.400 euro, ma un vero gruzzolo ai tempi) il manipolo guadagna il sostegno del governo e si lancia nell’avventura.
Lo sbarco in America
Con la salita a bordo dell’architetto navale Henri de Voogt, progettista di molti yacht del marchio (e inizialmente anche responsabile commerciale), il cantiere a gennaio 1951 sbarca al New York Boat Show con tre piccoli scafi d’acciaio: due motor cruiser, rispettivamente di 8 e 10 metri, e un daysailer di 6,50 metri.
L’interesse subito dimostrato dai visitatori allo stand, aumenta ulteriormente a seguito dell’ordine di una coppia di yacht custom di 23 e 30 metri da parte di importanti armatori americani e dei riconoscimenti, sempre al salone di New York del 1953 e 1954, ricevuti dal 17 metri Capri e dal 19 metri Coronet.
Nei primi otto anni di attività Feadship, nonostante l’abbandono da parte di alcuni fondatori, riesce a vendere negli Stati Uniti 90 yacht. E’ l’inizio del riconoscimento internazionale: due di quei protagonisti, Royal Van Lent Shipyards e Koninklijke De Vries, sono ormai colossi nel campo dei superyacht e il marchio Feadship fregia oggi oltre 500 yacht, di cui 4 in consegna nel 2024.
Un lavoro incessante, anche nella ricerca tecnica, per raggiungere standard elevati ad esempio nel controllo della corrosione, nei sistemi meccanici ed elettrici, nell’utilizzo dell’alluminio, della fibra di carbonio e del cristallo.
In vista del futuro
I recenti superyacht Sussurro, Ecstasea e Predator dimostrano come anche il lusso sia un ulteriore fattore distintivo del cantiere olandese, mentre Savannah e Obsidian aprono le possibilità alla sostenibilità e alla riduzione dell’impatto ambientale nella nautica.
Non per nulla Feadship, al traguardo di questi primi 75 anni di attività, ha intrapreso un percorso per raggiungere il “net zero” (ovvero un taglio delle emissioni di gas a effetto serra il più vicino possibile allo zero) entro il 2030.
Argomenti: barche a motore, Cantieri Navali, superyacht